Economia e finanza Fonti rinnovabili Mari e oceani

Blue Economy: innovazione e opportunità della transizione verde

La VII edizione del Blue Economy Report dell’UE, approfondendo i progressi nella transizione energetica per il cambiamento climatico, in particolare sullo sviluppo delle energie rinnovabili marine e sulle sfide e sugli obiettivi tecnologici, indaga anche sui potenziali impatti delle inondazioni costiere sui servizi ecosistemici e valuta la resilienza economica lungo la costa dell’UE-27.

La Blue economy dell’UE (i settori che si basano sulle risorse costiere e marine) si è ripresa dalla pandemia: il surplus operativo lordo (profitto) è cresciuta nel 2021 (ultimi dati disponibili di Eurostat) del 73% rispetto al 2020, raggiungendo i 76,4 miliardi di euro, mentre l’occupazione è aumentata del 17%, rappresentando una quota dell’1,8% della forza lavoro dell’UE.

A rilevarlo è la 7ma edizione del Blue Economy Report dell’UE pubblicato dal Centro Comune di Ricerca (JRC) e dalla DG Affari marittimi e della Pesca della Commissione UE, che esamina approfonditamente la portata e l’ampiezza dell’economia blu all’interno dell’UE, sulla base dei dati e delle analisi della piattaforma dell’Osservatorio dell’UE sull’economia blu che fornisce aggiornamenti tempestivi e regolari dei dati per settore, Stato membro e bacino marittimo, offrendo indicazioni ai politici e alle parti interessate nel promuovere il progresso sostenibile degli oceani e delle risorse costiere.

Il Rapporto di quest’anno approfondisce i progressi nella transizione energetica per il cambiamento climatico nel trasporto marittimo e nella flotta peschereccia, nonché una sezione sugli impatti delle inondazioni costiere sui servizi ecosistemici, valuta la resilienza economica lungo la costa dell’UE-27, nonché le sfide e gli obiettivi tecnologici.

In particolare, nel 2023, la Commissione europea ha compiuto passi importanti nel suo Pacchetto “Fit for 55” volto a ridurre l’impronta di carbonio dell’UE, adottando iniziative chiave come il Regolamento marittimo FuelEU ed estendendo il sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS) al settore marittimo (Direttiva 2023/939/UE) a partire da gennaio 2024.Inoltre, sempre nel 2023, la Commissione UE ha i portato avanti il ​​suo Pacchetto Oceano e pesca, istituendo il partenariato per la transizione energetica nella pesca e nell’acquacoltura dell’UE

Tra il 2015 e il 2021 si è registrato un aumento significativo del valore aggiunto lordo (VAL) in:
Eolico offshore (+ 326%);
Costruzioni e riparazioni navali (+ 54%);
Trasporti marittimi (+29%):
Risorse biologiche marine (+27%);
Attività portuali (+11%).

Più nel dettaglio, il turismo costiero è rimasto il settore più importante dell’economia blu, generando il 29% del VAL dell’economia blu dell’UE nel 2021.Anche in termini di occupazione, è stato di gran lunga il settore più importante dell’economia blu (54%), ma è stato anche il settore più colpito dalla crisi del COVID-19 e non si era ripreso completamente nel 2021. 

Il trasporto marittimo è il secondo settore dell’economia blu in termini di fatturato, generando quasi un quarto del VAL dell’economia blu dell’UE nel 2021.

Anche il settore delle energie rinnovabili marine (principalmente eolico offshore) ha registrato trend di crescita, con profitti lordi stimati a 2,4 miliardi di euro e VAL di 3,3 miliardi di euro nel 2021, segnando un aumento del 45% rispetto al 2020. Attualmente, l’UE è all’avanguardia nello sviluppo dell’energia proveniente dalle onde, dalle maree e dall’energia eolica offshore, integrando queste fonti rinnovabili nel panorama energetico più ampio per raggiungere i suoi obiettivi di energia rinnovabile e gli obiettivi climatici.

Il settore delle risorse biologiche marine (pesca, acquacoltura, lavorazione e distribuzione dei prodotti ittici), ha registrato un aumento del 24% rispetto al 2020, con profitti lordi valutati a 9,7 miliardi di euro nel 2021. 

In termini di applicazioni, i settori medico e farmaceutico sono in prima linea nello sviluppo della biotecnologia blu sia nell’UE che nel mondo. La Germania (28%) e la Francia (23%) da sole rappresentano poco più della metà del valore del mercato dell’UE e si prevede che cresceranno più rapidamente rispetto agli altri Paesi dell’UE.

La desalinizzazione è un settore in rapida espansione che affronta la scarsità d’acqua. Si prevede che il mercato europeo della desalinizzazione si espanderà, non solo per far fronte alla carenza di acqua dolce imposta dai cambiamenti climatici, ma anche per sfruttare gli sviluppi tecnologici che consentono di ridurre i costi operativi e gli impatti ambientali. 

I 4 paesi più grandi dell’UE – Germania, Spagna, Italia e Francia – sono anche i maggiori contributori all’economia blu dell’UE.  La quota dell’economia blu nelle economie nazionali varia tra i paesi dell’UE, poiché l’economia blu dei paesi insulari o di quelli con arcipelaghi contribuisce maggiormente al VAL nazionale e all’occupazione. In termini di occupazione, le quote vanno dall’11,4% in Grecia allo 0,2% in Austria. Per quanto riguarda il VAL, l’intervallo va dal 6% in Croazia allo 0,1% in Lussemburgo.

In merito agli impatti delle inondazioni costiere, ne sono esposte circa 72.000 le persone nell’UE, mentre i danni economici ammontano a 1 miliardo di euro all’anno. Con il riscaldamento globale, si prevede che i danni aumenteranno notevolmente se gli attuali livelli di protezione delle coste non verranno aumentati. Entro il 2100, i danni annuali ammonterebbero a 137 miliardi di euro e 814 miliardi di euro rispettivamente nell’ambito di uno scenario di mitigazione moderata e di emissioni elevate.

Mentre l’UE avanza nel suo cammino verso un futuro sostenibile, ritengo che questo Rapporto costituisca una guida essenziale, illustrando l’impegno dell’UE nel promuovere un’economia blu resiliente, affrontando al contempo la questione ambientale globale e le sfide climatiche – ha scritto nella Premessa al Blue Economy Report 2024 il Commissario UE all’Ambiente, Affari marittimi e Pesca, Virginijus Sinkevičius Vi sollecito ad immergervi nei risultati e nelle raccomandazioni presentate in questo rapporto e a lavorare con la Commissione UE nel sostenere un’economia blu sostenibile e fiorente nell’Unione europea”.

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