Il Governo ha approvato definitivamente i 4 Decreti legislativi che attuano il cosiddetto Pacchetto economia circolare di modifica di 6 precedenti Direttive (rifiuti, imballaggi, discariche, RAEE, ELV, pile e accumulatori), il cui impatto sulle imprese manifatturiere italiane potrebbe essere significativo, a patto che venga colmato l’attuale deficit impiantistico per la gestione dei rifiuti.
Nella sua ultima riunione prima della pausa estiva, il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame definitivo il 7 agosto 2020, su proposta del Ministro per gli Affari Europei e del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Direttiva 2018/849/UE relativa al cosiddetto “Pacchetto economia circolare rifiuti”, approvata in via definitiva il 22 maggio 2018 e pubblicata sulla GUUE del 14 giugno 2018, che modifica 6 precedenti Direttive: su rifiuti (2008/98/CE), imballaggi (1994/62/CE), discariche (1999/31/CE), rifiuti elettrici ed elettronici (2012/19/UE), veicoli fuori uso (2000/53/CE) e pile e accumulatori (2006/66/CE), su cui il Governo aveva la delega.
Il Pacchetto avrebbe dovuto essere recepito dagli Stati membri nei propri ordinamenti nazionali entro il 5 luglio 2020, ma in Italia le Commissioni parlamentari hanno espresso il parere il 29 luglio 2020, al termine di una serie di audizioni.
Come si evince dal Comunicato stampa del Consiglio dei
Ministri, il primo Decreto Legislativo attua la modifica della Direttiva relativa ai veicoli fuori uso
(art. 1 – Direttiva 2018/849/UE), ponendosi l’obiettivo di:
– prevenire e ridurre la produzione di
rifiuti da veicoli fuori uso;
– garantire il reimpiego e il
riciclaggio ed altre forme di recupero dei veicoli e dei veicoli fuori uso;
– assicurare una più efficiente
operatività, da un punto di vista ambientale, di tutti i soggetti economici
coinvolti nel ciclo di utilizzo e di trattamento degli stessi veicoli.
Il Decreto pertanto:
– coordina le disposizioni nazionali con quelle della direttiva, con
particolare riferimento allo schema di responsabilità estesa del produttore;
– individua forme di promozione e di semplificazione per il riutilizzo delle
parti dei veicoli fuori uso utilizzabili come ricambio;
– rafforza l’efficacia e l’efficienza dei sistemi di tracciabilità e di
contabilità dei veicoli, dei veicoli fuori uso e dei rifiuti derivanti dal
trattamento degli stessi, con particolare riferimento all’obbligo della
pesatura dei veicoli fuori uso nei centri di raccolta;
– individua misure per sviluppare o incentivare il riciclo dei rifiuti
provenienti da impianti di frantumazione dotati delle migliori tecniche
disponibili, finalizzando lo smaltimento o il recupero energetico ai soli
rifiuti non riciclabili.
Il secondo Decreto Legislativo adempie alla trasposizione nell’ordinamento nazionale degli artt. 2 e 3 della Direttiva, che modificano rispettivamente la Direttiva relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e quella sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
La nuova Direttiva prevede la riduzione da tre anni a uno della periodicità con cui i Governi nazionali devono inviare alla Commissione UE la relazione contenente informazioni, comprese stime circonstanziate sulle quantità, in peso, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) immesse sul mercato e dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) raccolti separatamente ed esportati, nonché informazioni relative alla raccolta ed al riciclaggio dei rifiuti di pile e di accumulatori elaborate dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Il terzo Decreto legislativo attua la modifica della Direttiva sulle discariche di rifiuti.
Il testo introduce una nuova disciplina organica in materia di conferimento di
rifiuti in discarica, prevedendo la progressiva
riduzione del ricorso alla discarica, fino a raggiungere l’obiettivo di un
conferimento non superiore al 10% dei rifiuti urbani al 2035, nuovi e uniformi metodi di calcolo per
misurare il raggiungimento degli obiettivi, nonché il divieto di collocare in discarica rifiuti provenienti da raccolta
differenziata e destinati al riciclaggio o alla preparazione per il riutilizzo,
o comunque (a partire dal 2030) idonei
al riciclaggio o al recupero di altro tipo.
