L’annuale Rapporto dell’ISPRA sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non, rileva che nel 2022 la produzione nazionale dei rifiuti generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) c’è stata una flessione rispetto al 2021, per effetto del conflitto in Ucraina e della crisi energetica globale i cui effetti combinati hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sul sistema economico nazionale che ancora stava riprendendosi dalla crisi pandemica del 2020.
Nel 2022, il conflitto in Ucraina e la crisi energetica hanno influenzato negativamente l’economia italiana, causando una riduzione nella produzione di rifiuti speciali rispetto al 2021. Le attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale hanno generato complessivamente 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, registrando una diminuzione del 2,1%, equivalente a oltre 3,4 milioni di tonnellate in meno rispetto all’anno precedente.
Lo evidenzia il Rapporto “Rifiuti Speciali 2024”, frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in collaborazione conSistema Nazionale della Protezione dell’Ambiente (SNPA) e il contributo delle Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente (ARPE/APPA), che è giunto quest’anno alla XXIIi edizione ed è stato messo online il 18 luglio 2024.

Ancora una volta il settore delle costruzioni e demolizioni (C&D) con quasi 80,8 milioni di tonnellate è quello con la maggiore produzione totale di rifiuti speciali, concorrendo per il 50% alla produzione complessiva.
I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti prodotti, calano di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%) quelli pericolosi seguono la stessa tendenza, diminuendo di quasi 680 mila tonnellate (– 6,4%). Il dato complessivo vede i rifiuti speciali non pericolosi ammontare a 151,4 milioni di tonnellate e quelli pericolosi a quasi 10 milioni di tonnellate.
È il settore manifatturiero ad incidere maggiormente sulla produzione dei rifiuti pericolosi con il 37,3%, corrispondente a 3,7 milioni di tonnellate. Il Nord d’Italia evidenzia la maggior produzione di rifiuti speciali, con quasi 92,7 milioni di tonnellate, con la Lombardia a primeggiare con 35,3 milioni di tonnellate, mentre il Centro si attesta a 28,1 milioni con il Lazio capolista che produce quasi 11,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Al Sud il valore di produzione è di 40,6 milioni di tonnellate.

Il recupero di materia costituisce la quota predominante della gestione dei rifiuti speciali con il 72,2% (127,6 milioni di tonnellate), mentre le operazioni di smaltimento rappresentano il 14,9%, con quello in discarica che interessa circa 8,9 milioni di tonnellate di rifiuti (il 5% del totale gestito).
Il Rapporto è completato con le informazioni su alcuni flussi di rifiuti che, per quantità o complessità, presentano le maggiori criticità gestionali: il quantitativo di rifiuti prodotti contenenti amianto (243 mila tonnellate) è in diminuzione rispetto al 2021 (-28,3%).
Per i veicoli fuori uso la percentuale di reimpiego e riciclaggio è pari all’86% del peso medio del veicolo, al di sopra dell’obiettivo dell’85% previsto per il 2015. Tenuto conto dell’assenza di trattamenti di recupero energetico, la stessa percentuale dell’86% si rileva anche per il recupero totale, che appare quindi ancora lontano, sebbene meno rispetto ai precedenti anni, dall’obiettivo del 95%
Le tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU) prodotte in Italia sono oltre 530 mila tonnellate, circa il 7,8% in più rispetto al 2021, di cui gestite circa 520 mila tonnellate, a cui si aggiungono circa 84 mila tonnellate esportate all’estero. La quantità gestita, rispetto al 2021, fa registrare un aumento del 6,5%.
I fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane nel 2022 sono pari a quasi 3,2 milioni di tonnellate, con una contrazione di poco superiore alle 40 mila tonnellate rispetto al 2021. La gestione dei fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane ha riguardato un quantitativo di poco inferiore a 3 milioni di tonnellate; alle operazioni di smaltimento è stato avviato il 54,2% del totale gestito e a quelle di recupero il 43,4%. La restante quota del 2,4% è rimasta in giacenza a fine anno in attesa di essere destinata ad un’operazione di trattamento.
Nel 2022, i quantitativi di rifiuti del settore delle costruzioni e demolizioni smaltiti in discarica sono pari a circa 2,1 milioni di tonnellate, di cui circa 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 270 mila tonnellate di rifiuti pericolosi Le quantità afferenti a tale settore rappresentano il 23,1% dei rifiuti complessivamente smaltiti a livello nazionale e denotano, rispetto al 2021 (2,5 milioni di tonnellate), un decremento del 18,4%. Il 70,4% del totale dei rifiuti da costruzione e demolizione viene smaltito nelle discariche per rifiuti inerti, il 26,2% in quelle per rifiuti non pericolosi e il restante 3,4% nelle discariche per rifiuti pericolosi. Il 56,9% del totale (1,2 milioni d Il 79,8% dei rifiuti da costruzione e demolizione è stato riciclato.
I rifiuti sanitari pericolosi nell’anno 2022 hanno evidenziato una leggera flessione (-3%) legata alla graduale cessazione dell’emergenza sanitaria da COVID19. I rifiuti sanitari prodotti in Italia, infatti, sono poco più di 258 mila tonnellate, di cui oltre 27 mila tonnellate di rifiuti sanitari non pericolosi e circa 231 mila tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi.