Biodiversità e conservazione Fauna

Aree Protette: la Direttiva 2021 del MiTE per la conservazione della biodiversità

La Direttiva 2021 per la conservazione della biodiversità nelle aree protette nazionali del Ministero della Transizione Ecologica si concentra sulla tutela degli insetti impollinatori da parte degli Enti parco e sull’habitat dei coralli ad opera delle Aree Marine.

Proteggere e ripristinare la biodiversità e assicurare il mantenimento dei servizi ecosistemici. In particolare: proseguire e migliorare le azioni a tutela degli insetti impollinatori, dai quali dipende oltre il 70% della produzione agricola per la nostra alimentazione, e di monitoraggio dell’habitat coralligeno.

Sono gli obiettivi della Direttiva 2021 agli enti parco nazionali e alle aree marine protette per l’indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità.

La fondamentale importanza della conservazione e protezione della biodiversità ormai acclarata è stata ancor più posta all’attenzione delle politiche internazionali dalla pandemia da Sars-Cov-2 che ci ha fatto prendere coscienza dello stretto legame che esiste tra la nostra salute e la salute degli ecosistemi – si legge nell’introduzione del Documento diffuso il 6 aprile 2021 a firma del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto CingolaniTale obiettivo  costituisce anche uno dei pilastri sui cui costruire una ripresa economica dell’Italia agganciata al Green Deal europeo”.

Dopo l’istituzione delle cosiddette “aree protette”, avvenuta con legge nel 1991, periodicamente il Ministro dell’Ambiente, (ora della Transizione Ecologica per effetto  del D.L. 1° marzo 2021) emana direttive di “indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità”.

Pur mantenendo uno sguardo globale sul tema della tutela della biodiversità, e quindi sulle sue minacce (consumo di suolo, urbanizzazione, emissioni inquinanti e climalteranti), la Direttiva Biodiversità 2021 si focalizza sulle azioni dirette ad affrontare il declino degli insetti impollinatori. Si tratta di un problema globale, che ha colpito molti Paesi dell’UE, tra cui l’Italia, e che è al centro anche della nuova Strategia dell’UE per la biodiversità e del relativo Piano per il ripristino della natura che verrà adottato entro l’anno con obiettivi giuridicamente vincolanti per ripristinare gli ecosistemi degradati.

Gli Enti Parco nazionali, si legge nel documento, dovranno “assicurare la prosecuzione e il consolidamento delle azioni sugli impollinatori”. Centrale è l’attività di monitoraggio, che risulta essenziale per studiare il fenomeno del declino di questi insetti, comprenderne le cause e pianificare azioni di contrasto efficaci. Tale attività dovrà essere aggiornata alla luce dello schema di monitoraggio europeo, pubblicato lo scorso ottobre per fornire informazioni complete sulle popolazioni degli agenti impollinatori. Il monitoraggio dovrà interessare, secondo la Direttiva Biodiversità 2021 “gli apoidei selvatici e i lepidotteri diurni, nonché sirfidi e lepidotteri notturni”.

Agli Enti Parco nazionali è richiesto inoltre di individuare e proporre, entro il 15 maggio 2021, piani di azione per la conservazione della biodiversità da sviluppare con altri parchi. Le attività sugli insetti impollinatori, invece, saranno oggetto di una relazione intermedia da sottoporre alla Direzione per il patrimonio naturalistico del MiTe, oltre che della rendicontazione prevista per fine anno.

Al sistema delle Aree Marine Protette (AMP), la Direttiva Biodiversità 2021 prevede lo svolgimento di azioni di monitoraggio dell’Habitat coralligeno (biocenosi coralligena), e di “stimare il disvalore generato dall’impatto delle attività di pesca” su tale habitat e proseguire le attività di raccolta dati già avviate con le direttive precedenti.

In copertina: Il coralligeno (Fonte AMP di Portofino/Capurro)

.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.