Circular economy Sostenibilità

Economia circolare: Italia perde il primato superata dall’Olanda

Nel corso dell’evento “Transizione ecologica: a che punto è l’Europa” che si è svolto a Roma, riavviando la sessione autunnale del Festival nazionale dell’economia circolare che ritornerà nella sua sede naturale (Alba, 20-23 settembre 2023), è stata presentata l’edizione 2023 del Rapporto Circonomìa, curato da Duccio Bianchi, che evidenzia come l’Italia stia rallentando rispetto alla media dell’UE in tutti gli indicatori 17), eccetto che nel tasso di riciclo totale dei rifiuti.

L’Italia ha perso a vantaggio dell’Olanda il 1° posto che deteneva fino allo scorso anno nella graduatoria europea di circolarità ed efficienza d’uso delle risorse.

Il dato emerge dal Rapporto Circonomìa 2023, curato da Duccio Bianchi e presentato a Roma il 14 settembre 2023 nel corso dell’evento “Transizione ecologica: a che punto è l’Europa?” che segna la ripresa della sessione autunnale, dopo quella primaverile, del Festival nazionale dell’economia circolare e della transizione ecologica, rientrando nella sua sede naturale (Alba, 20-23 settembre 2023).

Il ranking sull’economia circolare viene costruito su 17 indicatori suddivisi in 3 categorie che rilevano:
Impatto sull’uso di risorse: 5 indicatori per misurare l’impatto ambientale diretto procapite delle attività economiche e civili su ambiente e clima: consumo interno di materia interno; consumo finale di energia fossile; emissioni climalteranti; produzione di rifiuti; consumo di suolo artificializzato.
Efficienza d’uso delle risorse: 6 indicatori che misurano l’efficienza e la produttività di uso delle risorse, generalmente considerata rispetto al Prodotto Interno Lordo a parità di potere d’acquisto: PIL generato da una tonnellata di consumo di materia; consumo finale di energia fossile per unità di PIL; emissioni climalteranti per unità di PIL; produzione di rifiuti per unità di PIL; consumo di suolo per unità di PIL; % di circolarità di materia nell’economia.
Fattori di risposta: 6 indicatori che misurano la capacità di risposta e di innovazione ai problemi ambientali: quota di energia rinnovabile sul totale dei consumi finali; % di rinnovabili nel settore elettrico; % di riciclo sul totale dei rifiuti; quota di riciclo dei rifiuti urbani; quota di terreno agrario convertito a biologico; % auto elettriche sulle nuove immatricolazioni.

Nel loro insieme i 17 indicatori restituiscono una fotografia attendibile dello stato di circolarità e sostenibilità ambientale nei 27 Stati dell’UE nelle 3 macroregioni italiane.

I dati per Circonomìa 2023 sono generalmente riferiti al 2021, con le eccezioni dei dati relativi alla produzione di rifiuti procapite e per unità di PIL e il tasso di riciclo totale riferiti al 2020 (mentre per il riciclo dei rifiuti urbani sono riferiti al 2021), dei dati sulle immatricolazioni di auto elettriche riferiti al 2022 e dei dati sul consumo di suolo che si riferiscono al 2018.

Gli elementi di novità più rilevanti del Rapporto sono 3.
1. L’Italia, pur confermando una ottima prestazione complessiva e il primato dell’Italia centrale che come nel 2022 se fosse uno Stato a sé occuperebbe il primo posto del ranking, non è più capo-classifica, sorpassata dall’Olanda. Complessivamente l’indice si mostra stabile, con un miglioramento importante nel ranking di Portogallo e Svezia e un arretramento di Francia, Belgio e Ungheria. Sia Olanda che Svezia mostrano in particolare un marcato miglioramento nei valori assoluti delle rinnovabili, dei consumi energetici, delle emissioni climalteranti.

2. L’Italia fa peggio della media europea in quasi tutti gli indicatori, peggiora in valori assoluti in alcuni indicatori non marginali. I dati del 2021 (e quelli del 2022, non riportati nell’indice per la mancanza o incompletezza di dati regionali) segnalano una forte battuta d’arresto e rendono evidenti quei limiti di capacità di governo e di innovazione che già emergevano negli anni precedenti.

3. Si accorciano le distanze tra Nord e Sud dell’Italia, sia per effetto di un relativo miglioramento di alcune prestazioni nelle regioni meridionali, sia per un rallentamento o un peggioramento delle regioni settentrionali in diversi indicatori (per esempio nel consumo di materia, nella quota di energie rinnovabili, persino nel tasso di riciclo dei rifiuti urbani). Significativo è anche il fatto che rispetto al 2022 la macroregione del Nord arretri nel ranking generale dietro ad Olanda ed Austria.

Più del ‘sorpasso’ olandese, a colpire è il brusco rallentamento del cammino ‘green’ italiano negli ultimi anni – si legge nell’introduzione al Rapporto del Direttore scientifico del Festival Circonomìa , Roberto Della Seta In tutti gli indicatori tranne uno (tasso di riciclo dei rifiuti), dal 2018 in poi corriamo di meno della media dei Paesi UE. Talvolta il peggioramento non è solo relativo ma assoluto: consumiamo più materia e produciamo più rifiuti sia per abitante che per unità di PIL (mentre i dati medi europei segnano una riduzione), produciamo più emissioni climalteranti pro-capite (dato medio europeo: -7 peggio dell’Europa nel consumo di energia fossile (noi stabili, in Europa -5%) e nella crescita delle energie rinnovabili: +7% sul totale dei consumi contro il +14% dell’Europa, +2,2% sulla produzione elettrica contro il +15,2% europeo”.

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