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Digitale terrestre 2: gli italiani sono preparati al passaggio?

In vista del passaggio alla seconda generazione del digitale terrestre che costringerà milioni di famiglie a sostituirei propri televisori o decoder, disfacendosi delle apparecchiature obsolete, il Consorzio Remedia avvia la campagna per un’adeguata informazione per il corretto smaltimento di questi RAEE pericolosi.

Tra il 2020 e il 2022 avverrà una nuova rivoluzione della televisione italiana, le cui emittenti trasferiranno le proprie frequenze su una banda diversa rispetto a quella utilizzata oggi. In sintesi, si passerà dallo standard di trasmissione televisivo DVB (digital video broadcasting) T1 al DVB T2, la seconda generazione del digitale terrestre.

Alla base del nuovo standard di trasmissione del segnale tv, c’è la liberazione delle frequenze mobili della banda 700 (compresa tra i 694 e i 790 MHz), indispensabili per la rete mobile 5G , quella che consentirà connessioni molto veloci con un notevole miglioramento della qualità visiva e dell’alta definizione, secondo la Comunicazione 573/2016/UE.

Come accadde al tempo del passaggio dall’analogico al digitale terrestre, anche questa volta i vecchi televisori dovranno essere sostituiti. A tal fine la Legge di Bilancio 2018 (Art. 1. Commi 1031-1044), aveva previsto il passaggio, in linea con le normative europee del segnale digitale terrestre, e “un contributo ai costi a carico degli utenti finali per l’acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva […] Per tale finalità nell’ambito delle risorse di cui al primo periodo del presente comma, sono assegnati 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2019-2022”.

La transizione verso il segnale del nuovo digitale terrestre sarà graduale e interesserà le diverse regioni italiane appartenenti alle rispettive aree, secondo un preciso calendario che stabilisce quando avverrà il passaggio al DVB-T2:
– Area 2 e 3: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia di Trento, provincia di Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna dal 1° settembre 2021 al 31 dicembre 2021;
– Area 1: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022;
– Area 4: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise e Marche dal 1° aprile 2022 al 20 giugno 2022.

Si calcola che saranno circa 18 milioni di famiglie italiane che si ritroveranno a sostituire i propri televisori acquistando apparecchi compatibili con la nuova tecnologia o nuovi decoder, disfacendosi delle apparecchiature obsolete.

Come accaduto tra il 2009 e il 2012 nel passaggio dal segnale analogico al segnale digitale, anche in questa occasione bisognerà approntare una adeguata informazione per un corretto smaltimento di questi “rifiuti” (RAEE) che sono “pericolosi” a causa del loro impatto ambientale se scorrettamente smaltiti.

Al contempo sono anche un’importante risorsa, perché contengono importanti materie prime critiche (Critical Raw Materials) ovvero quelle che presentano un rischio particolarmente elevato di carenze di approvvigionamento nel prossimo decennio e che hanno un ruolo particolarmente importante per l’economia circolare, e che, pertanto se ne deve aumentare il recupero.

I Consorzi dei RAEE si apprestano, quindi, a organizzare Campagne informative per preparare adeguatamente gli italiani e c’è chi ha anticipato i tempi, come Remedia, il primo consorzio per la gestione eco-sostenibile di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), pile e accumulatori (PA) a fine vita, a cui aderiscono 2.200 aziende, che dal 2005 è impegnato nella cultura del servizio e dell’eccellenza nella gestione dei RAEE.

Gli italiani sono preparati?, si chiede in un Comunicato Remedia.
È probabile che molti si appresteranno sin da subito a cambiare il proprio TV o decoder ed è importante, vi si legge, ricordare le diverse opportunità a disposizione per un corretto smaltimento dei decoder o televisori non più adeguati.

Non tutti i TV sono da buttare: il consumatore può verificare la compatibilità del proprio dispositivo alla nuova tecnologia, controllando che la scheda tecnica del proprio TV o decoder abbia il bollino DVBT2. Oppure verificare se il proprio apparecchio riceve già i canali 100 e 200 che Rai e Mediaset hanno messo a disposizione per i segnali test della nuova modalità. Qualora non si veda i canali non è comunque detto che il tv non sia compatibile, poiché il test non è ancora ottimizzato per i consumatori finali. In generale se il prodotto è stato acquistato dal 1° gennaio 2017è sicuramente già compatibile con il nuovo digitale terrestre.

Il consumatore che vuole liberarsi del vecchio televisore o decoder ha diritto a consegnarlo gratuitamente al punto vendita al momento dell’acquisto del nuovo apparecchio, grazie al servizio “Uno contro uno”. In alternativa, potrà portare il prodotto ormai in disuso presso l’isola ecologica del proprio comune di riferimento. 

Il prossimo switch-off del digitale terrestre e la sostituzione degli apparecchi obsoleti con la nuova tecnologia contribuirà nei prossimi anni all’incremento di questa tipologia di rifiuti. In particolare, Remedia stima un ricambio medio del televisore principale delle famiglie italiane che non si esaurirà con l’anno in arrivo, ma che coinvolgerà i prossimi otto anni circa. Contando che, oggi, molte famiglie usufruiscono ancora del “vecchio tubo catodico”.

In particolare, è importante porre l’accento sul corretto riciclo, anche perché da un televisore si può recuperare l’89% di materiali che, se riciclati correttamente, possono dar vita a nuove materie prime seconde, da riutilizzare nei cicli produttivi. Fra le principali frazioni ricavate, si ottengono ad esempio rame, ferro, alluminio, vetro, plastica, ma anche argento e oro.

“In un contesto come quello di oggi fortemente influenzato dalla digitalizzazione e dal passaggio a uno stile di vita sempre più smart, è fondamentale essere presenti e vigili in tutte le tappe di questa rivoluzione tecnologica che si evolve sempre più rapidamente, con un inevitabile impatto sulla crescita dei rifiuti tecnologici a livello mondiale – ha commentato Danilo Bonato, Direttore Generale Remedia – Come consorzio nazionale, ci rivolgiamo a tutti gli attori in campo, quindi anche ai cittadini, per accrescerne la consapevolezza e responsabilizzarli sul loro importante ruolo per realizzare una corretta filiera del riciclo, soprattutto quando si parla di elettrodomestici come i televisori, oggetti di larga diffusione che possono trasformarsi in rifiuti di difficile gestione. Conoscere diritti e possibilità a disposizione per la corretta raccolta del rifiuto è il primo passo per una gestione ecosostenibile dei RAEE, puntando a limitare l’impatto ambientale che svolte tecnologiche di questo tipo possono provocare”.

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