A Ecoforum (Roma, 21-22 ottobre 2020) è stata presentata l’annuale indagine e i risultati del concorso Comuni Ricicloni 2020 di Legambiente, che confermano che, nonostante siano 51 in più rispetto all’anno scorso, sono ancora pochi i Comuni rifiuti free, anche in relazione ai nuovi obiettivi previsti dal Pacchetto di Direttive sull’economia circolare. Il CIC ha conferito il Premio speciale a Fise Assoambiente e Utilitalia, in rappresentanza di tutte le aziende private e pubbliche per l’impegno, il senso di responsabilità e lo spirito di abnegazione dimostrati dagli operatori del settore nel pieno dell’emergenza sanitaria.
In occasione della giornata conclusiva di Ecoforum, la VII edizione della Conferenza nazionale sull’economia dei rifiuti (Roma, 21-22 ottobre 2020), organizzata da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club, in collaborazione con CONOU e col patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), è stata presentata l’indagine Comuni Ricicloni 2020.
Sono 598 i Comuni Rifiuti Free,quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all’anno: 51 in più dello scorso anno e la maggior parte di questi sono nel Meridione, passati da 84 a 122 e pesano, ora, per il 20,4% sul totale dei Comuni in graduatoria. Il merito di questa rimonta va, soprattutto, all’Abruzzo, che porta i comuni virtuosi da 15 a 38 (con un balzo dal 5 al 12% sul totale dei comuni della Regione), alla Campania che sale da 23 a 36 comuni (dal 4 al 7%) e alla Sicilia che passa da uno a otto comuni (da 0 a 2%), tra cui Misilmeri (PA) di oltre 30mila abitanti.
I Comuni del Centro rappresentano il 6,5% del totale dei Comuni in classifica e il Nord, nonostante l’incremento in numeri assoluti, per la prima volta scende dal 77% al 73,1%. Da segnalare la Lombardia che cresce di 22 comuni (da 85 a 107).
Tra i Capoluoghi di provincia sono solo 4 le città che rientrano nei parametri dei Comuni Rifiuti Free: Pordenone, Trento e Treviso in testa, seguiti da Belluno.
Il Veneto si conferma la Regione con il numero più elevato di Comuni rifiuti free: 168 comuni per una percentuale sul totale del 30%, stabile rispetto allo scorso anno. Seguono il Trentino-Alto Adige con 78 comuni (28%), due in più rispetto al 2019 che lo aveva visto in forte crescita, e il Friuli-Venezia Giulia, che con 48 comuni rimane a quota 22%. Poi l’Abruzzo e il Molise che passa da nove a 13 comuni (dal 7% al 10%).
Secondo gli ultimi dati di ISPRA(2018), nel complesso in Italia la produzione dei rifiuti rimane ancora alta, con 499,7 kg/ab/anno, e se la raccolta differenziata intercetta, mediamente a livello nazionale, oltre la metà dei rifiuti prodotti con il 58,1%, si registra ancora un forte divario tra Nord (67,7%), Sud (46,1%) e Centro Italia (54,1%).
“Con il recepimento del Pacchetto di direttive economia circolare rifiuti si è definito il contesto in cui gli Stati devono muoversi da qui ai prossimi anni – ha dichiarato Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziose di riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Come fotografa il nostro rapporto Comuni Ricicloni 2020, ad oggi la produzione dei rifiuti non recuperabili e conferiti in discarica al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno è raggiunta solo da 598 Comuni: in aumento rispetto allo scorso anno, ma ancora pochi. Proprio per questo è determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.
Nell’indagine Comuni Rifiuti Free 2020, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le uniche tre regioni che si vedono rappresentate in tutte e quattro le categorie del concorso: i Comuni sotto i 5.000 abitanti; tra i 5.000 e i 15.000; oltre i 15.000 e Capoluoghi. Come a dire che nel triveneto la raccolta differenziata è di qualità indipendentemente dalla dimensione demografica, grazie a un sistema di raccolta e gestione efficace basato, nella maggior parte dei casi, su sistemi consortili, raccolta porta a porta e tariffazione puntuale.
All’altro capo della classifica, con zero Comuni rifiuti free, troviamo la Valle d’Aosta (stazionaria sullo zero), con la Liguria e la Puglia che perdono entrambe i loro due comuni virtuosi
Tra i Comuni non capoluogo sopra i 15 mila abitanti, oltre a Misilmeri (PA), i vincitori di quest’anno sono Baronissi (SA), Castelfranco Emilia (MO), Porcia (PN), Porto Mantovano (MN), Castelfidardo (AN), Certaldo (FI), Pergine Valsugana (TN) e Vedelago (TV).
Nel dossier, i dati accorpati per Consorzio indicano ai primi posti quelli al di sotto dei 100mila abitanti. In testa i due Consorzi trentini Amnu Spa e Asia (Azienda Speciale per l’Igiene Ambientale), seguiti dal Consorzio veneto Unione Montana Agordina. Per quanto riguarda i consorzi più grandi, quelli sopra i 100mila abitanti, troviamo al primo posto il Consorzio di Bacino Priula (TV), al secondo il Consiglio di Bacino Sinistra Piave (TV) e al terzo il Consorzio A&T 2000 S.p.A (UD).
Comuni Ricicloni è un concorso volontario (cui concorrono le realtà che inviano i dati di produzione dei rifiuti nei tempi e nei modi stabiliti dagli organizzatori) e un dossier a cura di Legambiente, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con CONAI, Comieco, Corepla, CIAL, CoReVe, RICREA, Rilegno, Consorzio Italiano Compostatori (CIC) e Assobioplastiche, con FaterSmart e Eurosintex come partner.
Da segnalare infine che
tra i Premi speciali assegnati sempre nell’ambito della XXVII edizione dei “Comuni
Ricicloni” di Legambiente, quello del Consorzio Italiano Compostatori (CIC) che ha premiato Fise Assoambiente e Utilitalia in rappresentanza di tutte
le aziende private e pubbliche per l’impegno, il senso di responsabilità e lo
spirito di abnegazione dimostrati dagli operatori del settore nel pieno dell’emergenza
sanitaria.
“Non possiamo che premiare e ringraziare
tutti i lavoratori del settore per ciò che hanno fatto e continuano a fare,
assicurando la continuità di filiera e scongiurando altre pericolose emergenze
ambientali – ha evidenziato Massimo
Centemero, Direttore del CIC – Il
settore ha tenuto duro e ha messo in atto tutte le strategie possibili per
restare al servizio della comunità e far sì che la catena rimanesse sempre
operativa senza subire contraccolpi”.