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Etichette alimentari: un nuovo sistema europeo comprensibile condiviso

Due ricercatori del CNR indicano la necessità di ideare per le etichette alimentari europee da introdursi nell’ambito della Strategia “Farm to Fork” un nuovo algoritmo comprensibile e condiviso che fornisca un’informazione visibile, immediata e facile da comprendere.

Nella StrategiaFarm to Fork”, lanciata scorso maggio nell’ambito del Green Deal europeo, che segna l’inizio di un processo volto a cambiare radicalmente il modo in cui opera l’agricoltura europea e il cibo che viene prodotto e fornito ai consumatori dell’UE, la Commissione europea ha iniziato ad abbozzare il nuovo schema di etichettatura alimentare delle confezioni a livello dell’UE, in modo da offrire informazioni adeguate al cliente, nell’intento di supportare una scelta consapevole del cibo e con l’obiettivo di preservare e tutelare la salute.

Il dibattito sul tipo di informazioni da fornire ai consumatori è appena iniziato e si preannuncia un acceso dibattito in seno al Consiglio europeo e nel Parlamento europeo che dovranno tramutare le proposte in disposizioni legislative affinché alle attuali etichette nutrizionali da apporre su confezioni di alimenti in vigore in vari Paesi subentrino misure normalizzate.

Si sono create delle vere e proprie coalizioni: il “Front of pack nutrition labelling”, che vede l’Italia, con al fianco Cipro, Grecia, Lettonia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria, impegnata in difesa del proprio modello di etichettatura degli alimenti, il cosiddetto Nutrinform, in opposizione ad altri modelli, come il francese Nutri-score, il finlandese Finnish Heart Symbol, lo sloveno Protective Food Symbol, lo svedese Keyhole.

L’argomento è di grande interesse in quanto alimentazione non corretta e obesità concorrono a determinare patologie quali infarto, ictus, tumore, che costituiscono circa il 50% delle cause di decesso degli europei che muoiono prima dei 65 anni. Morti premature che potrebbero essere prevenute anche con una sana alimentazione.

In tal senso si inserisce l’interessante approfondimento “Nutrition Labelling: We Need a New European Algorithm”, realizzato da due ricercatori del CNR e pubblicato dalla rivista internazionale ES Journal of Nutritional Health, in cui si prendono in esame alcuni sistemi di etichettatura utilizzati in Europa e nel mondo, proponendo un algoritmo europeo che sia più completo e condiviso rispetto a quelli attualmente utilizzati.

Tra questi vengono evidenziate le etichette “positive”, ovvero quelle che esprimono, attraverso l’apposizione di una semplice icona sulla confezione, un messaggio complessivo riguardo i benefici per la salute dell’alimento sulla base di alcuni parametri, come il contenuto di grassi totale, grassi saturi, carboidrati, zucchero, fibre e sale, che possono avere un impatto positivo per l’organismo.

Il Keyhole, l’Heart Symbol e il Protective Food Symbol vengono applicati solo su prodotti considerati complessivamente salutari, mentre non forniscono informazioni sui cibi meno sani – ha affermato l’autore principale Roberto Volpe dell’Unità di Prevenzione e Protezione (SPP) del CNR e rappresentante della SIPREC (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare) all’EHN (European Heart Network) di Bruxelles – Il Nutri-score, invece,che si basa su un punteggio globale frutto di singoli punteggi applicati ai diversi nutrienti presenti nel prodotto, oltre a indicare in verde gli alimenti più salutari, ha il pregio di permettere anche un confronto con alimenti appartenenti alla stessa categoria. Tuttavia, un giudizio globale può portare il consumatore a non prestare attenzione ai singoli nutrienti. Il Nutrinform italiano, che ha per simbolo una batteria alla cui base vi è l’invito a controllare che la dieta quotidiana sia equilibrata, verificando che la somma dei valori dei diversi cibi consumati non superi il 100% di calorie, grassi, zuccheri e sale raccomandati, appare invece innovativo ed efficace, in quanto sottolinea l’importanza delle quantità consigliate per i diversi alimenti. Non ha però il pregio della semplicità, poiché non è facile decodificare i numeri riferiti a calorie e fabbisogno nutrizionale posti alla base della batteria”.

Poiché ciascuno di questi sistemi di etichettatura degli alimenti ha sia punti di forza che di debolezza, alla luce dei problemi crescenti per la salute pubblica legate all’obesità, è necessario ideare un nuovo algoritmo europeo per la popolazione, che incorpori i punti positivi e corregga i punti deboli delle etichette già utilizzate. Modifiche sono richieste anche riguardo all’uso delle porzioni.

Le quantità espresse in grammi di prodotto possono risultare non comprensibili e produrre confusione, sarebbe meglio indicare la porzione in unità: ad esempio, una fetta biscottata, un hamburger, un vasetto di yogurt, dieci pistacchi, una mela, una pallina di gelato – ha concluso Volpe – Inoltre, per semplicità, dovrebbe essere fornita l’informazione riguardante le calorie. Tutte queste azioni possono concorrere insieme a un’opera di educazione alimentare, alla promozione di scelte alimentari più consapevoli e più salutari e al miglioramento della prevenzione nel nostro Continente”.

Co-autrice dell’approfondimento è stata la Prof.ssa Stefania Maggi, dirigente del CNR per l’Istituto di Neuroscienze di Padova e responsabile del Progetto nazionale “Invecchiamento”, nonché Presidente della Fondazione Dieta Mediterranea (FDM).
L’alimentazione mediterranea, insieme all’attività fisica, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di tumore (colon retto, mammella, prostata, pancreas, endometrio) – ha dichiarato la Maggi ad Almanacco della Scienza, il quindicinale del CNR, del 7 ottobre 2020 – Inoltre, l’assunzione di cibi freschi e integrali permette una maggiore disponibilità e un utilizzo di micronutrienti e antiossidanti, sostanze in grado di contrastare la formazioni dei radicali liberi, particelle nocive per l’organismo che ne accelerano l’invecchiamento. Mangiare mediterraneo si dimostra utile al mantenimento di un buono stato di salute grazie all’azione sinergica di importanti nutrienti, come acidi grassi omega-3 e antiossidanti, in grado di contrastare lo stato infiammatorio alla base delle malattie croniche degenerative che interessano un sempre maggior numero di individui nel mondo”.

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