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Capitale Naturale: pubblicato dal MATTM il 3° Rapporto

Il Comitato preposto alla redazione del Rapporto ribadisce la necessità di un’imposizione fiscale maggiormente orientata alla razionalizzazione dell’uso delle risorse del Capitale Naturale, in grado di contrastarne l’erosione e la perdita dei servizi ecosistemici da esso offerti.

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ha pubblicato la terza edizione del Rapporto sullo “Stato del Capitale Naturale in Italia”, redatto dall’apposito Comitato, secondo quanto previsto dal 2° comma, Art. 67 della Legge n. 221 del 28 dicembre 2015 Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (il cosiddetto “Collegato Ambientale” alla Legge di Stabilità 2014).

Il Rapporto sul Capitale Naturale (CN) in Italia ha un duplice obiettivo:
– fornire un quadro aggiornato dello stato del Capitale Naturale del Paese, corredato di informazioni e dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie;
– provvedere ad una valutazione ex ante ed ex post degli effetti delle politiche pubbliche sul CN e sui Servizi Ecosistemici.

Accrescere la consapevolezza sull’importanza del Capitale naturale significa anche approfondire e analizzare lo stato di conservazione dell’ambiente per capirne meglio il funzionamento che spesso viene dato per scontato, senza accorgersi che lo stato di salute degli ecosistemi e i processi che in essi si svolgono sono indispensabili per la qualità della vita e il benessere umano – vi si legge – Tali princìpi sono alla base dello sviluppo sostenibile ‘forte’ e dei suoi conseguenti paradigmi, cui fanno riferimento strategie e indirizzi internazionali ed europei, a partire dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.

Se il primo Rapporto aveva fornito soprattutto una descrizione e valutazione dello stato fisico del CN in Italia e il secondo Rapporto aveva operato anche una prima valutazione del CN nelle ecoregioni marine e approfondito la contabilità delle Aree Marine Protette (AMP), in questo terzo vengono analizzati in termini di quantificazione alcuni impatti in termini di quantificazione su alcuni specifici stock del CN negli ecosistemi marini, agricoli e forestali, quali i cambiamenti climatici e il consumo di suolo, con un focus particolare sui territori dei Parchi nazionali.

L’azione negativa di queste pressioni, e la sovrapposizione delle stesse a livello territoriale, amplifica enormemente i danni per l’economia e per la società, e rende sempre più complesse le soluzioni per uno sviluppo economico e sociale sostenibile.

Il Rapporto propone due nuove stime di valutazione monetaria dei Servizi Ecosistemici:
– la prima fornita dal Joint Research Centre (JRC) del DG.ENV della Commissione UE su scala europea e applicato all’Italia per la produzione di biomassa agricola, biomassa forestale, regolazione del clima e controllo del rischio di inondazione;
– una seconda stima dell’ISPRA su scala nazionale, e quindi più specifico,  per i servizi di ricreazione, di impollinazione delle colture, di approvvigionamento idrico e di regolazione del rischio di alluvioni, per un valore superiore a 240 miliardi di euro..

Il Rapporto individua poi gli effetti sull’ambiente generati da tre politiche di settore (agricolo, urbano e fiscale) a diverso livello di competenza e di attuazione, riconoscendone il ruolo cruciale nel determinare lo stato di salute del CN.

Il Comitato per il CN ribadisce nel 3° Rapporto sullo Stato del Capitale la necessità di rafforzare l’impegno affinché siano messe in atto le principali Raccomandazioni individuate nelle due prime edizioni del Rapporto, volte all’integrazione del Capitale Naturale nelle valutazioni e nei sistemi di monitoraggio delle politiche, nelle politiche economiche e nella pianificazione territoriale, con l’intento di assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile globali tracciati dall’Agenda ONU al 2030 e degli Obiettivi di Aichi del Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 della Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica.

