Cambiamenti climatici Clima

COP26 ufficialmente riprogrammata: Glasgow, 1-12 novembre 2021

È stata approvata la richiesta di Gran Bretagna e Italia di spostare di un anno intero lo svolgimento della Conferenza ONU sul Clima (COP26). La riprogrammazione darà più tempo ai Governi per coinvolgere i leader mondiali sulla necessità di rafforzare le loro strategie climatiche, sulla base anche dell’esito delle elezioni presidenziali USA. Da non trascurare la possibilità che in futuro parte della COP possa svolgersi sul web per maggiore trasparenza e partecipazione.

La Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC-COP26) che avrebbe dovuto tenersi in Gran Bretagna (Glasgow, 9-20 novembre 2020) in partnership con l’Italia che avrebbe ospitato (Milano, 28 settembre – 2 ottobre 2020) due iniziative preparatorie (Youth for Climate e Pre-COP), è stata ufficialmente riprogrammata per il prossimo anno (1-12, novembre 2021).

La decisione è arrivata dopo che il Governo britannico, in accordo con quello italiano, aveva inviato una lettera al focal point nazionale dell’UNFCCC, con la richiesta di spostare di un anno la data del vertice a seguito della pandemia di Covid-19.

Nonostante siamo concentrati nel combattere la crisi del coronavirus, non dobbiamo perdere di vista la grande sfida del cambiamento climatico – ha dichiarato il Presidente della Cop26 e Ministro del Regno Unito per il Business, energia e strategia industriale, Alok Sharma,- Ora che abbiamo stabilito le nuove date per la COP26 possiamo lavorare con i nostri partner internazionali nella ambiziosa roadmap di azione globale per il clima da qui al novembre 2021. I passi che stiamo prendendo per ricostruire le nostre economie avranno un profondo impatto sulla sostenibilità, la resilienza e il benessere delle nostre future società e la Cop26 può essere un’occasione in cui il mondo si unisce in nome di una ripresa pulita e resiliente. Tutti dovranno accrescere le proprie ambizioni per affrontare il cambiamento climatico e l’expertise dei ‘Friends of COP’ sarà determinante per contribuire a dare impulso all’azione per il clima in tutto il mondo”.

I “Friends of COP26” sono le personalità dei vari continenti che assisteranno il Governo del Regno Unito e saranno di ispirazione per i loro settori in vista della Conferenza. Tra questi ci sono, Eric Garcetti, Sindaco Los Angeles, Christiana Figueres, ex Segretaria esecutiva dell’UNFCCC, Laurence Tubiana, CEO dell’European Climate Foundation (ECF) e Sharan Burrow, Segretario generale della International Trade Union Confederation.

Le imprese e gli attivisti hanno accolto favorevolmente il rinvio della COP26 di un intero anno, osservando che con la riprogrammazione i Governi potranno verificare l’esito delle elezioni presidenziali USA di questo autunno e più tempo per coinvolgere i leader mondiali sulla necessità di rafforzare le loro strategie climatiche.

Sono lieto che le consultazioni con le Parti hanno reso possibile accordarsi collettivamente e rapidamente per le nuove date della COP26 – ha sottolineato il Ministro dell’Ambiente, Sergio CostaLe nuove date significano che la Conferenza si terrà quando la tragedia del Covid-19 sarà alle nostre spalle e saremo in grado di assicurare inclusione, che per noi rappresenta un pre-requisito fondamentale per una COP26 ambiziosa basata su un impegno globale all’azione. Da ora al novembre 2021 sfrutteremo ogni occasione internazionale per accrescere l’ambizione e la mobilitazione, compresi la Presidenza italiana del G20 e quella britannica del G7”.

In un primo momento era stata avanzata l’ipotesi che la Conferenza avrebbe potuto svolgersi nella primavera 2021, ma poi i timori di una eventuale ripresa del nuovo coronavirus in inverno, la trasformazione della sede della Conferenza a Glasgow in ospedale da campo per i malati di Covid, nonché l’afflusso nel luogo di 30.000 persone, tra le quali 200 capi di Stato e di Governo, ha spinto per un rinvio più lungo.

Era stata presa in considerazione anche la possibilità di una COIP26 virtuale, come sta avvenendo in questi mesi per altre Conferenze, Convegni e Tavole rotonde di alto livello, dando all’evento maggiore partecipazione e trasparenza.

Le preoccupazioni che la mancanza di un confronto faccia a faccia avrebbe potuto limitare le possibilità di raggiungere un accordo e le disuguaglianze tra i Paesi in termini di digitalizzazione (digital divide) hanno fatto declinare questa eventualità.

Comunque, questa alternativa non deve essere trascurata in futuro, come hanno osservato ricercatori del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Università Ca’ Foscari di Venezia e University College di Londra (UCL) nella Corrispondenza A digital climate summit to maintain Paris Agreement ambition““, pubblicata su Nature Climate Change il 1° giugno 2020, dove gli autori suggeriscono che l’organizzazione di una “COP26-Parte 1 digitale” per integrare, anziché sostituire, la COP26 dell’anno prossimo, potrebbe costituire l’occasione per sostenere le ambizioni climatiche in un periodo così cruciale, evitando che il rinvio dei colloqui sul clima si traduca in un rinvio di un’azione ambiziosa sul clima.

Oltre a questioni legate alla traduzione in tempo reale nelle sei lingue delle Nazioni Unite – ha spiegato Elisa Calliari, di CMCC-Università Ca’ Foscari-UCL, co-autrice dell’articolo – il divario digitale tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo potrebbe comportare un’ulteriore fonte di asimmetria di potere all’interno del processo negoziale UNFCCC. Inoltre, un negoziato digitale chiederebbe di rinunciare alla diplomazia faccia a faccia, che svolge un ruolo importante nel creare fiducia e favorire la cooperazione internazionale. Tuttavia, dopo aver partecipato per anni alle COP, abbiamo la sensazione che questi mega-eventi non siano necessariamente la formula più efficiente ed efficace per promuovere la cooperazione sull’azione climatica”.

Pertanto, il team suggerisce che garantire i vantaggi della negoziazione faccia a faccia non implica necessariamente il rinvio di tutti gli annunci formali e degli eventi collaterali che ogni anno si svolgono durante le COP.

Suggeriamo di immaginare un nuovo formato, in grado di mantenere lo slancio politico dell’azione per il clima a livello politico garantendo al contempo la partecipazione delle imprese, della ricerca e della società civile – ha affermato Jaroslav Mysiak, Direttore della divisione Risk Assessment and Adaptation Strategies presso la Fondazione CMCC e co-autore della Corrispondenza – Proponiamo una ‘COP26-Parte 1 digitale’: uno spazio virtuale in cui annunciare e discutere tutti gli aspetti che non necessitano di essere negoziati dalle Parti, ovvero dai Paesi. Gli annunci dei nuovi e più ambiziosi piani d’azione per il clima e delle strategie mirate all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 possono essere fatti dalle Parti in questo spazio virtuale, che può anche essere il luogo in cui comunicare i loro impegni in termini di stanziamento di finanziamenti per il clima e le loro iniziative per costruire comunità più resilienti. Inoltre, la nostra proposta include l’organizzazione in videoconferenza del ricco programma di eventi collaterali che caratterizza la COP ogni anno”.

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