Demografia Società

Fondazione ISMU: meno sbarchi e più richiedenti asilo

Il XXV Rapporto sulle Migrazioni della Fondazione ISMU segnala che per la stragrande maggioranza dei migranti residenti in Italia, l’integrazione procede silenziosamente e in modo sostanzialmente positivo, anche se non si può negare che esistono ostacoli e zone d’ombra.

È stato presentato a Milano il 3 dicembre 2019, nel corso di un Convegno, patrocinato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato con il sostegno della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e di Fondazione Cariplo, il XXV Rapporto sulle Migrazioni della Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) ente di ricerca scientifica indipendente che dal 1993 produce e sostiene studi e iniziative sulla società multietnica e multiculturale e sui fenomeni migratori, la cui mission è “Comprendere le migrazioni per vivere il cambiamento”.

In occasione della 25esima edizione del Rapporto, Fondazione ISMU ripercorre l’andamento dei flussi migratori e dei processi di integrazione, fornendo un quadro delle principali trasformazioni avvenute in questo arco temporale. Ne emerge che per la stragrande maggioranza dei migranti residenti in Italia, l’integrazione procede silenziosamente e in maniera positiva, pur con il persistere di ostacoli e zone d’ombra. 

Le migrazioni nella storia ci sono sempre state – ha sottolineato la Presidente della Fondazione ISMU, Marinella EnocLa migrazione è sempre stata qualcosa che ci tocca da vicino. È una forza positiva della società civile. Ma troppo spesso fa paura. Allora come si gestisce questo fenomeno in un momento in cui il mondo sembra appartenere a tutti dove però si ha paura del diverso? Bisogna imparare a leggere il fenomeno non solo in maniera filantropica e umanitaria, ma anche culturale. Essere aperti alle domande. Con ISMU vogliamo offrire un servizio culturale. E mi sento di dire che fare cultura oggi è un’opera di misericordia”.

Ecco di seguito gli aspetti emergenti del Rapporto 2019.

Quanti sono gli immigrati in Italia
Diversamente da quanto accade per la popolazione con cittadinanza italiana, che ha perso 677mila residenti nell’arco di un quadriennio, la componente straniera presente in Italia ha continuato ad aumentare anche nel corso del 2018.

Secondo le ultime stime di Fondazione ISMU, al 1° gennaio 2019 sarebbero presenti in Italia 6 milioni e 222mila stranieri su una popolazione di 60 milioni e 360mila residenti (oltre uno straniero ogni 10 abitanti). Rispetto alla stessa data del 2018, l’incremento degli stranieri presenti è stato dell’1,9%­ (mentre tra il 2017 e il 2018 la variazione era stata del 2,5%), dovuto in gran parte alla crescita della componente irregolare (+5,4%), pari a 562mila unità, che però appare ridimensionata rispetto al 2017 (+8,6%) e al 2016 (+12,9%).

Slide di presentazione di Livia Ortensi, Responsabile Settore Statistica di Fondazione ISMU

Tra i presenti l’84% è regolarmente iscritto in anagrafe, il 6,5% è regolare ma non iscritto in anagrafe, mentre il 9% (pari a 562mila unità) è costituito dalla componente irregolare, ovvero priva di un valido titolo di soggiorno. Al 1° gennaio 2019 la popolazione straniera iscritta in anagrafe ammonta a 5 milioni e 256mila unità, pari all’8,7% del totale dei residenti in Italia, con un aumento di 111mila unità rispetto ai dodici mesi precedenti. Gli stranieri che nel 2018 hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati 113mila.

Le seconde generazioni under 35
Secondo Fondazione ISMU, sulla base di elaborazioni di dati ISTAT, ORIM e MIUR, al 1° gennaio 2019 è possibile stimare la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni (nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni) attorno al valore di 2.825.182

Provenienze
Al 1° gennaio 2019 si registra la presenza di 1 milione e 583mila cittadini dell’Ue (inclusi i 29mila cittadini del Regno Unito) e di 3 milioni e 673mila cittadini di Paesi Terzi (4 milioni e 443mila unità, pari al 71%, se si includono i non iscritti in anagrafe e gli irregolari).

