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Chi inquina paga: la consultazione UE sulla Direttiva ELD

Dopo l’adozione del Piano Inquinamento Zero, la Risoluzione del parlamento europeo che sollecita ad aumentare gli sforzi per contrastare i reati ambientali e i rilievi formulati dal Corte dei conti europea sulla scarsa e non omogena applicazione del principio “chi inquina paga”, la Commissione UE in vista della revisione della Direttiva sulla responsabilità ambientale (ELD) ha aperto una pubblica consultazione che si chiuderà il 4 agosto 2022.

ln Europa la tutela delle risorse naturali (specie e habitat protetti, acque e suolo) e dei servizi ecosistemici che forniscono è ampiamente riconosciuta quale fattore importante per il funzionamento ottimale dell’economia e della società.

Predisporre incentivi e forme di salvaguardia per prevenire i danni ambientali provocati dalle attività umane è diventata una priorità, a fronte delle pressioni senza precedenti esercitate sull’ambiente negli ultimi decenni, che hanno comportato, fra l’altro, gravi perdite della biodiversità. I regimi sulla responsabilità ambientale adottati negli Stati membri presentavano notevoli differenze, tanto dal punto di vista della copertura del danno ambientale che dei criteri di riparazione.

Nel 2004 l’Unione europea (UE) è intervenuta per introdurre un regime più uniforme in questo ambito con l’adozione della Direttiva 2004/35/CE sulla “Responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale”, che per la prima volta istituiva nell’UE un regime organico in materia di responsabilità ambientale, basato sul principio “chi inquina paga”.

Rendendo coloro che hanno danneggiato l’ambiente responsabili della riparazione del danno, la Direttiva è ha costituito un forte incentivo a evitare in via preventiva i danni all’ambiente, obbligando quanti svolgono attività che costituiscono una minaccia imminente per l’ambiente (definita come rischio sufficientemente probabile che si verifichi un danno ambientale in un futuro prossimo) a prendere misure preventive.

La finalità della Direttiva è stata di rafforzare la legislazione dell’UE volta a preservare le risorse naturali e i servizi da esse svolti. Stabilendo un collegamento fra la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli selvatici, la Direttiva ELD ha istituito un regime di responsabilità per prevenire e riparare i danni arrecati alla biodiversità dell’ambiente naturale di tutta Europa, che ha il proprio culmine nella rete Natura 2000, composta da 22.000 siti.

Il regime di responsabilità si estende a tutte le risorse idriche dell’UE, così come sono state definite nella Direttiva quadro sull’acqua, nonché a tutte le forme di contaminazione del suolo che rischiano di mettere a repentaglio la salute umana. Gli Stati membri erano tenuti ad attuare la direttiva entro il 30 aprile 2007. Con la piena attuazione in tutti gli Stati membri, la Direttiva avrebbe dovuto assicurare un grado più elevato di tutela ambientale su scala europea.

Con l’adozione l’anno scorso del Piano di azione Azzerare l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo”, uno dei principali obiettivi del Green Deal europeo, e dopo la Risoluzione del 20 maggio 2021 da parte del Parlamento europeo che sollecitava la Commissione UE ad intensificare gli sforzi per contrastare i reati ambientali, e i rilievi formulati lo scorso luglio dalla Corte dei Conti europea (ECA) nella Relazione speciale sull’applicazione della Direttiva, la Commissione UE ha avviata una pubblica consultazione che rimarrà aperta fino al 4 agosto 2022.  

Molti siti inquinati in Europa rimangono oggi senza un’adeguata e un’ulteriore bonifica ambientale – ha dichiarato il Commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus SinkevičiusIn molti casi, il pagamento per riparare il danno non viene effettuato dai responsabili, ma dalle finanze pubbliche, compresi i fondi dell’UE. La direttiva sulla responsabilità ambientale è una legge essenziale che aiuta a prevenire e riparare completamente il danno ecologico a carico di coloro che lo hanno causato. Ma dobbiamo assicurarci che le norme dell’UE realizzino il loro pieno potenziale sulla nostra ambizione di inquinamento zero”.

Con questa consultazione, la Commissione UE invita i cittadini e le parti interessate a esprimere opinioni sull’attuazione del quadro esistente, in vista della revisione della Direttiva.

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