Il Decreto mira a:
– riformare il sistema dei criteri di ammissibilità dei rifiuti nelle
discariche;
– adeguare al progresso tecnologico i criteri di realizzazione e di chiusura
delle discariche;
– definire le modalità, i criteri generali e gli obiettivi progressivi, anche
in coordinamento con le regioni, per il raggiungimento degli obiettivi fissati
dalla Direttiva in termini di percentuali massime di rifiuti urbani conferibili
in discarica.
Infine, il quarto Decreto legislativo attua le modifiche alla Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Il Decreto riforma il sistema di responsabilità estesa del produttore (EPR), individuandone e circoscrivendone specificamente responsabilità, compiti e ruoli. Si semplificano le procedure per l’istituzione di nuovi sistemi di EPR e si lascia spazio alla concorrenza tra i diversi operatori. Si assoggetta, inoltre, al regime di EPR qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti (produttore del prodotto), adottando misure volte a incoraggiare la progettazione di prodotti volta a ridurre la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale.
Nel prevedere e disciplinare l’applicazione di requisiti minimi generali in materia di EPR, la Direttiva individua i requisiti atti a definire i ruoli e le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nella filiera, a determinare gli obiettivi di gestione dei rifiuti, a garantire l’alimentazione di un sistema di comunicazione efficiente relativo ai prodotti immessi sul mercato e alle quantità di rifiuti raccolti e trattati, ad assicurare un trattamento equo ai produttori di prodotti relativamente alla loro quota di mercato, ad assicurare una corretta informazione ai detentori del rifiuto in merito alle misure di prevenzione, ai centri per il riutilizzo e per la preparazione al riutilizzo e ai sistemi di raccolta.
Il Decreto:
– stabilisce che i produttori
corrispondono un contributo finanziario che consenta di coprire i costi della
raccolta differenziata;
– viene istituito un “Registro nazionale
dei produttori” per consentire il controllo del rispetto degli obblighi in
materia di EPR;
– viene rafforzato il Programma
nazionale di prevenzione dei rifiuti che conterrà anche misure relative
alla prevenzione della dispersione dei
rifiuti in ambiente naturale e alla riduzione dello spreco alimentare;
– viene previsto che MATTM, MiPAAF e Regioni incentivino in via prioritaria il riciclaggio dei rifiuti organici
rispetto ad altre modalità di gestione dei rifiuti organici;
– introduce norme in materia di gestione dei rifiuti e degli imballaggi
e di bonifica dei siti inquinati;
– stabilisce le sanzioni amministrative
pecuniarie applicabili per il mancato rispetto delle norme introdotte, con
particolare riferimento all’iscrizione al Registro nazionale dei produttori e
alla mancata o incompleta trasmissione dei dati informativi.
Il recepimento di tali Direttive avrà notevoli ripercussioni sull’economia circolare a impatto climatico zero, in cui la crescita economica viene dissociata dalle risorse, secondo il nuovo Piano d’azione, adottato dalla Commissione UE lo scorso marzo, uno dei principali strumenti del Green Deal europeo.
In particolare, l’impatto di tali Direttive potrebbe risultare notevole per le nostre imprese manifatturiere che sono leader in Europa per uso efficiente delle risorse, a patto che venga colmato l’attuale deficit impiantistico per la gestione dei rifiuti.
Il fabbisogno di investimenti per il raggiungimento degli obiettivi delle nuove Direttive sui rifiuti è stato stimato recentemente in 10 miliardi al 2035. Ma l’adeguamento impiantistico deve essere supportato da stabilità normativa(Decreti End of Waste), agevolazioni all’usodi prodotti riciclati, promozione di norme incentivanti sugli appalti verdi e dal sostegno a ricerca, sviluppo e sperimentazione di soluzioni innovative per l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse.
Al riguardo segnaliamo che con Decreto del 5 agosto 2020, il Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato dal 5 novembre 2020 la presentazione delle domande, valutate con procedura a sportello, per l’accesso agli incentivi da parte delle imprese manifatturiere e di servizio alla manifattura che investono in progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare, di cui al Bando dell’11 giugno 2020.
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