Sono stati presentati nel corso di un Convegno dedicato al contributo dell’economia circolare alla decarbonizzazione i risultati di un Progetto condotto dall’ENEA, in collaborazione con Utilitalia, in grado di quantificare i risparmi energetici e la riduzione delle emissioni climalteranti derivanti dall’uso di materiali riciclati al posto di quelli vergini, sottolineando l’opportunità di valorizzare le materie prime secondarie, attraverso certificati di riciclo.
Garantire un utilizzo costante alle materie prime secondarie ottenute dal riciclaggio dei rifiuti è indispensabile per una vera attuazione dell’economia circolare ma ha bisogno di strumenti di supporto dedicati. Per questo è fondamentale riconoscere e valorizzare il contributo dell’economia circolare al risparmio di energia e alle mancate emissioni climalteranti che deriva dalla loro produzione e uso.
È quanto chiedono ENEA e Utilitalia sulla base dei risultati del Progetto TE3C (acronimo che unisce la sigla di Titoli di Efficienza Energetica Circolare (TEEC) a Crediti di Carbonio Circolare (3C) che sono stati presentati nel corso dell’evento “Il contributo dell’economia circolare alla neutralità climatica”, svoltosi il 27 febbraio 2025 presso l’Auditorium del GSE.
L’analisi dei consumi e delle emissioni è stata effettuata secondo l’approccio “dalla culla al mercato”, dove nel caso delle materie prime la “culla” è l’estrazione dalla biosfera, mentre nel caso delle materie secondarie la “culla” è la fase di raccolta di rifiuti o sottoprodotti dal sistema economico da sottoporre a processi di selezione e valorizzazione. In questo senso la proposta mira a garantire un utilizzo costante alle materie prime secondarie ottenute dal riciclaggio dei rifiuti: un passaggio indispensabile per una vera attuazione dell’economia circolare che però ha bisogno di strumenti di supporto dedicati. Per questo è fondamentale riconoscere e valorizzare il contributo dell’economia circolare al risparmio di energia e alle mancate emissioni climalteranti derivanti dalla loro produzione e uso.
Nell’ambito delle attività svolte, è stato realizzato uno strumento informatico presente sul web, associato a un database, contenente le informazioni sui consumi energetici e sulle emissioni di CO2 equivalenti che derivano dall’utilizzo delle materie prime vergini e secondarie, per calcolare i risparmi in termini di energia e di emissioni.
“L’economia circolare gioca un ruolo fondamentale per raggiungere la neutralità climatica, perché trasforma il modo in cui produciamo, consumiamo e gestiamo i materiali minimizzando le emissioni di CO2 e ottimizzando l’uso delle risorse – ha commentato Claudia Brunori, Direttrice del Dipartimento ENEA Sostenibilità, Circolarità e Adattamento al Cambiamento Climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali – L’ENEA è in prima linea per accelerare questa transizione, sviluppando tecnologie e soluzioni concrete come il software sviluppato con Utilitalia, in grado di quantificare e valorizzare i risparmi energetici e la riduzione delle emissioni climalteranti derivanti dall’uso di materiali riciclati al posto di quelli vergini”.
In oltre due anni sono state analizzate le informazioni relative a più di 40 filiere del riciclo, comparandole con le prestazioni delle filiere tradizionali, evidenziando, mediamente, un risparmio in termini di consumi energetici ed emissioni a parità di unità di prodotto, nel caso di utilizzo di materie secondarie.
Nel caso del cartone il risparmio di energia equivale a 0,25 tonnellate di petrolio equivalente per tonnellata di materia prima secondaria utilizzata [TEP/t], per il vetro 0.58 TEP/t, per il PET (il polimero della plastica delle bottiglie di acqua minerale) 1,11 TEP/t, per l’acciaio 2,86 TEP/t, risparmio energetico che può essere espresso anche come emissioni climalteranti evitate.
“Oltre al tema fondamentale dell’economia circolare il riciclo può offrire un contributo importante anche sul fronte della decarbonizzazione e quindi della transizione energetica – ha spiegato Filippo Brandolini, Presidente di Utilitalia – La decarbonizzazione, nel quadro delle azioni per la transizione ambientale, è uno dei pilastri della politica dell’Unione Europea. Molto si è fatto nel settore energetico ma poca o nessuna attenzione finora è stata data a quanto può contribuire ad essa l’economia circolare. Questo studio pone le basi per favorire l’utilizzo delle materie secondarie in sostituzione delle materie prime, attraverso un meccanismo analogo a quello attualmente esistente per il mercato dei titoli di efficienza energetica e a quello dei crediti di carbonio. Permette inoltre di incentivare l’uso delle materie secondarie nei processi produttivi, favorendo un corretto funzionamento delle filiere del riciclo. E, infine, può garantire una maggiore resilienza del sistema Italia rispetto all’approvvigionamento delle materie prime in generale e delle materie critiche e strategiche in particolare”.
Il 26 febbraio 2025 la Commissione UE ha adottato la Comunicazione “The Clean Industrial Deal: A joint roadmap for competitiveness and decarbonisation”, un ambizioso piano per sostenere la competitività e la resilienza dell’industria europea, accelerando sulla decarbonizzazione e garantendo al contempo il futuro della produzione manifatturiera, in cui si riafferma che la circolarità è un elemento centrale dell’accordo, al fine di ”massimizzare le risorse limitate dell’UE e ridurre le dipendenze eccessive dai fornitori di materie prime di paesi terzi”.
Pertanto, il momento è propizio per attivare quei Certificati del Riciclo (CdR) quali incentivi basati sui benefici energetici e climatici delle materie recuperate, come da tempo chiedono le associazioni dei riciclatori, peraltro inseriti nella Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, come estensione dei Certificati Bianchi.