Il prestigioso Rocky Mountain Institute, confutando la narrazione che i metalli e i minerali critici siano il nuovo petrolio, illustra in uno studio i 6 passaggi chiave di efficienza, innovazione e circolarità in grado di dare vita entro il 2050 a batterie completamente circolari in tutto il mondo.
La domanda di minerali vergini e metalli per soddisfare la crescente domanda globale di sistemi di accumulo di energia e veicoli elettrici raggiungerà il picco a metà degli anni ’30, per poi ridursi gradualmente grazie a una maggiore attenzione verso gli approcci dell’economia circolare, prevedendo una batteria completamente circolare di minerali e metalli in tutto il mondo entro il 2050.
È la conclusione dello Studio “The Battery Minerals Loop. The path from extraction to circularity” che illustra i illustra i passaggi verso una batteria completamente circolare di minerali e metalli entro il 2050 in tutto il mondo, pubblicata dal Rocky Mountain Institute (RMI), un centro di ricerca indipendente del Colorado sui temi della politica delle risorse, consulente di decine di aziende oltre che “incubatore” di iniziative imprenditoriali innovative e tecnologicamente avanzate, co-fondato nel 1982 da Amory B. Lovins, scienziato e scrittore unanimemente riconosciuto come uno dei massimi esperti mondiali nel settore dell’efficienza e delle politiche energetiche.
Negli ultimi anni si è parlato di una “corsa all’oro” per l’accaparramento dei minerali e metalli critici e si sono paventati danni ambientali e sociali causati dalla loro estrazione, essendo fondamentali per l’implementazione delle tecnologie pulite necessarie per la decarbonizzazione, come nei settori delle energie rinnovabili e dei trasporti.
Lo studio sostiene che, anche se la domanda di batterie è in aumento, le forze combinate di efficienza, innovazione e circolarità faranno sì che la domanda di raw minerals estratti raggiungerà il picco in poco più di un decennio, e potrebbe essere evitata del tutto l’estrazione di minerali entro il 2050, per i progressi che consentiranno di passare dall’estrazione lineare a un “ciclo circolare”, in cui le batterie a fine vita potrebbero diventare la fonte primaria di nuovi minerali, con benefici correlati per il clima, la sicurezza, l’equità, la salute e la ricchezza.
Si potrebbe raggiungere una domanda di minerali pari a net zero entro il 2040, accelerando la tendenza lungo le 6 soluzioni chiave, già delineate da Lovins nel 2021, tant’è che il Presidente emerito in un post su X , invitando alla lettura del report, ha twittato “i miei colleghi si sono basati sulla mia precedente analisi ‘Sei soluzioni alla sfida dei minerali delle batterie’ in un momento critico per la transizione”, di seguite elencate (in ordine decrescente di impatto finora sulla domanda):
– nuove sostanze chimiche nelle batterie, approntare diversi prodotti chimici per le batterie che richiedono meno elementi critici;
– aumento della densità energetica delle batterie, accumulare più energia per chilogrammo grazie ai miglioramenti;
– riciclo, riciclare le batterie al termine della loro vita per riutilizzare i minerali per produrre una nuova batteria;
– allungamento della loro durata, utilizzare le batterie più a lungo, per evitare sostituzioni frequenti;
– miglioramento dell’efficienza dei veicoli, rendere le auto più efficienti, più leggere, più eleganti ed equipaggiate con migliori pneumatici ed accessori, dimensionandoli correttamente per consentire batterie più piccole per la stessa autonomia del veicolo;
– efficienza della mobilità, ridurre la domanda di trasporto motorizzato e indurre cambiamenti di modalità al trasporto pubblico, alla micromobilità elettrica, al ciclismo e al camminare attraverso una migliore pianificazione urbana, investimenti più intelligenti nelle infrastrutture di trasporto e nell’efficienza logistica,
A quel punto, sottolinea RMI, le batterie a fine vita diventeranno il nuovo minerale grezzo, limitando del tutto la necessità di qualsiasi attività estrattiva. Per arrivarci abbiamo quanto occorre: le riserve note di litio, cobalto e nichel sono il doppio del livello della domanda totale di materia prima vergine di cui potremmo aver bisogno, e i progetti estrattivi annunciati sono già sufficienti a soddisfare quasi tutta la domanda di materia prima vergine.

Il cambiamento è già in atto, secondo ribadisce il think tank. Senza l’ultimo decennio di miglioramenti nel mix chimico, nella densità energetica e nel riciclaggio, la domanda di litio, nichel e cobalto sarebbe del 60-140% più alta di quella odierna. Continuando con l’attuale tendenza, significa che assisteremo al picco della domanda di minerali vergini per batterie a metà degli anni ’30. Con l’accelerazione della tendenza si dovrebbe estrarre solo 125 milioni di tonnellate cumulative di minerali per batterie: “Questa quantità da sola può portarci all’autosufficienza circolare delle batterie – si legge nel Rapporto – Ciò è 17 volte inferiore alla quantità di petrolio che estraiamo e lavoriamo per il trasporto su strada ogni anno. E, ai prezzi attuali delle materie prime, anche circa 20 volte più economico. Ciò significa che i Paesi possono passare rapidamente e in modo economicamente conveniente dalla dipendenza dal petrolio all’indipendenza energetica circolare. Finora la Cina è in testa nella corsa alla circolarità delle batterie, con l’indipendenza mineraria prevista per il 2042, ma l’Occidente e il Sud del mondo sono pronti a tornare in gara. Per accelerare l’azione, tutte le parti interessate, dai governi agli innovatori aziendali, dovranno impegnarsi per cogliere l’opportunità circolare”.
Lo studio ha anche evidenziato il significativo calo dei prezzi dei minerali critici nel corso del 2023, a livelli mai visti prima della pandemia, con il prezzo del litio in calo del 75% e i prezzi del cobalto, del nichel e della grafite in calo tra il 30 e il 45%. Inoltre, viene rilevato che le riserve note di litio, cobalto e nichel in tutto il mondo sono il doppio di quelle necessarie per la transizione energetica, mentre i progetti minerari già annunciati dovrebbero essere sufficienti a soddisfare quasi tutta la domanda vergine, nonostante la rapida crescita.
Il report di RMI, fa seguito al recente avvertimento dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) che nel suo ultimo Global Critical Minerals Outlook aveva sollecitato i governi a maggiori investimenti nei settori dell’esplorazione, dell’estrazione mineraria e del riciclaggio per garantire che le forniture di materie prime continuino a soddisfare la domanda in forte espansione delle tecnologie pulite.
Per coincidenza viene pubblicato lo stesso giorno in cui in Italia l’ISPRA, incaricato dal Decreto Legge di giugno “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico” di elaborare e realizzare il Programma nazionale di esplorazione mineraria generale per le materie prime critiche presentava il database nazionale GeMMA che raccoglie e armonizza i dati minerari pregressi relativi a tutti i giacimenti coltivati in passato ed i risultati delle varie campagne di ricerca, nazionali e locali, con un particolare focus sulle materie prime critiche.