Circular economy Sostenibilità

Elettronica circolare: prodotti di maggior durata e ritardata obsolescenza

Un briefing dell’AEA, basato su uno studio del Centro tematico europeo sui rifiuti e i materiali in un’economia verde (ETC/WMGE), indica che per ridurre l’impatto ambientale e sociale dell’elettronica bisogna che i prodotti durino più a lungo e che migliorino la loro “circolarità”, misure su cui, peraltro, la Commissione UE sta intervenendo.

L’industria elettrica e quella elettronica hanno contribuito per quasi 100 anni allo sviluppo sociale ed economico dell’Europa. Tuttavia, la produzione, l’utilizzo e lo smaltimento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche costituiscono attività ad alta intensità di risorse che comportano impatti ambientali e climatici significativi, la cui entità dipende molto dai modelli di consumo e dalla durata di utilizzo dei prodotti.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il 18 giugno 2020 il briefing Europe’s consumption in a circular economy: the benefits of longer-lestings electronics” che descrive come l’aumento della durata del prodotto, ritardandone l’obsolescenza, e il miglioramento della loro “circolarità”, inclusi i design, sono passi essenziali per ridurre gli impatti dell’elettronica.

Alla base del briefing dell’AEA c’è un Rapporto del Centro tematico europeo sui rifiuti e i materiali in un’economia verde (ETC/WMGE) da titolo “Elettronica ed obsolescenza in un’economia circolare” che analizzando 4 casi di studio (smatphone, televisore, lavatrice, aspirapolvere),esamina i potenziali modelli di business circolari e le misure politiche per aumentare la durata dell’elettronica.

Le famiglie europee usano una grande varietà di apparecchiature elettriche ed elettroniche, dagli elettrodomestici per le pulizie come aspirapolvere, lavatrici e frigoriferi, ai dispositivi elettronici e gadget come telefoni cellulari, computer e televisori. 

Nel 2017, le famiglie dell’UE hanno speso in media il 5% della loro spesa totale in prodotti elettrici ed elettronici e sono stati immessi sul mercato nell’UE 20,6 kg di materiale elettrico ed elettronico per persona, di cui circa il 60% (11,8 kg) è stato prodotto all’interno dell’UE e il 40% (8,8 kg) è stato importato.

Importazione, esportazione, produzione e consumo di prodotti elettronici nell’UE, 2017.

In particolare, la quantità di prodotti elettronici immessa sul mercato nell’UE è aumentata rapidamente negli ultimi decenni, sia per l’aumento tendenziale dei consumi sia, soprattutto, per la brevità dei tempi di vita e la crescita dell’obsolescenza dei prodotti, che incidono sulla loro durata, nonostante funzionino ancora o potrebbero funzionare se riparati.

In particolare, i rapidi sviluppi tecnologici fanno diventare rapidamente obsoleti agli occhi dei consumatori i modelli o perché l’hardware non è più compatibile con il software aggiornato. L’obsolescenza indotta dal marketing incoraggia anche l’acquisto di nuovi modelli che possono offrire solo lievi miglioramenti rispetto ai modelli esistenti. 

Altri fattori trainanti della domanda dei consumatori includono: un calo della qualità di molti prodotti e la maggior richiesta dei consumatori per il design, la tecnologia o la maggiore efficienza energetica dei più recenti nuovi prodotti. 

Anche le opzioni di riparazione per molti componenti elettronici sono limitate perché la progettazione non consente una facile riparazione o perché i costi di riparazione sono elevati rispetto all’acquisto di un nuovo prodotto. 

Il risultato è che l’elettronica che potrebbe essere riparata viene spesso scartata, anche se c’è da osservare che i servizi di riparazione per l’elettronica stanno crescendo all’interno dell’UE sia per le imprese che per i consumatori finali.

Si può esaminare la durata dei prodotti elettronici confrontando la durata effettiva con le vite progettate e desiderate:
– la durata effettiva si riferisce all’intervallo da quando un prodotto viene venduto a quando viene scartato o sostituito;
 – Il ciclo di vita progettato è la durata di funzionalità del prodotto secondo il produttore, modellato attraverso la progettazione, il servizio post-vendita, ecc;
– la durata desiderata è il tempo medio che i consumatori ritengono debbano durare i prodotti.