Tra i primi spicca la netta predominanza dei rumeni (1,2 milioni), mentre tra i secondi poco oltre un milione provengono da paesi europei extra UE (in primo luogo da Albania, Ucraina e Moldova), un milione e 140mila dall’Africa, poco meno di 1,1 milione dall’Asia, 380mila dalle Americhe, quasi tutti latinoamericani.

Calano i premessi di soggiorno rilasciati a rifugiati e richiedenti asilo e aumentano quelli per lavoro, studio, e famiglia
Nel 2018 sono stati rilasciati 242mila nuovi permessi di soggiorno, con una riduzione (dovuta al calo dei permessi rilasciati per motivi di asilo o umanitari) dell’8% rispetto al 2017. Aumentano invece i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro, studio, e famiglia. Cresce anche il peso della componente femminile che nel 2018 rappresenta oltre il 45% dei nuovi ingressi, contro il 39% del 2017. Nel 2019 poi abbiamo assistito a un importante rallentamento degli sbarchi che sono stati 10.707 al 28 novembre. 

Diminuiscono gli sbarchi e crescono le richieste di asilo
Alla riduzione degli sbarchi non è seguita una proporzionale contrazione delle richieste di asilo. Passando all’analisi degli esiti delle richieste di asilo si evidenzia che la percentuale dei dinieghi è passata dal 30% delle decisioni di prima istanza del 2013 all’80% nei primi sette mesi del 2019. La proporzione dei dinieghi, crescente negli anni, ha fatto registrare un ulteriore rialzo a seguito dell’abolizione della protezione umanitaria. Tale abolizione avrà un significativo impatto sulla presenza irregolare, di cui però non è quantificabile con sicurezza l’orizzonte temporale, grazie alla non retroattività della norma che presumibilmente darà luogo a sentenze positive in fase di appello.

Slide di presentazione di Livia Ortensi, Responsabile Settore Statistica di Fondazione ISMU

Lavoro
Sul fronte lavorativo, si segnala che la popolazione straniera in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni) nel 2018 in Italia è giunta a sfiorare i 4 milioni e che gli occupati sono circa 2 milioni 455milaoltre 32mila in più rispetto all’anno precedente. Gli stranieri rappresentano il 10,2% della popolazione in età attiva, il 10,6% degli occupati, il 14,5% dei disoccupati e l’8,6% degli attivi. Il tasso di disoccupazione – nonostante la lieve contrazione dell’ultimo anno – è più alto tra gli stranieri (14%) che tra gli italiani (10,2%). Si segnala che la concentrazione nei lavori meno qualificati rende gli stranieri particolarmente numerosi tra i working poor: nel 2018 i lavoratori extracomunitari hanno percepito una retribuzione media annua pari a 13.992 euro, inferiore del 35% a quella del complesso dei lavoratori.

Stranieri e sistema scolastico
Passando al sistema scolastico italiano, dopo lo stop e quella che avevamo definito “la crescita zero del 2015”, il numero degli alunni stranieri con cittadinanza non italiana ha ripreso ad aumentare crescendo nell’a.s. 2017/18 di 15mila unità, a fronte di una continua flessione degli alunni italiani, che invece sono diminuiti di 93mila presenze.
In totale gli alunni stranieri sono 842mila, pari al 9,7% del totale degli iscritti nelle scuole italiane, dall’infanzia alle secondarie di secondo grado.

Atteggiamenti degli italiani
Fondazione ISMU prende in esame anche gli atteggiamenti degli italiani nei confronti dell’immigrazione: dalla maggioranza dei sondaggi è emerso che oggi i cittadini italiani sono per la maggior parte favorevoli alla chiusura dei porti.
È significativo segnalare come all’inizio del 2018, l’orientamento fosse differente: il 49% degli italiani riteneva che l’accoglienza era da privilegiare rispetto al respingimento, mentre solo il 44% era a favore dei porti chiusi.

Ormai l’immigrazione è diventata una delle principali questioni dibattute non solo in Italia ma anche nell’UE e nei singoli Paesi che la costituiscono.

È certo che le migrazioni, anche per effetto dei cambiamenti climatici e dei cambiamenti di uso dei territori sarà un fenomeno sempre più diffuso con cui è necessario confrontarsi su basi scientifiche e non emozionali.

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