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Giusta Transizione: senza piani rischia di essere una manovra dilatoria

La Giusta Transizione è destinata a diventare centrale nel dibattito politico in corso per conseguire sia gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 che quelli climatici dell’Accordo di Parigi, ma deve essere percepita come necessaria ed equa, con misure di sicurezza sociale per coloro che ne subiscono gli impatti negativi.

Nella premessa dell’Accordo di Parigi sottoscritto dalle Parti a conclusione della COP21 c’è l’impegno a “tener conto degli imperativi di una transizione giusta per la forza lavoro e della creazione di posti di lavoro decorosi e di qualità, in linea con le priorità di sviluppo definite a livello nazionale”.

La transizione verso un’economia decarbonizzata è destinata a diventare centrale nel dibattito politico in corso per conseguire sia gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 che quelli climatici dell’Accordo di Parigi, ma se non viene percepita come necessaria e gestita in modo giusto ed equamente distribuito, potrebbe avere impatti significativi per alcuni settori chiave, regioni e paesi, con lavoratori in difficoltà, che potrebbero dar luogo a fenomeni come quello dei Gilets Jaunes in Francia, che inizialmente era nato come protesta per l’aumento del prezzo del gasolio a seguito dell’introduzione di una carbon tax sul carburante più inquinante e pericoloso per la salute.

È vero che il Rapporto della Commissione Globale sull’Economia e il Clima ha evidenziato come una forte azione congiunta per combattere il global warming, determinerebbe benefici economici di almeno 26.000 miliardi di dollari entro il 2030, la creazione di 65 milioni di posti di lavoro, oltre ad evitare 700.000 morti premature stimate dall’ultimo Rapporto dell’OMS, ma non sono automatici.

Adottare la “Dieta della salute planetaria”, recentemente proposta dalla Commissione EAT-Lancet, per garantire la sicurezza alimentare ad una popolazione mondiale di oltre 9 miliardi di individui al 2050, presuppone che si debba mangiare, specialmente i cittadini dei Paesi ricchi, meno carne, in particolare quella rossa, e meno prodotti lattiero-caseari. Allevatori, produttori e trasformatori avvertono questo cambiamento di dieta come pericoloso per il loro lavoro. Nemmeno gli agricoltori sono al momento pronti e disponibili a passare ad altre colture più sostenibili e rispettose dell’ambiente. Eppure agricoltura e allevamento sono tra i settori maggiori emettitori di gas serra.

Passare dalla produzione di un’auto a combustione interna ad un veicolo elettrico necessita di nuovi profili professionali e adeguate competenze rispetto a quelle acquisite con la produzione di auto convenzionali, seppur tecnologicamente efficienti.

Anche la transizione energetica, inevitabile, verso le fonti rinnovabili con il contemporaneo abbandono delle fonti “sporche” non sarà facile e indolore per alcuni Paesi che finora hanno fatto grande affidamento sui combustibili fossili. Le competenze di un minatore non sono adattabili a quelle di un manutentore di turbina eolica.

Alla COP24 di Katowice (2 – 15 dicembre 2018), i Capi di Stato di 53 Paesi, tra cui l’UE, Germania, Francia, Italia, hanno adottato la “Dichiarazione di Slesia per la solidarietà e la giusta transizione”, proposta dalla Presidenza polacca della Conferenza sul Clima, in cui si sottolinea  che “affrontare i cambiamenti climatici richiede un cambio di paradigma verso la creazione di economie a basse emissioni di gas serra e società resilienti per tutti offre opportunità sostanziali e assicura una crescita elevata e uno sviluppo sostenibile, garantendo al tempo stesso una transizione della forza lavoro che crei lavoro dignitoso e di qualità”.

La Dichiarazione è stata accolta favorevolmente  dalla Confederazione Sindacale Internazionale (ITUC) , secondo la quale con questo documento i lavoratori e i loro sindacati avranno un posto a sedere al tavolo delle trattative e le voci dei lavoratori saranno sentite quando le politiche climatiche sono sviluppate e implementate.

L’ITUC e le sue organizzazioni sindacali nazionali sue affiliate si sono impegnate a essere partner di una “Giusta Transizione”, per implementarne le politiche a livello nazionale, e per far parte a livello globale per far parte del “Forum sull’impatto dell’attuazione delle misure di risposta ai sensi dell’Accordo di Parigi”, istituito alla COP di Katowice.

Il movimento sindacale accoglie con favore l’iniziativa del Segretario generale delle Nazioni Unite di convocare un vertice sul clima nel settembre 2019 per rafforzare l’ambizione climatica e la fornitura di sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo – ha affermato Sharan Burrow, Segretaria generale ITUC 
- La giusta transizione deve essere in cima all’Agenda del Summit. Alla COP di Katowice è diventato chiaro a molti governi che tenere pienamente conto della dimensione sociale delle politiche climatiche sarà il fattore chiave per l’ambizione climatica di cui tutti abbiamo urgente bisogno”.

Tuttavia, affinché non sia percepita come una manovra dilatoria rispetto alle urgenti necessità di azioni, almeno i Governi sottoscrittori della Dichiarazione dovrebbero adottare specifici piani di transizione ovvero investimenti in posti di lavoro verdi, riqualificazione dei lavoratori, misure di sicurezza sociale per coloro che non possono essere ricollocati, consultando le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese, in linea con le strategie climatiche nazionali.

Tali Piani devono prendere in considerazione tutte le comunità che potrebbero subire impatti negativi dalle misure di transizione, dal settore energetico a quello dell’industria automobilistica, dall’agricoltura all’industria alimentare, salvaguardando in particolare i gruppi più vulnerabili e residenti in specifiche aree regionali, se vogliamo che la Transizione sia giusta per tutti.

Ma il tempo a disposizione si sta accorciando e al momento non si intravedono quei segnali che ci si aspetterebbe, stante la drammaticità degli scenari climatici che gli scienziati prospettano in continuazione e che stanno preoccupando sempre più anche il mondo imprenditoriale.

Immagine di copertina: Iron & Earth (CC BY-SA)

 

 

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