La Commissione UE ha pubblicato un pacchetto di misure volte a migliorare la sostenibilità e la resilienza della pesca e dell’acquacoltura dell’UE, tra cui una Comunicazione per la transizione energetica del settore, un Piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini, un Patto per la pesca e gli oceani per una gestione sostenibile, basata sulla scienza, innovativa e inclusiva, e una Relazione sullo Stato della Politica comune di pesca (PCP).
L’attuale dipendenza del settore dai combustibili fossili non è solo insostenibile dal punto di vista ambientale, ma lo rende anche vulnerabile agli aumenti dei prezzi dell’energia. Quando i prezzi del carburante sono aumentati nel 2021 e nel 2022, molti pescherecci sono rimasti in porto e c’è stato bisogno di un sostegno finanziario poiché gran parte della flottiglia dell’UE non era in grado di coprire i costi operativi. Analogamente, l’acquacoltura è stata esposta a prezzi più elevati sia del carburante che dei mangimi. Nel 2020, c’erano 124.630 persone impiegate nella pesca commerciale dell’UE e 57.000 nell’acquacoltura.
Per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e puntare a un settore della pesca e dell’acquacoltura climaticamente neutro, in linea con l’ambizione di raggiungere la neutralità climatica nell’UE entro il 2050, la Commissione UE ha presentato il 21 febbraio 2023 un pacchetto di misure per accelerarne la transizione energetica, migliorando l’efficienza dei combustibili e passando a fonti energetiche rinnovabili a basse emissioni di carbonio.
Il Pacchetto comprende:
– una Comunicazione sulla transizione energetica del settore della pesca e dell’acquacoltura in UE;
– un Piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini per una pesca sostenibile e resiliente;
– una Comunicazione sulla politica comune della pesca oggi e domani, accompagnata dal Documento predisposto dallo Staff working della Commissione “Patto per la pesca e gli oceani” per una gestione della pesca sostenibile, basata sulla scienza, innovativa e inclusiva;
– una Relazione sullo stato di attuazione del Regolamento sull’organizzazione comune dei mercati per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura.
Una delle azioni chiave è un partenariato per la transizione energetica per la pesca e l’acquacoltura dell’UE, che riunirà tutte le parti interessate, compresi i settori della pesca, dell’acquacoltura, della cantieristica navale, dei porti, dell’energia, delle ONG, delle autorità nazionali e regionali, per affrontare collettivamente le sfide della transizione energetica del settore.
La Commissione si adopererà anche per colmare le lacune nel trasferimento di tecnologia dalla ricerca e dall’innovazione all’applicazione; promuovere lo sviluppo delle competenze tra la forza lavoro; e per migliorare il contesto imprenditoriale, anche in termini di opportunità di finanziamento e consapevolezza.
Contestualmente, la Commissione UE ha pubblicato il Rapporto “Opportunità ed esempi di transizione energetica dei settori pesca ed acquacoltura” che offre una panoramica delle iniziative note di utilizzazione di combustibili alternativi e fonti energetiche rinnovabili per ridurre il consumo di energia e quindi le emissioni di carbonio, nonché esempi specifici di pratiche ed attrezzi di pesca e acquacoltura e le innovazioni tecnologiche.
“Vogliamo istituire un ‘Patto per la pesca e gli oceani’ per lavorare insieme a tutti per garantire una pesca sostenibile e resiliente, proteggere e ripristinare i nostri ecosistemi marini, rendere il settore redditizio e rafforzare la nostra sicurezza alimentare a lungo termine – ha affermato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca – Proponiamo azioni concrete per ripristinare gli ecosistemi marini e ridurre l’impatto delle attività di pesca sull’ambiente marino, rispondendo così anche agli impegni assunti dall’UE nello storico Accordo raggiunto alla COP15 di Montreal su un nuovo quadro globale per la biodiversità. Stiamo inoltre promuovendo una transizione energetica per aiutare il settore ad adattare le sue navi e le sue attrezzature, migliorare le condizioni di lavoro e passare a fonti energetiche rinnovabili a basse emissioni di carbonio. Sappiamo che questo è un compito impegnativo. Per questa ragione la trasformazione sarà graduale e promuoveremo il dialogo tra tutte le comunità locali la base per un settore della pesca e dell’acquacoltura resiliente”.

Con il Piano di azione per l’ambiente marino la Commissione UE intendere realizzare la Strategia dell’UE per la biodiversità per il 2030 e l’impegno assunto alla CBD-COP15 in cui è stato approvato “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework” (GBF) che prevede, tra l’altro, di proteggere entro il 2030 il 30% degli oceani. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione invita gli Stati membri ad adottare misure di conservazione della pesca per proteggere e gestire le aree marine protette (AMP) in modo efficace, con un calendario preciso. Tali sforzi dovrebbero includere la protezione delle aree di riproduzione e di riproduzione dei pesci, la riduzione dei tassi di mortalità dei pesci e il ripristino delle aree centrali per le specie e gli habitat sensibili.
Il piano mira anche a ridurre l’impatto della pesca sui fondali marini. La protezione urgente e il ripristino degli habitat dei fondali marini nelle AMP è fondamentale, essendo punti caldi della biodiversità marina dell’UE, e l’importanza del carbonio blu negli habitat marini per affrontare i cambiamenti climatici.
La Commissione, pertanto, invita gli Stati membri a proporre raccomandazioni congiunte e ad adottare misure nazionali per eliminare gradualmente la pesca mobile di fondo in tutte le AMP entro il 2030 e non consentirla in nessuna AMP di nuova costituzione. Le prime misure dovrebbero essere prese già entro marzo 2024 per i siti Natura 2000 ai sensi della direttiva Habitat che proteggono i fondali marini e le specie marine.
Il piano d’azione propone inoltre azioni per aumentare la selettività degli attrezzi e delle pratiche di pesca e per ridurre le catture accidentali di specie minacciate, fissando un calendario per aiutare gli Stati membri a dare la priorità alle specie che richiedono maggiore protezione.
Dieci anni dopo la riforma della Politica Comune della Pesca (PCP), la Commissione riferisce sul funzionamento della politica e dell’organizzazione comune del mercato e, al contempo, coglie anche l’opportunità di impostare la sua visione per la pesca sostenibile del futuro.
“Gran parte della nostra economia dipende dalla natura – ha sottolineato in occasione della presentazione alla stampa del pacchetto Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – La pesca è molto probabilmente il settore in cui questo collegamento è più diretto. Gli ecosistemi marini europei e i pesci, i molluschi, le alghe e le piante che ne fanno parte sono fondamentali per la sostenibilità economica della pesca. Con queste proposte puntiamo a costruire un rapporto sostenibile con i nostri mari. La Commissione lavorerà con le comunità di pescatori locali, il settore dell’acquacoltura e della pesca e li aiuterà ad adottare pratiche sostenibili, dalla riduzione del consumo di energia all’utilizzo di attrezzi da pesca più selettivi. Nell’ambito degli sforzi per ripristinare e proteggere la natura, chiediamo inoltre agli Stati membri di eliminare gradualmente la pesca a strascico nelle aree fragili. Garantire la sostenibilità della pesca, vuol dire investire nella resilienza e nel futuro del settore e dei suoi lavoratori. Lavorando insieme, possiamo trovare il giusto equilibrio e creare ecosistemi marini sani in tutta Europa”.
In copertina: fonte Pixabay