Fonti fossili

Transizione energetica: il manuale di contrasto delle big oil & gas

Un nuovo rapporto del think tank InflueceMap afferma che le lobby dei combustibili fossili hanno utilizzato lo stesso programma per ritardare la transizione energetica per 57 anni, ma l’uso di questo manuale strategico è cresciuto rapidamente a partire dal 2005, in particolare negli ultimi anni, quando i governi di tutto il mondo hanno iniziato a prendere sul serio i cambiamenti climatici.

Le grandi e potenti compagnie petrolifere e del gas hanno utilizzato un insieme di argomentazioni e narrazioni non scientifiche per contrastare, indebolire e ritardare la transizione energetica globale verso i carburanti puliti negli ultimi 50anni, un periodo di tempo nel corso del quale le emissioni cumulative di gas serra delle compagnie dei combustibili fossili hanno rappresentato fino al 18% delle emissioni globali di CO2.

È quanto sostiene il Rapporto How the Oil Industry Has Sustained Market: Dominance Through Policy Influence – A Historical Analysis of the Oil and Gas Playbook Against Renewables and Electric Vehicles“, che InfluenceMap, think tank britannico che produce analisi basate sui dati su come le aziende e la finanza stanno influenzando la crisi climatica, ha diffuso il 10 luglio 2024.

Il Rapporto tiene traccia dei diversi modi con cui le principali associazioni di combustibili fossili – tra cui l’American Petroleum Institute (API), che rappresenta l’intera industria petrolifera e del gas naturale americana, FuelsEurope (FE) e Fuels Industry United Kingdom (FIUK) – hanno agito per minare la transizione verso le energie rinnovabili, i veicoli elettrici (EV) e altre tecnologie energetiche pulite a partire dagli anni ’60, con conseguenti impatti negativi significativi sulla capacità dei governi, a livello globale, di affrontare la crisi climatica.

L’analisi ha utilizzato il set di dati compilato da Dario Kenner, ricercatore presso l’Università del Sussex e autore del libro “Carbon Inequality – The role of the richest in climate change” (2019), che include oltre 50 casi dettagliati di come API, FE e FIUK abbiano utilizzato narrazioni non scientifiche nella loro difesa contro le alternative ai combustibili fossili tra il 1967 e il 2021. Ulteriori dati dal 2021 al 2023 sono stati raccolti da InfluenceMap per garantire che l’analisi fosse aggiornata.

Il Rapporto identifica e analizza le 3 ampie categorie costantemente utilizzate dalle lobby petrolifere e del gas nella loro attività di advocacy, tutte in contraddizione con le politiche basate sulla scienza come stabilito dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), e nonostante che la comunità scientifica, i decisori politici e il pubblico abbiano progressivamente compreso la crisi climatica e le sue cause.

1. Scetticismo sulla soluzione: questa narrazione minimizza sistematicamente il potenziale impatto e la fattibilità delle fonti energetiche alternative, mettendo in dubbio la loro efficacia e sottolineando sfide e incertezze. Include argomenti che suscitano scetticismo sui problemi associati all’uso di combustibili fossili.

2. Neutralità politica: questa narrazione viene utilizzata per opporsi a politiche che promuovano esclusivamente alternative ai combustibili fossili, favorendo le scelte dei consumatori, le soluzioni di mercato e un intervento minimo dei governi.

3. Accessibilità e sicurezza energetica: in questa narrazione, l’industria sottolinea l’importanza di mantenere le forniture energetiche sicure ed economicamente vantaggiose. I combustibili fossili sono presentati come centrali per entrambe le cause, mentre un passaggio ad alternative tecnologiche è individuato come un rischio significativo.

Fonte: InfluenceMap, 2024

Molte compagnie petrolifere e del gas giustificano le loro significative emissioni di ambito 3 [ndr: sono le emissioni indirette che provengono dalla catena del valore e non sono quindi direttamente imputabili al perimetro delle società], indicando la domanda dei consumatori, sostenendo che è al di fuori del loro controllo – ha affermato Tom Holen, responsabile del Programma per la transizione energetica di InfluenceMap – Tuttavia, questo rapporto sfida questa narrazione svelando un manuale strategico progettato per proteggere e sostenere le forze sociali e di mercato che favoriscono i combustibili fossili. Questo uso di lunga data di narrazioni fuorvianti ha probabilmente ritardato la transizione energetica per decenni e continua a rappresentare una seria minaccia al progresso della politica climatica“.

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