Fonti fossili

Petrolio: il paradosso della crescita nell’attuale cambiamento

Secondo un’indagine di DNV, società di gestione del rischio, l’attuale panorama energetico è un “paradosso” in cui la forte spinta verso soluzioni a basse emissioni di carbonio è controbilanciata dal continuo elevato consumo di petrolio e combustibili fossili.

Nonostante la forte spinta verso soluzioni a basse emissioni di carbonio e le sfide energetiche senza precedenti, il consumo di petrolio e combustibili fossili continua ad aumentare, tanto che il 68% dei dirigenti del settore esprime ottimismo per un’eguale crescita il prossimo anno.

Questa fiducia, viene rivelata da una survey condotta da DNV, Società di gestione del rischio, che ha intervistato 442 dirigenti globali del settore petrolifero e del gas, e riportata nel report The Paradox of petroleum: How the oil and gas sector is transforming through uncertainty” (Il paradosso del petrolio: come il settore del petrolio e del gas si trasformando nell’incertezza”, pubblicato il 25 giugno 2024, che fa parte della serie Energy Industry Insights.

Il 64% dei dirigenti del settore petrolifero e del gas afferma di stare investendo molto in fonti di energia alternative come l’eolico, il solare, l’idrogeno, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio (CCUS) e i biocarburanti, aprendo la strada a nuovi flussi di entrate, nonostante sfide come tassi di interesse più elevati e interruzioni della catena di fornitura.

Tuttavia la ripresa economica e una rinnovata attenzione alla sicurezza energetica, in parte dovuta a eventi geopolitici come il conflitto in Ucraina, porta il 51% dei dirigenti a ritenere che gli investimenti globali in nuove capacità di petrolio e gas siano insufficienti, con il 70% dei dirigenti nordamericani particolarmente preoccupati rispetto al 40% degli europei.

Le prestazioni operative rimangono una priorità, con il 62% delle aziende che pianifica di aumentare gli investimenti in efficienza energetica e il 78% che mira a standardizzare strumenti e processi per ridurre i costi. Inoltre, l’82% degli intervistati riconosce la necessità di nuovi modelli operativi per raggiungere queste efficienze.

La redditività, sottolinea DNV, continua a essere una sfida a causa della natura ad alto rischio degli investimenti in petrolio e gas. Aziende come Equinor, ad esempio, stanno adeguando le strategie di capitale per bilanciare la redditività con gli obiettivi strategici, soprattutto nei settori delle energie rinnovabili.

Dal sondaggio sono emerse le principali barriere che impediscono alle aziende petrolifere e del gas di dare priorità a fonti energetiche rinnovabili e più pulite.

La sfida principale, citata dal 49% degli intervistati, è il basso rendimento finanziario o la redditività associati a queste iniziative. Inoltre, il 33% sottolinea i vincoli posti dai loro modelli aziendali e profili di rischio esistenti, nonché politiche energetiche o sulle emissioni poco chiare. Gli investimenti di capitale richiesti sono un ostacolo significativo per il 30%, mentre il 26% evidenzia limitazioni nelle capacità organizzative, nelle infrastrutture e nella tecnologia. I costi operativi sono una preoccupazione per il 21%, seguiti dalla cultura organizzativa (19%) e dalla difficoltà di scalare o aumentare i ricavi (18%).

Attrarre lavoratori giovani e qualificati è fondamentale per affrontare la carenza di competenze per la futura crescita, è una priorità per il 66% dei dirigenti. Strategie innovative per lo sviluppo della forza lavoro, come la formazione basata sulla tecnologia e lo sfruttamento di pool di talenti globali, sono essenziali per attrarre e trattenere i talenti. Il settore è anche profondamente impegnato nella riduzione dell’impatto ambientale, con il 61% dei dirigenti che pianifica maggiori investimenti nella decarbonizzazione.

Bilanciare questi sforzi con le continue esigenze di petrolio e gas è fondamentale per supportare efficacemente la transizione energetica, sottolinea DNV. Sfruttando strumenti digitali, nuove strategie della forza lavoro e maggiori sforzi di decarbonizzazione, il settore sarebbe in procinto per una transizione strutturale.

Questo paradosso di cambiamento e continuità definisce l’attuale panorama energetico. Mentre c’è una forte spinta verso l’energia a basse emissioni di carbonio, l’elevato consumo mondiale di prodotti petroliferi rimane un fattore significativo. Inoltre, c’è una forte preoccupazione per la sicurezza dell’approvvigionamento di petrolio a lungo termine, sottolineando la necessità del settore di bilanciare le richieste immediate di combustibili fossili con l’imperativo di investire in soluzioni energetiche sostenibili. Gestire questa complesso dualismo sarà cruciale per la direzione strategica del settore petrolifero e del gas nei prossimi anni.

Il settore petrolifero e del gas si trova in una fase critica – ha osservato Ditlev Engel, CEO dei sistemi energetici di DNV – Il duplice compito di investire in fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio per esaudire gli obiettivi climatici, soddisfacendo al contempo la domanda globale e mantenendo l’efficienza operativa e la redditività non è una soluzione facile. Il nostro sondaggio dimostra che i leader del settore sono fiduciosi del loro ruolo nella transizione energetica e stanno cercando attivamente soluzioni per gestire questa trasformazione. Sono necessari modelli di business più redditizi e politiche chiare per accelerare questo cambiamento nel settore”.

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