Clima

Finanziamenti per il clima: i Paesi ricchi eludono gli impegni

Pubblicato in occasione dell’avvio della Bonn Climate Change Conference,  l’annuale Rapporto di Oxfam che monitora l’impegno assunto nel 2009 dai Paesi ad alto reddito di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 in finanziamenti per il clima per i Paesi a basso e medio reddito, rivela che non solo l’impegno non è stato onorato, ma gran parte dei finanziamenti è stata fornita sotto forma di prestiti, rischiando di aumentare l’onere del debito dei Paesi che dovrebbero essere aiutati.

Mentre le emissioni globali continuano ad aumentare, i Paesi più ricchi e inquinanti sono indietro di tre anni nel rispetto dell’impegno di stanziare 100 miliardi all’anno in aiuti ai Paesi più poveri, gli ultimi responsabili e le prime vittime del caos climatico in atto. Le cifre annunciate sugli aiuti erogati sono inoltre di gran lunga inferiori rispetto a quelle reali.

Lo denuncia il position paper “Climate finance shadow report 2023: Assessing the delivery of the $100 billion commitment” che Oxfam ha pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente  e dell’avvio della Bonn Climate Change Conference (5-15 giugno 2023), nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che dovrà discutere di questioni di importanza notevole in vista della COP28 (Dubai, 30 novembre – 12 dicembre 2023).

Oltre al rifinaziamento post-2025 del Green Climate Fund, si dovranno compiere progressi sul Global Stocktake, il processo “per fare il punto sull’attuazione dell’accordo di Parigi, con l’obiettivo di valutare i progressi collettivi globali verso il raggiungimento dello scopo dell’accordo e dei suoi obiettivi a lungo termine”, sull’obiettivo globale di adattamento, sul programma per la mitigazione, sulla Just Transition affinché la transizione dell’economia a basse emissioni di carbonio sia inclusiva ed equa, il Loss & Damage, meccanismo di finanziamento per risarcire per le perdite e i danni subiti dai Paesi più poveri per effetto dei cambiamenti climatici, senza esserne responsabili.

Secondo il Dossier di Oxfam, a dispetto di quanto affermato dai Paesi donatori, le cifre sono tra i 21 e i 24,5 miliardi di dollari. Questo avviene perché molti dei progetti finanziati sopravvalutano l’effettiva portata del contrasto alla crisi climatica o perché i finanziamenti sono erogati sotto forma di prestiti al loro valore nominale, aumentando il peso del debito estero in economie già fragili e fortemente indebitate, soprattutto in un periodo in cui i tassi di interesse stanno salendo alle stelle.

Più della metà di tutti i finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici viene attualmente erogata sotto forma di prestiti: la Francia eroga ben il 92% degli aiuti bilaterali sul clima in questa forma, l’Austria i 72%, il Giappone 90%, la Spagna l’89%. Nel 2019-20, il 90% di tutti i finanziamenti per il clima forniti dalle Banche multilaterali di sviluppo è stato erogato secondo queste modalità.

“Tutto questo è profondamente ingiusto – ha dichiarato Nafkote Dabi, policy advisor di Oxfam sulla crisi climatica – I Paesi ricchi trattano con disprezzo i Paesi più poveri e rendono inefficaci i negoziati sul clima, facendo un gioco pericoloso in cui saremo tutti perdenti”.

Inoltre, Oxfam stima che nel 2020 si siano destinati solo tra 9,5 e 11,5 miliardi di dollari per sostenere la capacità di adattamento dei Paesi più poveri.

Scomposizione dell’erogazione nel 2020 dell’obiettivo di 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima e un’indicazione delle necessità di finanziamenti per il clima dei Paesi in via di sviluppo al 2030 (Fonte: Oxfam, 2023)

Basti pensare che negli ultimi tre anni in India, Pakistan e America centro-meridionale si sono verificate ondate di calore record, seguite da inondazioni che solo in Pakistan hanno colpito oltre 33 milioni di persone, e i paesi dell’Africa orientale stanno affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, che rischia di uccidere in media una persona ogni 28 secondi nei prossimi mesi.

11,5 miliardi all’anno sono del tutto insufficienti in Paesi a basso e medio reddito dove si devono affrontare inondazioni, uragani, incendi, siccità – ha proseguito Dabi – Basti pensare che negli Stati Uniti si spende quattro volte di più ogni anno per nutrire cani e gatti. Nel frattempo, nonostante la loro estrema vulnerabilità, i Paesi più poveri del mondo sono spinti paradossalmente verso un livello di indebitamento insostenibile”.

Non si è nemmeno avverata la possibilità per i Paesi a basso e medio reddito di attrarre investimenti dal settore privato, raccogliendo solo 14 miliardi di dollari all’anno, principalmente per la mitigazione. Gli analisti di Oxfam affermano che è quasi impossibile rintracciare i dettagli sull’utilizzo di questo tipo di finanziamento e sull’effettivo beneficiario. Secondo un recente rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), i finanziamenti privati per l’adattamento sono aumentati da 1,9 miliardi di dollari nel 2018 a 4,4 miliardi di dollari nel 2020, principalmente per via di un progetto di energia a gas naturale in Mozambico che non prevede però eventuali attività di adattamento.

Altra fonte di preoccupazione è che i finanziamenti per “le perdite e i danni” non abbiano ancora una collocazione certa nell’architettura internazionale della finanza climatica. Le stime indicano che i Paesi più poveri potrebbero dover sostenere costi fino a 580 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.

Le deliberazioni in corso a Bonn per stabilire un nuovo obiettivo globale sulla mobilitazione dei finanziamenti per il clima dal 2025 in poi, rappresentano un’opportunità per ricostruire la fiducia tra i Paesi ricchi e quelli a basso e medio redditoQuesta iniziativa è destinata a fallire se prima non verranno risolti gli errori del passato. 

Da qui l’appello urgente di Oxfam per un aumento effettivo e consistente degli aiuti essenziali ad aiutare i Paesi più poveri a mitigare gli effetti della crisi climatica, stanziandoli sotto forma di sovvenzioni e non come prestiti.

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