Si sottolinea che questo 3° Rapporto esce in un momento molto importante e significativo a livello internazionale per quanto riguarda le tematiche centrali per il futuro dell’umanità, in particolare il grande valore e la priorità che ormai si ritiene debba assumere il Capitale Naturale e la biodiversità nelle agende politiche internazionali e nelle pratiche quotidiane del mondo economico e delle imprese: “il 2020 un anno nel quale è fondamentale dare un’efficace virata ai pericolosi trend che ormai da diverso tempo si legano sia al cambiamento climatico antropogenico sia alla perdita di ricchezza della vita sulla Terra, elementi che sono costituenti fondamentali per assicurare un futuro prospero all’umanità intera”.

Vengono ricordati, in particolare, due significativi appuntamenti del 2020:
– l’ elaborazione della nuova Strategia decennale sulla biodiversità (2020 – 2030), ormai indispensabile per invertire l’allarmante trend di perdita di biodiversità, messa in evidenza dal Rapporto dell’IPBESGlobal Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services”;
– la scadenza della revisione degli impegni nazionali presi dai Paesi (NDC) per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi.
Le Raccomandazioni formulate dal Comitato per il CN nel 3° Rapporto:
–  Studiare forme di fiscalità orientata alla protezione del Capitale Naturale;
Introdurre vincoli e target di spesa pubblica destinata agli obiettivi di protezione e gestione del CN;
Incoraggiare le imprese a quantificare nei loro bilanci e reporting non- finanziari il CN che gestiscono e i Servizi Ecosistemici di cui beneficiano;
Integrare gli impatti fisici ed economici sul CN e sui Servizi Ecosistemici nell’ambito delle procedure di valutazione ex ante ed ex post e di monitoraggio e degli investimenti e delle politiche pubbliche;
Inserire obiettivi di conservazione e ripristino degli assets dello stock di CN a rischio nelle strategie e politiche rilevanti;
Investire sulla conservazione, ripristino e gestione sostenibile del CN attraverso prodotti di finanza agevolata per le pubbliche amministrazioni locali;
Incoraggiare la collaborazione inter-istituzionale per la rilevazione e lo scambio di dati rilevanti ai fini della completezza e della qualità delle valutazioni del Rapporto;
Promuovere l’inserimento graduale di indicatori relativi al CN e ai Servizi Ecosistemici in tutte le strategie e politiche che a vario titolo producono effetti diretti ed indiretti su queste grandezze;
Rafforzare l’impegno affinché si pervenga all’approvazione di una legge nazionale con l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo e il degrado del territorio;
Promuovere interventi per la riqualificazione ambientale e privilegiare, in sede di pianificazione territoriale e di valutazioni di piani, programmi e progetti, le opzioni “in armonia con la natura” (Nature-Based Solutions, Green Infrastructures), anche in un’ottica di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici;
Proseguire nel consolidamento del sistema delle aree protette nazionali e regionali e della Rete Natura 2000 a terra e a mare, valorizzandone il significativo ruolo di tutela del territorio rispetto al consumo di suolo e alla frammentazione degli ecosistemi.

In particolare, il Rapporto mette in risalto che “Per quanto riguarda le imposte che hanno come basi imponibili l’inquinamento e l’uso delle risorse naturali, il loro valore è circa l’1%. Un’imposizione fiscale maggiormente orientata alla razionalizzazione dell’uso delle risorse del CN dovrebbe veder aumentare in termini assoluti questa componente; contribuirebbe anche a contrastare la riduzione delle risorse finanziarie disponibili per gli investimenti nella protezione dell’ambiente, evidenziata nell’Ecorendiconto”, dal cui ultimo (datato settembre 2019) si evince che le risorse destinate dallo Stato alla spesa primaria per la protezione dell’ambiente e per l’uso e la gestione delle risorse naturali ammontano nel 2017 a circa 4,7 miliardi di euro, pari allo 0,7% della spesa primaria complessiva del bilancio dello Stato.

A corredo del Rapporto gli Allegati tecnici:
La proposta di nuova Architettura Verde nella Politica Agricola Comune post 2020 e spunti per il futuro Piano Strategico Nazionale 2021-2027:
Habitat naturali marini;
Consumo di suolo e artificializzazione degli ecosistemi presenti nei parchi nazionali;
Nuove valutazioni dei Servizi Ecosistemici in Italia;

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