Biodiversità e conservazione Economia e finanza

Capitale naturale: conoscerlo, valutarlo, conservarlo ed arricchirlo

Nel corso del Convegno in streaming, organizzato dal MATTM in collaborazione con gli esperti dell Comitato per il capitale naturale italiano, è stato approvato un Documento che raccomanda di porre al centro delle politiche post-Covid la gestione responsabile e sostenibile del capitale naturale.

Come anticipato il 22 maggio 2020, in occasione della“Giornata Mondiale della Biodiversità, si è svolto in diretta streaming sul profilo facebook del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) il ConvegnoConoscere, valutare, conservare e arricchire il capitale naturale“, organizzato dal MATTM per fare il punto, insieme con gli esperti del Comitato per il Capitale Naturale Italiano, sulle politiche di rilancio post-Covid-19 in grado di cogliere tutte le opportunità di conversione verso un’economia circolare, verde e sostenibile, e, al contempo, di  preservare il Capitale Naturale e le sue funzioni.

Base della discussione è stata la Dichiarazione (Statement) “Il Capitale Naturale al tempo del Covid-19, del Green Deal e della ripresa economica”, predisposta dal Comitato, dove si legge che “Il Capitale Naturale è un bene comune, la cui qualità e funzionalità va preservata e valorizzata in quanto essenziale per tutte le attività antropiche e per il perseguimento dello sviluppo sostenibile. Sin dagli anni ’70, quando si è iniziata a palesare in modo concreto la forte pressione di crescita economica ed espansione demografica, si è avvertita l’esigenza che il genere umano (ri )trovasse l’armonia con la natura [per …] evitare di oltrepassare le soglie critiche – in termini qualitativi e quantitativi – di deterioramento, i fenomeni irreversibili che portano a conseguenze gravi, oltre che per l’ambiente, anche per la nostra società ed economia”.

Così non è stato, si sottolinea il Documento, come indica il progressivo anticipo della data dell’overshoot day che segna il giorno dell’anno in cui le risorse consumate superano la capacità annuale della natura di produrle/rigenerarle.
Per anni, di fatto, abbiamo vissuto spendendo sul capitale investito, anziché sugli interessi.

Dal 2016, anno della sua operatività, il Comitato ha redatto 3 Rapporti, nell’ultimo dei quali, pubblicato lo scorso gennaio, ha ribadito la necessità di un’imposizione fiscale maggiormente orientata alla razionalizzazione dell’uso delle risorse del Capitale Naturale, in grado di contrastarne l’erosione e la perdita dei servizi ecosistemici da esso offerti.

Anche nello Statement sono contenute delle Raccomandazioni affinché le misure economiche che verranno attivate per la ripresa economica dopo la pandemia impostate sui programmi di conversione ecologica che le istituzioni italiane ed europee erano impegnate a promuovere prima dell’emergenza, tra cui il Green Deal europeo, la Strategia europea 2030 per la Biodiversità e il Programma “A Farm to Fork” , senza che questi subiscano ritardi o penalizzazioni, ma anzi in modo che ne sia rafforzato il rilievo.

Inoltre, si sottolinea che deve essere favorita la transizione verso un’economia circolare, verde e sostenibile, ovvero basata su risorse energetiche e su materie prime, per quanto possibile, rinnovabili e di origine biologica, per una società a bassi livelli di emissioni di carbonio, elevata efficienza energetica, basata sulle conoscenze scientifiche e le tecnologie digitali, fonte di occupazione qualificata soprattutto per le giovani generazioni.

In queste settimane molto si parla di biodiversità e, nella Settimana italiana della natura, affrontando il rapporto tra biodiversità e capitale naturale ci stiamo interrogando su che tipo di biodiversità e che tipo di tutela e valorizzazione vogliamo offrire – ha affermato il Ministro del MATTM Sergio Costa, partecipando al talk – L’Unione europea ha depositato la strategia per la biodiversità nel decennio 2020-2030, una strategia che attendevamo da tempo e che vede l’Italia tra i Paesi leader che l’Ue ha spinto”.

In questo scenario, “il rapporto tra agricoltura e biodiversità è al primo posto – ha proseguito il Ministro – Quando la strategia ci dice che la tutela della biodiversità passa dalla riduzione del 50% dei pesticidi, ci dice tantissimo: se la biodiversità la sommiamo alla strategia Farm to Fork, e se la abbiniamo alla Politica agricola comunitaria che quest’anno dobbiamo rivedere per norma, vediamo che è già previsto che tra il 25 e il 40 per cento della nuova Pac sia di tutela ambientale. Si va dunque finalmente verso una produzione di qualità”.

Nel corso del Convegno virtuale si è parlato, inoltre, del rapporto tra economia, finanza e natura:.
Prima del Covid avevamo già intuito che qualcosa bisognava fare, non solo la singola azione, che è un elemento importante in una visione ma qualcosa di più grande – ha osservati Costa – abbiamo cambiato un pezzo di programmazione pluriennale dell’Italia, il Cipe l’abbiamo trasformato in Cipes, Comitato interministeriale per la programmazione economica sostenibile, per legge ci siamo auto obbligati nei prossimi decenni che tutte le risorse che vanno nei lavori pubblici devono avere la connotazione di sostenibilità. Questo è un vincolo insuperabile”.

Il Ministro ha poi voluto ricordare che nel Documento economia e finanza “per la prima volta nella storia della Repubblica italiana c’è scritto che tutto sarà indirizzato verso il green, e si parla esplicitamente di economia circolare e tutela della natura: sono elementi di strategia politica ed economica giganteschi, se non si crea lo strumento di base ci sarà sempre qualcuno che vuole evadere da quest’obbligo”.

In copertina: Immagine tratta da Science for Environment Policy “Taking stock: progress in natural capital accounting” (2017)

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