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Giornalisti parlate di crisi climatica: ne va del nostro futuro

Una lettera aperta di Climate Media Center (CMC) Italia sollecita i giornalisti italiani di parlare di crisi climatica e delle sue cause, affinché in occasioni delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 i cittadini partecipino al voto con la consapevolezza che il cambiamento climatico è una crisi che riguarda tutti i settori della società e che ha bisogno di essere affrontata dalla prossima legislatura con politiche proporzionate alla gravità del problema.

Il mondo dei media sembra oggi faticare a comprendere e trasmettere i ritmi e la portata del cambiamento climatico in corso. Le migrazioni climatiche, la diminuzione delle produzioni agricole e la maggior diffusione di malattie sono solo alcuni esempi a dimostrare l’ampio raggio degli effetti del cambiamento climatico, e che comporteranno un’altrettanta ampia serie di ricadute sociali, economiche e ambientali che modificheranno la società e la scena politica nazionale e internazionale. Per agevolare la transizione, è di fondamentale importanza garantire una comunicazione sempre più accurata ed efficace alle persone sui temi del clima e delle relative soluzioni e co-benefici. 

Per rispondere a queste esigenze è nato Climate Media Center(CMC) Italia: un gruppo di esperti a supporto di media e ricercatori nella comunicazione dei cambiamenti climatici, per contribuire a migliorare l’accuratezza e l’efficacia dell’informazione generalista sul clima in Italia.

Gli obiettivi di CMC Italia sono il miglioramento dell’accuratezza delle informazioni nei media, dell’efficacia delle forme di comunicazione, e del supporto per giornalisti, ricercatori e uffici stampa

A tal fine CMC Italia si è fatto promotore di una Lettera aperta lanciata l’11 agosto 2022 ai media italiani affinché parlino di crisi climatica e delle sue cause, sì che i cittadini partecipino al voto il 25 settembre 2022 con la consapevolezza che il cambiamento climatico è una crisi che riguarda tutti i settori della società e che ha bisogno di essere affrontata dalla prossima legislatura con politiche proporzionate alla gravità del problema.

È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire nel modo più chiaro ed efficace possibile di ogni seria minaccia che riguarda le persone e il nostro Paese – vi si legge – È dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate. Ondate di calore, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei recenti gravi segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori. Tuttavia, le notizie diffuse dai media italiani mancano spesso di informare il pubblico sulle cause di questi eventi e le relative soluzioni. Questo nonostante il consenso della comunità scientifica sul legame tra l’aumento in frequenza e intensità di questi fenomeni e i cambiamenti climatici.

Tacere le vere cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare quali sono le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per il presente e il futuro delle nostre comunità. Le soluzioni esistono già e necessitano di essere messe in campo con urgenza. Per agire servono volontà politica e dialogo, a tutti i livelli della società, riconoscendo che le cause del cambiamento climatico sono le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili.

Il prossimo 25 settembre gli italiani voteranno per eleggere i propri rappresentanti in Parlamento. È importante, soprattutto in questo momento, che i cittadini partecipino al voto con la consapevolezza che il cambiamento climatico è una crisi che riguarda tutti i settori della società e che ha bisogno di essere affrontata dalla prossima legislatura con politiche proporzionate alla gravità del problema. Questi sono anche i messaggi di un recente appello rivolto ai partiti politici italiani pubblicato su La Repubblica Green&Blue.

Per queste ragioni, invitiamo tutti i media italiani a garantire una copertura dei temi legati alla crisi climatica e alla transizione ecologica avvalendosi di notizie scientifiche verificate, fonti qualificate ed evidenze solide. L’abitudine di presentare le questioni attinenti al clima dando spazio a voci “negazioniste” scientificamente errate è dannosa per il dibattito pubblico e offusca l’esistenza di un consenso scientifico sulle cause antropiche dell’attuale cambiamento climatico. Nel terzo volume https://www.regionieambiente.it/ipcc-wg-iii-report/ del suo ultimo rapporto, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha ribadito la necessità di una immediata e consistente riduzione delle emissioni dei gas serra già in questo decennio e ha illustrato chiaramente, con una onesta esplicitazione delle incertezze, le opzioni più efficaci per centrare questi obiettivi, con riferimento ai settori dell’energia, dei trasporti, dell’edilizia, dell’industria e nella gestione delle foreste e dei suoli.

Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto peraltro dai fondamentali obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo grazie a una corretta comunicazione, alla buona fede, e alla cooperazione tra noi tutti”.

Seguono i nominativi dei firmatari

In copertina: Foto di Mike Newbry su Unsplash

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