Una guida di WWF – Greening the Financial Regulation Initiative sottolinea l’importanza che le banche centrali, gli enti di regolamentazione e di supervisione finanziaria pongano rimedio alla deforestazione e al cambiamento di uso del suolo che rischiano di compromettere la stabilità dei prezzi e del mercato globale, raccomandando azioni specifiche e immediate per gestire i flussi finanziari dannosi per l’ambiente e la società.
Le banche centrali, gli enti di regolamentazione finanziaria e i supervisori devono adottare urgentemente misure adeguate per ridurre i flussi finanziari che favoriscono la deforestazione e la conversione degli ecosistemi globali, minacciando la stabilità economica a lungo termine dei paesi.
L’avvertimento è nella Guida “Deforestation and Conversion: An introductory guide for central bankers, financial regulators and supervisors” pubblicata il 17 luglio 2024 dal WWF – Greening the Financial Regulation Initiative che illustra come il settore finanziario, attraverso i suoi investimenti in agricoltura, estrazione mineraria e altre attività che alimentano la deforestazione e la conversione degli ecosistemi, stia attualmente aumentando la sua esposizione a rischi fisici e di transizione che rappresentano gravi minacce per la stabilità economica globale.
“Il cambiamento climatico e la perdita di natura rappresentano minacce per la macroeconomia e il sistema finanziario – si legge nel Rapporto – Nell’affrontare queste minacce, soprattutto in relazione alla stabilità finanziaria e dei prezzi a lungo termine, le banche centrali e gli enti di regolamentazione e supervisione finanziaria hanno un ruolo importante da svolgere“.
Eppure, nonostante le note conseguenze, i fondi continuano a riversarsi in settori distruttivi e sono necessarie misure monetarie, normative e di vigilanza per affrontare i rischi finanziari derivanti da questi investimenti, nonché gli impatti sugli ecosistemi.

“L’economia globale dipende dalla natura e pertanto è esposta al rischio finanziario della perdita di natura a breve e lungo termine – ha affermato Pablo Pacheco, Lead Scientist di WWF Forest Practice e co-autore della Guida – Ecco perché le banche centrali, le autorità di vigilanza e di regolamentazione dovrebbero internalizzare i rischi associati alla perdita di natura nelle politiche e nelle operazioni monetarie“.
Per ridurre i rischi finanziari posti dal cambiamento climatico e dalla perdita di natura, il WWF invita le banche centrali, le autorità di vigilanza e di regolamentazione ad affrontare le cause profonde all’interno delle loro attività e dei loro portafogli. Ciò comporta l’adozione di misure per limitare i flussi finanziari diretti ad attività responsabili della deforestazione e garantire che i portafogli di investimento non contribuiscano all’esacerbazione del cambiamento climatico e della perdita di natura. In questo modo, possono ridurre significativamente i rischi finanziari associati al degrado ambientale.
Secondo l’ultimo annuale Rapporto Forest 500 di Global Canopy, che valuta le aziende e gli istituti finanziari più influenti in base alla solidità e all’attuazione dei loro impegni resi pubblici in materia di deforestazione, conversione degli habitat e violazioni dei diritti umani ad essa correlate, a fine 2023 ben 150 istituti finanziari hanno fornito 6,1 trilioni di dollari a 350 aziende più esposte al rischio di deforestazione tropicale nel 2023.
“Le banche centrali, gli enti di regolamentazione e supervisione finanziaria non possono sostituire alcuna azione governativa, ma dovrebbero collaborare con i decisori politici e fare la loro parte – ha affermato. Maud Abdelli, responsabile della Greening the Financial Regulation Initiative del WWF e co-autrice della Guida – Meno il sistema finanziario è preparato ad adattarsi a normative e preferenze che mirano a fermare la deforestazione e la conversione, più diventa difficile prevenirne l’instabilità“.

Uno dei maggiori fattori che contribuiscono al cambiamento climatico e alla perdita di natura è il cambiamento dell’uso del suolo. Secondo uno Studio di ricercatori europei, coordinati dal Gruppo IMK-IFU del Karlsruhe Institute of Technology (KIT), il 48% è attribuibile alla deforestazione e alla conversione di altri ecosistemi, ad esempio per trasformare terreni precedentemente boschivi in terreni agricoli.
Ma il rischio va oltre gli impatti ambientali: la deforestazione e la conversione dell’uso del suolo sono la fonte di rischi fisici e di transizione che influenzano l’economia e possono portare al collasso dell’intero sistema finanziario. Tuttavia, le istituzioni finanziarie responsabili dell’allocazione delle risorse ai settori collegati alla deforestazione non riescono a riconoscere questo rischio e di conseguenza ad intraprendere sforzi per eliminare la deforestazione correlata alle materie prime.
Secondo il WWF, il Regolamento UE sui prodotti a deforestazione zero (EUDR), entrato in vigore il 29 giugno 2023, che impone a qualsiasi operatore o commerciante che immette determinati prodotti sul mercato dell’UE o che li esporta da tale mercato di essere in grado di dimostrare che non provengono da terreni recentemente disboscati né che hanno contribuito al degrado forestale, con l’obiettivo di ridurre la deforestazione e il degrado forestale causati dal consumo e dalla produzione nell’UE, potrebbe includere anche gli istituti finanziari quando entro il 30 giugno 2025 la Commissione UE presenterà l’analisi d’impatto del Regolamento e la potenziale proposta di estenderlo ad altri soggetti.