In occasione della commemorazione il 27 gennaio 2019 della Giornata internazionale della memoria dell’Olocausto, la Commissione UE ha pubblicato i risultati del sondaggio di Eurobarometro sulla percezione dell’antisemitismo in Europa.
La Giornata della memoria, istituita con la risoluzione del 1° novembre 2005 dall’Assemblea generale delle Nazioni commemora il giorno in cui 74 anni fa furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, da parte dell’Armata Rossa, rivelando compiutamente al mondo l’orrore dell’Olocausto.
L’Italia aveva anticipato, come altri Paesi europei, la ricorrenza del 27 gennaio 1945, istituendo la Giornata della Memoria con Legge 211 del 20 luglio 2000, “al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” (art.1).
Con la Risoluzione del 1° giugno 2017 sulla Lotta contro Antisemitismo, secondo la definizione elaborata dall’International Hocaust Remembrance Alliance (IHRA), il Parlamento europeo ha invitato, tra l’altro, “ l’Unione europea e i suoi Stati membri a intensificare gli sforzi per garantire che sia posto in essere un sistema esaustivo ed efficiente che consenta di raccogliere sistematicamente dati affidabili, pertinenti e comparabili sui reati d’odio, disaggregati in base alla motivazione, inclusi gli atti di terrorismo”,
Ricordiamo che la definizione non giuridicamente vincolante, dell’IHRA, indica che “L’Antisemitismo è una certa percezione degli ebrei, che può essere espressa come odio per gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell’antisemitismo sono dirette verso individui ebrei o non ebrei e/o loro proprietà, verso le istituzioni e le strutture religiose delle comunità ebraiche”.
In occasione della Giornata della Memoria 2019, la Commissione UE ha pubblicato il 22 gennaio 2019 i risultati dell’indagine (link: file:///C:/Users/Toshiba/Downloads/ebs_484_en.pdf) sulla percezione dell’antisemitismo, condotta faccia a faccia nel dicembre scorso da Eurobarometro su 27.643 persone nei 28 Stati membri.
Uno dei risultati più eclatanti dell’indagine è che la percezione degli europei sull’antisemitismo è assai divergente. Mentre tutti gli altri europei considerano l’antisemitismo un problema nel loro Paese, 4 europei su 10 in realtà non ritengono che tale problema coinvolga il proprio.
Secondo il Rapporto dell’Agenzia dell’UE sui Diritti Umani (FRA) sulla discriminazione e i crimini di odio contro gli ebrei in UE, presentato il 10 dicembre 2018, per l’89% degli ebrei l’antisemitismo è aumentato significativamente negli ultimi 5 anni nel proprio Paese, con più di otto su 10 (85%) che lo ritiene un serio problema, mentre solo il 36% del pubblico in generale ritiene che sia cresciuto, secondo Eurobarometro. Per gli italiani la percentuale è del 31%, più bassa quindi della media europea.
Esistono anche differenze significative nella percezione tra gli Stati membri. La percentuale di popolazione che afferma che l’antisemitismo è un problema, è più alta nei Paesi con significative comunità ebraiche e dove si sono verificati attacchi fisici contro la comunità ebraica, tra cui Svezia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Italia (58%), Regno Unito e Belgio. Gli intervistati svedesi (81%) e francesi (72%) sono i più inclini a dire che l’antisemitismo è un problema nel loro Paese. È probabile che gli europei con amici e conoscenti ebrei siano consapevoli dei problemi e aumentino la loro percezione di antisemitismo, così come quelli che appartengono a una minoranza.
Solo il 3% degli europei si sente “molto ben informato” sulla storia, i costumi e le pratiche ebraiche e il 27% si ritiene bene informato (in Italia è del 34%). Il 68% degli europei afferma di essere “non informato” (in Italia è del 61%).
La maggioranza degli europei (61%) sa che esiste una legislazione che criminalizza l’incitamento alla violenza o l’odio nei confronti degli ebrei nel loro Paese (in Italia il 57%). Significativamente meno numerosi (42%) coloro che sono a conoscenza della legislazione che criminalizza la negazione dell’Olocausto (in Italia il 48%).
La negazione dell’Olocausto è percepita come un problema nel loro Paese dal 53% degli europei (per gli Italiani sale al 61%).
Il 42% degli europei pensa che l’Olocausto sia sufficientemente insegnato nelle scuole (il 48% per gli Italiani) Tra le persone che hanno terminato la loro istruzione in precedenza, il rapporto è solo 3 su 10. Più breve è l’istruzione formale, più le persone sentono che l’Olocausto non viene sufficientemente insegnato.
Qui la scheda del sondaggio di Eurobarometro relativa all’Italia
In copertina: Le pietre d’inciampo di Via Arenula 41 – Roma.
Le Pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono una iniziativa dell’artista Gunter Deming per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L’iniziativa, attuata in diversi Paesi europei, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra, ricoperti da una piccola targa d’ottone della dimensione di un sampietrino (10 x10cm), posta davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera, sulla quale sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta. L’espressione “inciampo” deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera. Nella notte del 10 dicembre 2018, a Roma in via Madonna dei Santi, sono state divelte e trafugate 19 pietre di inciampo che ricordavano un intero gruppo familiare, Di Consiglio e Di Castro, che fu deportato ad Auschwitz.