La nuova edizione della Relazione biennale sulle performance dell’UE in termini di scienza, ricerca e innovazione (SRIP) evidenzia che si è registrato un aumento degli investimenti che ha contribuito alla competitività dell’UE in particolare nelle tecnologie verdi, ma rileva anche per affrontare le sfide emergenti bisogna intensificare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di investire il 3% del PIL.
Negli ultimi vent’anni si è registrato un aumento degli investimenti dell’UE in Ricerca & Innovazione, contribuendo alla competitività dell’UE nel campo delle tecnologie verdi, in particolare, e all’elevata qualità complessiva della ricerca dell’UE.
Lo evidenzia l’edizione 2024 della Relazione sulle performance in materia di scienza, ricerca e innovazione (SRIP), la pubblicazione biennale che analizza le dinamiche della ricerca e dell’innovazione e i relativi motori, rivolta a un pubblico sia di operatori del settore della ricerca e dell’innovazione che di responsabili politici e analisti dell’economia e della finanza, lanciata il 27 giugno 2028 dalla Commissione UE nel corso di un evento in streaming.
Le sfide
La relazione evidenzia 3 sfide principali per R&I dell’UE:
1. Ecosistemi R&I sottoutilizzati. L’UE è un attore di primo piano a livello mondiale nella ricerca scientifica, ma si trova ad affrontare diversi ostacoli per sfruttare al meglio il suo ricco ecosistema di ricerca e innovazione. Le forti variazioni negli sforzi di ricerca e sviluppo (R&S) tra gli Stati membri hanno fatto sì che l’obiettivo del 3 % del PIL sia ancora lungi dall’essere raggiunto.
2. Persistente divario in materia di R&I. Le attività di ricerca e innovazione hanno la tendenza a concentrarsi in determinati luoghi, il che può essere rafforzato fornendo sostegno alle attività e agli attori più brillanti.
3. Divario tecnologico rispetto ad altre regioni del mondo, dovuto anche alla complessità dell’aumento degli investimenti del settore privato a favore della ricerca e innovazione a livello dell’UE. Sebbene l’UE abbia compiuto notevoli progressi nella transizione verde, vi sono ancora progressi da compiere nel settore digitale.

Punti di forza e di debolezza dei risultati dell’UE in materia di R&I
Alcuni dei principali risultati della relazione dell’UE in materia di scienza, ricerca e innovazione sono i seguenti:
– l’UE mantiene una posizione di primo piano nei depositi globali di brevetti relativi alle energie rinnovabili (29 %) e all’efficienza energetica (24 %);
– l’UE è superata dalla Cina solo in termini di produzione scientifica e rappresenta il 18 % della produzione scientifica mondiale, mentre per quanto riguarda la quota globale del 10% delle pubblicazioni più citate, l’UE sta ottenendo risultati simili a quelli degli Stati Uniti, ma dietro la Cina. Nel 2021 l’UE si è classificata al 5° posto in termini di intensità di R&I(2,3 %), collocandosi al di sotto degli Stati Uniti (3,5 %), del Giappone (3,3 %), della Corea del Sud (4,9 %) e della Cina (2,4 %), che ha superato il livello dell’UE per l’intensità di R&I per la prima volta nel 2020;
– rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, l’UE è meno specializzata nelle principali tecnologie che migliorano la produttività, in particolare nei settori dell’intelligenza artificiale, dell’Internet delle cose (IoT), delle tecnologie blockchain e dei computer quantistici;
– il mercato dei capitali di rischio nell’UE è limitato rispetto ad altre regioni del mondo, il che ostacola gli investimenti privati nelle imprese innovative.

“Questa edizione del report su scienza, ricerca e innovazione rivela che in Europa dobbiamo intensificare gli sforzi per raggiungere l’obiettivo di investire il 3% del PIL in ricerca e sviluppo e per fornire soluzioni innovative alle sfide che ci troviamo ad affrontare – ha dichiarato Iliana Ivanova, Commissaria UE per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani – Rafforzare le capacità scientifiche e tecnologiche dell’Europa e la complementarietà dell’azione a livello europeo, nazionale e regionale è fondamentale per la resilienza e la competitività attuali e a lungo termine”.