Uno studio di ricercatori del Dipartimento di Nutrizione e del Dipartimento di Medicina Interna dell’UC Davis, dell’Università di Reading, dell’Università Re Saud e Mars Inc. sui potenziali effetti dei flavanoli, antiossidanti della famiglia dei flavonoidi, che fanno bene al cuore e alla salute cognitiva e che si trovano naturalmente in mele, pere, mirtilli, more, uva e cacao, ingredienti comuni nei frullati di frutta, ha appurato che l’aggiunta di banane che contengono alti livelli di polifenolo ossidasi, ne riduce notevolmente l’assorbimento.
Preparare un frullato mescolando la banana con altri frutti come i mirtilli riduce drasticamente i benefici effetti salutari dei flavanoli.
Sono i risultati dello Studio “Impact of polyphenol oxidase on the bioavailability of flavan-3-ols in fruit smoothies: a controlled, single blinded, cross-over study”, pubblicato il 24 agosto 2023 sulla rivista Food and Function della Royal Society of Chemistry e condotto da un team di ricercatori dell’Università di California-Davis, dell’Università di Reading (Gran Bretagna) e dell’Università Re Saud di Riad (Arabia Saudita), e finanziato da Mars Inc. nell’ambito della ricerca sui potenziali benefici dei flavanoli del cacao per la salute umana.
I ricercatori hanno utilizzato i frullati per testare come vari livelli di polifenolo ossidasi o PPO, un enzima presente in molti frutti e verdure, influenzino i livelli di flavanoli, potenti antiossidanti della famiglia dei flavonoidi, che fanno bene al cuore e alla salute cognitiva e si trovano naturalmente in mele, pere, mirtilli, more, uva e cacao, ingredienti comuni nei frullati.
“Abbiamo cercato di capire, a livello molto pratico – ha affermato l’autore principale Javier Ottaviani, ricercatore presso il Dipartimento di Nutrizione dell’Università di California-Davis e Direttore del Core Laboratory di Mars Edge, che fa parte di Mars Inc. – come un alimento comune e una preparazione alimentare come un frullato a base di banana potrebbero influenzare la disponibilità dei flavanoli da assorbire dopo l’assunzione”.
Quando si affetta una mela o si sbuccia una banana, il frutto diventa rapidamente marrone, per effetto della polifenolo ossidasi. L’imbrunimento si verifica quando il cibo contenente quell’enzima viene esposto all’aria, tagliato o ammaccato. I ricercatori volevano appurare se il consumo di frullati appena preparati a base di diversi frutti contenenti PPO avesse un impatto sulla quantità di flavanoli disponibili per il corpo.
I ricercatori hanno fatto bere ai partecipanti un frullato a base di banana, che ha un’attività PPO naturalmente elevata, e un frullato a base di frutti di bosco che, viceversa, hanno un’attività PPO naturalmente bassa. I partecipanti hanno preso anche una capsula di flavanolo come controllo. Sono stati analizzati, quindi, campioni di sangue e urina per misurare la quantità di flavanoli presenti nel corpo dopo aver ingerito i campioni di frullato e la capsula. I ricercatori hanno scoperto che coloro che bevevano il frullato di banana avevano livelli di flavanoli nel corpo inferiori dell’84% rispetto al gruppo di controllo.
“Siamo rimasti davvero sorpresi nel vedere con quanta rapidità l’aggiunta di una singola banana ha ridotto il livello di flavanoli nel frullato e i livelli di flavanoli assorbiti nel corpo – ha dichiarato Ottaviani – Ciò evidenzia come la preparazione e le combinazioni degli alimenti possono influenzare l’assorbimento dei composti alimentari”.
L’anno scorso, l’Accademia di nutrizione e dietetica (AND), la più grande organizzazione mondiale di nutrizionisti e dietologi, ha pubblicato una Raccomandazione dietetica per questo specifico gruppo di bioattivi, consigliando alle persone di consumare da 400 a 600 milligrammi di flavanoli al giorno per la salute cardiometabolica.
Ottaviani ha osservato che le persone che stanno cercando di consumare questi flavanoli dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di preparare frullati combinando frutti ricchi di flavanoli come le bacche con altri ingredienti che hanno anche una bassa attività PPO come ananas, arance, mango o yogurt.
Ha anche aggiunto che le banane rimangono un ottimo frutto da mangiare o consumare nei frullati. Per chi vuole consumare frullati con banane, o altri frutti e verdure ad alta attività PPO come le bietole, il suggerimento è di non abbinarli a frutti ricchi di flavanoli come frutti di bosco, uva e cacao.
I risultati di questo studio potrebbero stimolare la ricerca futura su come vengono preparati altri alimenti e gli effetti sui flavanoli. Ad esempio, ha sottolineato Ottaviani, il tè è una delle principali fonti alimentari di flavanoli, ma la quantità di assorbimento dell’organismo dipende da come viene preparato: “Si tratta sicuramente di un ambito che merita maggiore attenzione nel campo dei polifenoli e dei composti bioattivi in generale”.
Immagine di copertina: Pablo de la Fuente su Unsplash