Nell’ambito del D.L. Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico che ha recepito alcuni punti fondamentali del Regolamento EU ed ha incaricato il Dipartimento per il Servizio Geologico di ISPRA di elaborare e realizzare il Programma nazionale di esplorazione mineraria generale per le materie prime critiche, al fine di fornire le informazioni di base utili a definire le potenzialità minerarie nazionali, l’Istituto ha presentato il database nazionale GeMMA (Geologico, Minerario, Museale e Ambientale) che raccoglie e armonizza i dati minerari pregressi relativi a tutti i giacimenti coltivati in passato ed i risultati delle varie campagne di ricerca, nazionali e locali, con un particolare focus sulle materie prime critiche.
La problematica della sicurezza nell’approvvigionamento delle risorse minerarie indispensabili per lo sviluppo industriale è ormai inserita ai primi posti nelle agende politico-economiche di tutti i paesi avanzati.
Per limitare la dipendenza delle forniture dalla iperconcentrazione delle risorse in Paesi politicamente poco affidabili, la Commissione UE ha elaborato il Critical Raw Materials Act – CRMA, finalizzato nel Regolamento EU 1252/2024, per l’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime ritenute critiche o strategiche, entrato in vigore il 24 maggio 2024.
II nuovo Regolamento EU delinea in modo chiaro ed inequivocabile la strategia che l’Unione europea deve perseguire per cercare di mitigare la propria dipendenza dalle forniture estere di materie prime essenziali per il proprio apparato industriale. Considerando le problematiche insite in tutte le metodologie di approvvigionamento la sola soluzione realmente possibile è la ricerca di una strategia che integri le pratiche di economia circolare, ecodesign e materiali sostitutivi con una attività estrattiva sostenibile e con lo sviluppo di collaborazioni con i paesi esteri. Dal punto di vista minerario il Regolamento EU impone agli stati membri di procedere con un Programma di Esplorazione generale nazionale (Art. 19) e con la caratterizzazione dei rifiuti estrattivi, compresi quelli abbandonati, in termini di contenuto in Materie Prime Critiche (Art. 26).
Il Decreto Legge “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico” che recepisce alcuni punti fondamentali del Regolamento EU, incarica il Dipartimento per il Servizio Geologico di ISPRA di elaborare e realizzare il Programma nazionale di esplorazione mineraria generale per le materie prime critiche, al fine di fornire le informazioni di base utili a definire le potenzialità minerarie nazionali.
Ad un mese dall’entrata in vigore del decreto, il 24 luglio 2024 l’ISPRA ha presentato il database GeMMA (Geologico, Minerario, Museale e Ambientale), aggiornato nell’ambito del progetto PNRR GeoSciencesIR , che di fatto costituisce l’avvio del Programma minerario nazionale, raccogliendo e armonizzando i dati minerari pregressi relativi a tutti i giacimenti coltivati in passato ed i risultati delle varie campagne di ricerca, nazionali e locali, con un particolare focus sulle materie prime critiche.
GeMMA, realizzato in totale coerenza con il database europeo Mintell4EU, è in continua evoluzione ed implementazione, anche tramite specifici accordi con altri Enti detentori dei dati.

In totale sono 76 le miniere ancora attive in Italia, 22 relative a materiali che rientrano nell’elenco delle 34 Materie Prime Critiche dell’UE. In 20 delle 22 miniere si estrae feldspato, minerale essenziale per l’industria ceramica e in 2 la fluorite(nei comuni di Bracciano e Silius), che ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione. In particolare, la miniera di fluorite di Genna Tres Montis (Sud Sardegna), che rientrerà in piena produzione al termine dei lavori di ristrutturazione, rappresenterà una delle più importanti d’Europa. Delle altre 91 miniere di fluorite attive in passato, alcune molto importanti – da rivalutare con i prezzi attuali quadruplicati rispetto al 1990 – sono localizzate nel bergamasco, nel bresciano ed in trentino, oltre a quelle sarde e laziali. Feldspato e fluorite, dunque, sono ad oggi le uniche materie prime critiche ad oggi coltivate in Italia, ma i permessi di ricerca in corso, i dati sulle miniere attive in passato e quelli sulle ricerche pregresse e recenti, documentano la potenziale presenza di varie materie prime critiche e strategiche come il litio, scoperto in quantitativi importanti nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani e come diversi altri minerali da cui si producono metalli indispensabili per il modello di sviluppo decarbonizzato, la green tech, la transizione digitale e la indipendenza da paesi terzi.
