Energia

EMBER: in Italia eolico e solare stagnanti, in crescita gas fossile

Il Global Electricity Review 2020 del think tank EMBER sottolinea che il calo della produzione di energia elettrica da carbone e altre fonti fossili è assai lontano dalla road map per net zero emissions al 2050. E in Italia la realizzazione di nuovi impianti eolici e solari è stagnante, mentre cresce il peso del gas fossile.

Mentre altri Paesi sono proiettati verso il potenziamento della quota di eolica e solare nell’ambito dei propri sistemi energetici, l’Italia sembra invece retrocedere. La generazione da carbone è diminuita di oltre un terzo dal 2015, ma la differenza è stata colmata prevalentemente dal gas fossile piuttosto che da eolico e solare. L’Italia deve affrettarsi ad invertire questa tendenza se vuole raggiungere il suo attuale obiettivo ’ del 55% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030”.

È questo il commento di Sarah Brown, Analista senior sulla transizione elettrica in Europa di EMBER, il think tank indipendente britannico che focalizza le sue analisi sui cambiamenti globali di generazione dell’energia elettrica, alla scheda dedicata all’Italia nella Global Electricity Review 2020 pubblicata il 29 marzo 2021.

Sono 5 gli aspetti che EMBER mette in risalto per sintetizzare la situazione che ha caratterizzato l’anno scorso la produzione di elettricità nel nostro Paese:
1. La realizzazione di impianti eolici e solari è rimasta stagnante. Tra il 2010 e il 2015, la generazione di energia eolica e solare fotovoltaica in Italia è quasi triplicata. Tale rapido incremento è stato il secondo per entità tra i paesi G20, dopo la Gran Bretagna. La progressione di queste due fonti di energia pulita si è tuttavia arrestata drasticamente.. 
2. L’incremento del comparto eolico e fotovoltaico in Italia dal 2015 è il sesto più basso tra tutti i Paesi del G20. Dal 2015, la proporzione della produzione di elettricità da fonti eoliche e solari in Italia è passata soltanto dal 13,5% al 16,5%. In confronto, la Turchia ha registrato un sensibile incremento passando dal 4,7% al 12%. La quota di mercato dell’eolico e del solare fotovoltaico in Italia è superiore alla media globale del 9,4%, ma è comunque la metà di quella tedesca.
3. I combustibili fossili continuano a dominare il mix elettrico italiano a causa dell’aumento del gas fossile. I combustibili fossili continuano a dominare la produzione energetica italiana, assestandosi sul 57%. Dal 2015, il gas fossile ha di fatto incrementato la sua quota nel mix energetico, passando dal 40% al 46%, tanto che oggi l’Italia si affida al gas fossile persino più degli Stati Uniti e della Russia.

Secondo un precedente report di EMBER dedicato all’analisi dei Piani nazionali per l’energia e il clima al 2030 (PNEC), l’Italia con questa sua forte dipendenza dal gas fossile è tra i 7 Paesi che ostacolerebbero la decarbonizzazione del settore elettrico dell’UE.

4. La generazione dal carbone è diminuita del 65% dal 2015 in Italia, il secondo maggiore calo dei Paesi del G20 dopo la Gran Bretagna.Alla perdita di 28 TWh di energia prodotta dal carbone sono subentrate per un terzo l’eolica e il fotovoltaico, con un incremento di 8 TWh nello stesso periodo. L’energia restante, tuttavia, è stata rimpiazzata in gran parte dal gas fossile.
5. Il Covid-19 ha avuto un impatto sulla domanda di elettricità in Italia più di qualsiasi altro Paese del G20. La domanda energetica italiana è scesa del 6% (-21 TWh), con conseguente impatto sulla produzione di gas fossile e carbone, scesi rispettivamente di 14 e 4 TWh. L’Italia ha subito anche un calo di 6 TWh nell’export di energia.

I dati confermano quanto evidenziato dall’Osservatorio FER di ANIE Rinnovabili, l’Associazione del settore affiliata a Confindustria, con la nota stampa dello stesso 29 marzo 2021, che sulla base dei dati Gaudì di Terna del 2020 le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico, idroelettrico e bioenergie raggiungono complessivamente 785 MW di potenza (-35% rispetto al 2019) con andamenti diversificati: positivo per l’idroelettrico (+60%), negativo per fotovoltaico (-15%), eolico (-79%) e bioenergie (-59%).

Peraltro, l’analisi globale di EMBER che si prefigge ogni anno di “essere il primo rapporto autorevole a fornire informazioni sui cambiamenti globali della generazione di elettricità dello scorso anno, offrendo un quadro imparziale della transizione verso l’elettricità senza fossili“, ha evidenziato che la pandemia l’anno scorso ha messo in pausa la crescita della domanda di elettricità nel mondo, con una diminuzione 0,1%, segnando il primo calo dal precedente periodo di crisi economica mondiale (2008-209).

Se eolico e solare hanno mostrato una crescita resiliente del 15% (+315 TWh) producendo un decimo dell’elettricità globale, mentre il carbone ha registrato il calo record del 4% (-346 TWh), questo è dovuto soprattutto al calo della domanda al calo della domanda di elettricità.

Il progresso delle rinnovabili non è neanche lontanamente abbastanza veloce – ha osservato Dave Jones, responsabile del Global Programm di EMBER – Nonostante il calo record del carbone durante la pandemia, non è stato ancora all’altezza di quanto necessario. L’energia del carbone deve crollare dell’80% entro il 2030 per evitare pericolosi livelli di riscaldamento superiori a 1,5 °C. Dobbiamo generare tanta elettricità pulita da sostituire simultaneamente il carbone ed elettrificare l’economia globale. I leader mondiali devono ancora rendersi conto dell’enormità della sfida“.

EMBER sottolinea che gli scenari previsti dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) indicano una diminuzione del 14% all’anno della produzione di energia da carbone per mantenere il mondo sulla buona strada per emissioni nette zero al 2050.  

Con la ripresa economica e l’aumento della domanda di elettricità, il mondo dovrà fare molto di più per garantire che il carbone continui a diminuire – ha proseguito Jones – Con l’uso del carbone già in aumento nel 2021 in Cina, India e Stati Uniti, è chiaro che il grande passo in avanti deve ancora avvenire“.

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