La differenza tra le vite effettive, progettate e desiderate di smartphone, televisori, lavatrici e aspirapolveri, che sono state oggetto dei casi studio.

Come si può osservare dall’istogramma sopra riportato, per tutti e 4 i gruppi di prodotti, la durata prevista o quella desiderata è di almeno 2,3 anni in più rispetto alla durata effettiva, mostrando potenziali aumenti significativi e variabili nella vita operativa pratica.

Gli impatti ambientali e climatici dell’elettronica comprendono quelli derivanti dall’uso di materiali, emissioni di inquinanti atmosferici e gas a effetto serra, uso di sostanze chimiche e, in particolare, i rifiuti.

Nelle apparecchiature elettroniche complesse si possono trovare fino a 60 elementi chimici separati. Ci sono anche impatti ambientali e sociali molto significativi dall’estrazione e dall’uso di questi materiali, tra cui rame, materie prime essenziali (CRM), elementi delle cosiddette “terre rare” (REE), nonché metalli come tantalio, le plastiche e il vetro. 

Gli impatti comprendono il contributo alla scarsità di risorse, all’uso di acqua e all’inquinamento da sostanze chimiche. L’impatto dei diversi prodotti elettronici su ogni fase del ciclo di vita varia in modo significativo. Per alcuni, come lavatrici e asciugatrici, la maggior parte delle emissioni proviene dalla fase di utilizzo, mentre per i telefoni cellulari, la maggior parte delle emissioni proviene dall’estrazione e dalla produzione di risorse. Anche l’uso di sostanze chimiche nei processi di estrazione e produzione è preoccupante, in termini di inquinamento dell’ambiente naturale e di rischi per la salute umana.

Quando i prodotti elettronici entrano nella fase di fine vita, diventano rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Questo è uno dei flussi di rifiuti in più rapida crescita al mondo con un tasso di crescita annuale del 4% e che nel 2016 avevano raggiunto 44,7 milioni di tonnellate

Nell’UE-28 la generazione di RAEE per il 2017 è stata di 10,4 milioni di tonnellate, leggermente superiore a 20 kg. in media per abitante, con il 44% che è stato raccolto. Secondo l’Agenzia, al fine di ridurre al minimo gli impatti ambientali dell’elettronica è importante aumentare la durata del prodotto, i modelli di business circolari, la progettazione circolare, il prodotto come servizio, il riutilizzo e riciclaggio, che devono essere sviluppati e supportati da misure politiche, tra cui:
– rafforzare i requisiti di progettazione ecocompatibile per stabilire le priorità di una vita più lunga; 
– migliorare i potenziali di smaltimento / ritrattamento a fine vita; 
– proseguire nello sviluppo e nell’uso dell’etichetta energetica dell’UE per aiutare il processo decisionale da parte dei consumatori; 
– sviluppare ulteriormente gli appalti pubblici verdi (GPP) per creare un’ ulteriore domanda di prodotti rispettosi dell’ambiente; 
– estendere la responsabilità del produttore a fine vita come incentivo chiave verso la “produzione per la circolarità”; 
– adottare criteri di EU Ecolabel per display elettronici;
– dotare il prodotto di un passaporto elettronico per fornire informazioni sull’origine, la composizione e le possibilità di riparazione di un prodotto, nonché sulla sua possibile gestione a fine vita.

Per rispondere a tali sfide ed opzioni, l’AEA ricorda che il recente Piano d’azione per l’Economia circolare, adottato dalla Commissione UE lo scorso marzo, incentra l’attenzione sui settori che utilizzano più risorse e che hanno un elevato potenziale di circolarità, tra cui l’elettronica e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono individuate come tra le principali catene di valore.

Inoltre, la Commissione UE ha annunciato che presenterà  un’iniziativa per i prodotti circolari che mobiliti sia gli strumenti politici esistenti che di nuovi, promuovendo una vita più lunga dei prodotti attraverso una serie di azioni, tra cui delle misure regolamentari ai sensi della Direttiva sulla progettazione ecocompatibile, l’attuazione di misure normative relative al “diritto alla riparazione” per i caricabatterie, il miglioramento della raccolta e del trattamento dei RAEE e la revisione delle norme dell’UE in materia di restrizioni di sostanze pericolose nelle AEE.

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