L’estrazione di minerali metalliferi, che rappresentano la maggior parte dei materiali critici, ha interessato circa 900 siti ed è attualmente inesistente. In Italia non vengono, per ora, estratti Critical Raw Materials metallici e per la loro fornitura il nostro paese è totalmente dipendente dai mercati esteri. Alla luce delle nuove tecniche di esplorazione e dell’andamento dei prezzi di mercato, molti dei depositi conosciuti andrebbero rivalutati. Depositi di rame, minerale essenziale per tutte le moderne tecnologie, sono già noti nelle Colline metallifere, nell’Appennino ligure-emiliano, nelle Alpi occidentali, Trentino, Carnia ed in Sardegna. In diversi siti è stato estratto manganese soprattutto in Liguria e Toscana. Il tungsteno è documentato soprattutto in Calabria, nel cosentino e nel reggino, nella Sardegna orientale e settentrionale e nelle Alpi centro-orientali, spesso associato a piombo-zinco. il cobalto è documentato in Sardegna e Piemonte, dove il deposito di Punta Corna è ritenuto di strategica importanza europea, la magnesite in Toscana e i sali magnesiaci nelle Prealpi venete.
L’accertato giacimento di titanio nel savonese è questione ben nota, così come le problematiche ambientali che ne precludono l’estrazione a cielo aperto. Le bauxiti, principale minerale per l’estrazione di alluminio, sono invece localizzate in quantitativi modesti in Appennino centrale ma più consistenti in Puglia e soprattutto nella Nurra (SS), dove la miniera di Olmedo, ultima miniera metallifera ad essere chiusa in Italia, è ancora mantenuta in buone condizioni. Le bauxiti di Olmedo, come le altre bauxiti, contengono possibili quantitativi sfruttabili di terre rare, che sono sicuramente contenute all’interno di buona parte dei depositi di fluorite, come nel caso di Genna Tres Montis.
Possibili depositi di celestina, principale minerale dello stronzio, materiale critico dai molteplici usi, sono documentati nelle solfare siciliane, soprattutto del nisseno. La presenza di litio è nota nelle pegmatiti dell’Isola d’Elba, del Giglio e di Vipiteno, ma è la recente scoperta di importanti quantitativi di litio nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani a rivestire un’ottima opportunità di estrazione a basso impatto ambientale. Sette permessi di ricerca sono stati rilasciati dalla Regione Lazio ed inseriti nel database, insieme agli altri attualmente vigenti.
Tra i materiali critici non metalliferi, depositi significativi di barite, importante minerale per l’industria cartaria, chimica e meccanica, sono localizzati nel bergamasco, nel bresciano ed in Trentino. Di fondamentale interesse per la nuova tecnologia sono i depositi di grafite, precedentemente estratti per coloranti, lubrificanti e per la fabbricazione delle matite. I depositi noti sono localizzati nel torinese (attualmente interessati da due permessi di ricerca), nel savonese e nella Sila.
Rifiuti estrattivi
A livello mondiale sta crescendo l’interesse della coltivazione degli scarti minerari come fonte di materie prime. In Italia le pregresse attività minerarie hanno lasciato un’eredità di circa 150 milioni di mc di scarti di lavorazione (rifiuti estrattivi), che si trovano in strutture di deposito spesso fatiscenti e che rappresentano un serio problema ambientale, con inquinamento diffuso delle acque superficiali/sotterranee e dei suoli da metalli pesanti, cioè gli stessi che potrebbero essere recuperati. È necessario un cambio di paradigma: da rifiuti inquinanti da bonificare, a potenziale risorsa da recuperare.
Il Regolamento EU, osserva l’ISPRA, riapre, sia pur con grande ritardo rispetto alle grandi economie minerarie mondiali, il tema dell’estrazione mineraria e delle problematiche sociali ed ambientali. Nell’ottica del rilancio della politica mineraria nazionale, occorre puntare su formazione e ricerca di base nel settore minerario, coinvolgendo oltre agli enti di ricerca, la comunità scientifica, le università e le scuole professionali.
In copertina: Dashboard Critical Raw Materials (Fonte: ISPRA)