Cambiamenti climatici Energia

Cooling poverty: nuova forma di povertà nel pianeta che si riscalda

Un nuovo articolo pubblicato su Nature Sustainability con il contributo di ricercatori del Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e del RFF-CMCC-European Institute on Economics and the Environment, chiede un nuovo approccio alle strategie di protezione dal caldo a fronte del cambiamento climatico in atto, introducendo il nuovo concetto di simemiq cooling poverty (povertà da raffreddamento sistemica).

Nell’estate appena trascorsa centinaia di milioni di persone in Nord America, Europa, Africa settentrionale e Asia hanno sofferto condizioni climatiche insopportabili. In un mondo con ondate di calore sempre più frequenti ed intense e il conseguente aumento di vendita di condizionatori, la domanda di energia necessaria per il raffreddamento è destinata a triplicarsi entro il 2050, con il correlato aumento delle emissioni di gas serra e quindi dell’ulteriore aggravamento del problema stesso che dovrebbe alleviare.

Inoltre, la necessità di raffreddamento può costringere gli abitanti dei Paesi più poveri ad adottare apparecchi di raffreddamento obsoleti, inefficienti e pericolosi, come i vecchi condizionatori d’aria, che rappresentano un rischio per la salute delle persone (legionella); o i serbatoi d’acqua, che facilitano la diffusione di malattie trasmesse dalle zanzare (ad esempio, dengue, chikungunya). 

Un nuovo Studio Understanding systemic cooling poverty”, pubblicato il 25 settembre 2023 su Nature Sustainability da ricercatori dell’Università di Oxford, dell’Università Ca’ Foscari Venezia, della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), di RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, porta l’attenzione sulla natura multidimensionale della povertà da raffreddamento (cooling poverty) che sta emergendo in un mondo in via di riscaldamento e introduce il nuovo concetto di sistemiq cooling poverty.

La cooling poverty si può definire sistemica quando si sviluppa in contesti in cui organizzazioni, famiglie e individui sono esposti agli effetti dannosi del crescente stress da calore, principalmente a causa di infrastrutture inadeguate. Tali infrastrutture comprendono beni fisici (come soluzioni di riqualificazione energetica passiva, catene del freddo o dispositivi tecnologici personali per il raffreddamento), sistemi sociali (come reti di supporto e infrastrutture sociali) e risorse immateriali (come la conoscenza, che può permettere di adattarsi intuitivamente agli effetti combinati di calore e umidità).

La definizione proposta si discosta dai concetti esistenti di povertà energetica fuel poverty– ha sottolineato Antonella Mazzone, Ricercatrice post-Dottorato all’Università di Oxford, Programma Future of Cooling- Oxford Martin School, e principale autrice dello Studio  – La cooling poverty sistemica evidenzia il ruolo delle infrastrutture di raffreddamento passivo (utilizzando acqua, superfici verdi e bianche), dei materiali da costruzione per un’adeguata protezione termica esterna e interna e delle infrastrutture sociali. La sua portata sistemica considera anche lo stato dell’offerta di raffreddamento disponibile per il lavoro all’aperto, l’istruzione, la salute e la refrigerazione. In questo senso, lo spazio e il luogo giocano un ruolo chiave in questa concettualizzazione della povertà da raffreddamento. Va oltre l’energia e abbraccia un’analisi multidimensionale e multilivello di infrastrutture, spazi e corpi“.

Lo studio identifica cinque dimensioni fondamentali che interagiscono tra loro, definendo insieme il concetto proposto di cooling poverty sistemica: Clima, Comfort termico di infrastrutture e beni, Disuguaglianza sociale e termica, Salute, Istruzione e standard lavorativi.

La figura mostra il quadro proposto con le cinque dimensioni fondamentali che definiscono la povertà sistemica da raffreddamento e le sue quindici sottodimensioni o variabili. Il quadro si basa sull’Indice di povertà multidimensionale (MPI) sviluppato dalla Oxford Poverty and Human Development Initiative (OPHI)35 , ponendo al centro le dimensioni del benessere umano “salute” e “istruzione”.

il concetto ha molte importanti implicazioni politiche – ha affermato Enrica De Cian, Docente presso il Dipartimento di Economia ell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Ricercatrice senior presso il CMCC, co-autrice dello studio – in quanto evidenzia l’importanza di affrontare i rischi legati all’esposizione al calore con un coordinamento efficace tra diversi settori, come l’edilizia abitativa, la sanità, l’alimentazione e l’agricoltura, i trasporti“. 

Questo nuovo indice può aiutare i governi a programmare in modo tempestivo ed etico gli interventi di raffreddamento più necessari, tenendo in considerazione i relativi compromessi

La prossima sfida sarà quella di rendere pienamente operativo il quadro proposto per il raffreddamento in diversi contesti e su diverse scale – ha aggiunto Giacomo Falchetta, Ricercatore post-Dottorato allo IIASA (Istituto Internazionale per l’Analisi dei Sistemi Applicati e Ricercatore presso il CMCC con il Programma congiunto CMCC@Ca’Foscari, che ha contribuito allo studio – ed è questa la direzione che desideriamo perseguire nel futuro lavoro di ricerca“,

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