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Pesticidi: i rischi dall’abuso di autorizzazioni di emergenza

Un recente studio esamina come l’uso e l’abuso delle autorizzazioni di emergenza per i pesticidi, adottate dagli Stati membri dell’UE e accettate dalla Commissione UE, violino i limiti legali e reintroducano sostanze chimiche altamente tossiche nell’ambiente, influenzando la salute ambientale e umana. Colmare le lacune legali che le favoriscono sarà essenziale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità europei.

Gli Stati membri dell’UE abusano della facoltà di deroga all’uso di pesticidi non ancora autorizzati, che dovrebbe essere consentita solo in circostanze eccezionali di emergenza agricola, che non può superare comunque i 120 giorni e una stagione di crescita e che contestualmente deve essere applicata la ricerca su strategie alternative, mentre Il 12% delle autorizzazioni di emergenza ha permesso l’uso di pesticidi per un periodo più lungo di quanto prescritto dalle normative, il 37% è stato ripetutamente concesso nel tempo dallo stesso Stato membro per lo stesso scopo agricolo (vale a dire, per controllare lo stesso parassita sulla stessa coltura) e il 21% delle autorizzazioni di emergenza ha concesso l’uso di sostanze attive non approvate dalla valutazione del rischio.

È quanto emerge dallo Studio Beyond the urgency: pesticide Emergency Authorisations’ exposure, toxicity, and risk for humans, bees, and the environment”, pubblicato online in luglio prima dell’uscita cartacea sul numero di ottobre 2024 di Science of the Total Environment, coordinato da Simone Tosi, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e Direttore del BeeLab dell’Università di Torino, e condotto con Luca Carisio, dell’Istituto  di Ricerca Medico Veterinaria per il Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e principale autore dello studio, e con Noa Simon Delso di BeeLife European Beekeeping Coordination. un’organizzazione senza scopo di lucro che lavora per promuovere un ambiente sostenibile in cui gli impollinatori possano prosperare, garantendo la biodiversità e la sicurezza alimentare in Europa.

Lo studio fornisce una panoramica completa del quadro normativo per le sostanze chimiche utilizzate nella protezione agricola e valuta la frequenza, l’uso e la conformità alla normativa degli Stati membri dell’UE che concedono autorizzazioni di emergenza (EA), accettate dalla Commissione UE. Concentrandosi su precedenti ricerche che hanno utilizzato le api come biomonitori per valutare la tossicità delle sostanze chimiche, lo studio evidenzia l’impatto notevole delle autorizzazioni di emergenza sulla salute umana e ambientale

Infestanti e colture più frequenti controllati tramite Autorizzazioni di Emergenza

I risultati dello studio sono allarmanti. Tra il 2017 e il 2021, il numero di autorizzazioni di emergenza concesse dagli Stati membri per i prodotti fitosanitari immesse in commercio per l’applicazione sulle colture, è salito alle stelle, arrivando a 3.173. Si tratta di un aumento significativo rispetto al periodo precedente, che ha visto 220 autorizzazioni tra il 2013 e il 2016. Allo stesso tempo, la media annuale dell’UE per le autorizzazioni di emergenza per le sostanze attive, componenti chimici chiave dei pesticidi, era di 223.

Alcune di queste autorizzazioni hanno violato decisamente i limiti di legge. Il 12% delle autorizzazioni di emergenza per i pesticidi superava il limite di 120 giorni di utilizzo.  In Spagna, ad esempio, una sostanza altamente tossica (fludioxonil) che è stata associata a danni alle cellule epatiche negli esseri umani) ha ottenuto un’autorizzazione di quaranta mesi. Inoltre, vari Stati membri hanno costantemente rinnovato le autorizzazioni di emergenza, allungandone i tempi.

Le sostanze attive reintrodotte nell’ambiente grazie alle autorizzazioni di emergenza sono altamente tossiche e producono effetti particolarmente dannosi. Rispetto alle sostanze approvate, quelle che tornano nei nostri campi attraverso le autorizzazioni di emergenza hanno valori tossici elevati

Secondo la revisione della ricerca sul biomonitoraggio, che utilizza le api come proxy per la contaminazione ambientale, le dosi letali medie di sostanze attive nelle autorizzazioni di emergenza sono inferiori alla metà ovvero è necessaria meno della metà della dose per diventare mortale per un’ape rispetto alla sostanza attiva media autorizzata, il che indica l’elevata tossicità delle sostanze nelle autorizzazioni di emergenza. Queste autorizzazioni stanno quindi diffondendo nell’ambiente e nella catena alimentare sostanze chimiche altamente tossiche, che sono più contaminanti rispetto alle sostanze attive approvate.

Sfortunatamente, questa situazione non è limitata a poche porzioni del territorio europeo. I 6 Stati membri che hanno concesso il maggior numero di autorizzazioni di emergenza per le sostanze attive (Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia e Spagna) rappresentano anche la metà dei terreni agricoli dell’UE.

Sostanze attive autorizzate di emergenza (EA-AS) incluse nei prodotti fitosanitari (PPP) nei 28 Stati membri europei. Più scuro è il colore dello Stato membro, maggiore è il numero di EA-AS concesse a livello nazionale. La percentuale di EA-AS concesse da ogni Stato membro rispetto al valore complessivo UE (100%, n  = 342) viene indicata all’interno delle etichette con contorno nero.

Il nostro studio dimostra che l’ampio uso delle Autorizzazioni d’Emergenza nel tempo e nello spazio porta alla contaminazione ambientale da parte di numerose sostanze attive non approvate e altamente tossiche – ha dichiarato Tosi – Viviamo in uno stato di stabile emergenza agricola che agisce in deroga al Regolamento Europeo, con profonde implicazioni per gli esseri umani, gli altri animali e l’ambiente. Questa ricerca ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un ambiente e di un’agricoltura più sostenibili e sicuri per gli esseri umani e gli altri animali”.

Considerando le sfide della crescente domanda di prodotti agricoli e la necessità di una migliore sicurezza alimentare, sono necessarie strategie sostenibili. Come evidenzia lo studio, alternative come gli approcci di Integrated Pest Management (IPM), sostanze attive alternative (autorizzate) e pratiche di agroecologia indicano percorsi per aumentare la produttività agricola, la sostenibilità e la resilienza. La promozione di queste pratiche deve andare di pari passo con una maggiore chiarezza e responsabilità nel meccanismo di autorizzazione di emergenza.

La nostra ricerca intende facilitare l’implementazione di strategie di controllo sostenibili perché il nostro ambiente diventi più sano e sicuro – ha spiegato Carisio – Abbiamo descritto le emergenze agricole più frequenti e quindi le ricerche da prioritizzare”.

In copertina: Il poster della Campagna di Sierra Club Canada Foundation suggerisce che le api avrebbero bisogno di maschere antigas e tute ignifughe per sopravvivere ai neonicotinoidi.  ©Richard MacArthur

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