Cambiamenti climatici Clima

Climate Dialogue 2020: clima e multilateralismo per il post-Covid

Si è conclusa la XI edizione del Petersberg Climate Dialogue che dopo il rinvio della COP26 e l’impatto economico della pandemia ha avuto un maggiore significato rispetto agli anni passati, avendo rappresentando gli orientamenti dei Governi sugli stimoli all’economia post-Covid, che non potrà che essere green e avere come punto di riferimento l’azione climatica.

Si è concluso il Petersberg Climate Dialogue (27-28 aprile 2020), il Dialogo sul Clima co-ospitato da Germania e Gran Bretagna, che quest’anno ha assunto un valore politico maggiore rispetto alle precedenti edizioni, sia per il rinvio al 2021 della COP26 di Glasgow sia per il fatto che l’evento, a cui hanno partecipato in video Conferenza i Ministri dell’Ambiente di 30 Paesi, si è svolto in un momento di grave emergenza sanitaria-economica-sociale indotta dal Covid-19,  destando attese per l’illustrazione delle posizioni su come progettare una ripresa sostenibile in modo chiaro e rispondere all’appello che il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres aveva rivolto la scorsa settimana affinché nei vari programmi di recovery l’azione per il clima venga inserita in ogni misura.

La pandemia non cambia solo il modo in cui comunichiamo, ma anche ciò di cui parliamo ha affermato nel suo intervento di apertura il Ministro dell’Ambiente germanico, Svenja SchulzeLa questione di come la comunità internazionale organizza il riavvio dell’economia è cruciale per la protezione del clima. A differenza del coronavirus, conosciamo già i vaccini contro la crisi climatica. Sono disponibili, convenienti e rendono la nostra vita migliore. Pertanto, i prossimi pacchetti di stimolo economico dovrebbero essere progettati tenendo conto della protezione del clima.

Mentre ci concentriamo giustamente sulla lotta all’immediata crisi del Coronavirus, non dobbiamo perdere di vista le enormi sfide dei cambiamenti climatici – ha sottolineato a sua volta il Presidente designato per la COP26 nonché Segretario del governo britannico per le imprese, l’energia e la strategia industriale, Alok SharmaSappiamo tutti che i rischi climatici stanno crescendo di anno in anno. E il percorso che intraprendiamo ora per ricostruire le nostre economie possono avere un profondo impatto sulla futura sostenibilità, resilienza e, in definitiva, sul benessere degli esseri umani, ma ovviamente anche sulla natura”.

Ovviamente il riferimento ultimo era al fatto che molti studi circolati in questi giorni sulla pandemia hanno indicato come concause che hanno alimentato il fenomeno, la distruzione degli ecosistemi, la perdita di biodiversità, lo sfruttamento degli animali, l’inquinamento atmosferico.

Intervenuto quale consigliere della Presidenza della COP26, il Presidente del Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment presso London School of Economics (LSE), Sir Nicholas Stern ha affermato che i leader globali devono “affrontare” il rischio di una depressione globale e resistere a misure di austerità che potrebbero aggravare ulteriormente il crollo economico.

È un problema di fiducia, di consumi, di investimenti e avremo bisogno di un chiaro senso dell’orientamento – ha affermato l’autore del Rapporto che porta il suo nome sui costi economici dei cambiamenti climatici (2006) – Esiste solo una strada percorribile ed è quella di costruire un’economia molto più verde, molto più rispettosa dell’ambiente e più equa. Non si può tornare indietro. Dobbiamo escludere l’austerità. La ripresa più pericolosa di tutte sarebbe un inutile tentativo di ‘brown recovery’. Non avrebbe senso. Sappiamo quale strada percorrere e dobbiamo intraprenderla in Europa e in tutta mondo“.

Era molto atteso l’intervento nella seconda giornata della Cancelliera Angela Merkel, dopo che all’apertura del Petersberg Climate Dialogue, 68 società germaniche che rappresentano tutti i settori produttivi, tra cui l’industria chimica, l’ingegneria meccanica, automotive, il settore finanziario, l’edilizia hanno inviato un Appello al Governo, in cui chiedono l’attuazione del Green Deal“ambiziosi obiettivi climatici per tutti i Paesiin conformità con l’Accordo di Parigi sulla protezione del clima.

I Governi non devono lasciare che la protezione del clima rimanga fuori dall’ordine del giorno quando devono decidere misure di bilancio e prendere in considerazione pacchetti di incentivi – ha detto la Cancelliera – Sarà più importante che sia chiaro che non stiamo accantonando la protezione del clima”.

La Merkel ha sottolineato l’importanza di finanziamenti su larga scala per progetti rispettosi del clima e la necessità di una tariffazione della CO2 concordata a livello internazionale.

La pandemia ci mostra ancora una volta, anche se in modo particolarmente doloroso, che la cooperazione internazionale è cruciale nel nostro mondo strettamente interconnesso. Il benessere di una nazione dipende dal benessere di tutte le nazioni. Più lavoriamo insieme meglio possiamo evitare la sofferenza umana“.

Osservando come il 60% dei recenti focolai di malattie infettive proviene da animali, la Merkel ha dichiarato che “non vi è altra scelta se non quella di fare progressi nella protezione internazionale della biodiversità“, in vista della COP15 della Convenzione sul Diversità biologica (CBD), che è stata anch’essa rinviata a causa del coronavirus.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, intervenuto subito dopo la Cancelliera, ha ripreso sulla necessità di un multilateralismo come risposta alla pandemia di Covid-19 che ha rivelato quanto siano fragili le società. Ma se i Governi lavorano insieme può essere un’opportunità per “ricostruire il nostro mondo in meglio“.

La stessa leadership è necessaria per affrontare l’incombente minaccia esistenziale dei cambiamenti climatici – ha affermato Antonio Guterres Incoraggio l’Unione europea a continuare a mostrare una leadership globale presentando, entro la fine dell’anno, un contributo determinato a livello nazionale in linea con il suo impegno a diventare il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050. E mi congratulo con Angela Merkel per la sua leadership e determinazione. E sono sicuro che la prossima Presidenza della COP, il Regno Unito, presenterà un NDC ambizioso e di qualità in linea con la strategia della sua nazione per arrivare alla neutralità del carbonio entro il 2050”.
 

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