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Bilancio UE per la ripresa: come cambia il Fondo per la transizione giusta

Il Consiglio europeo del 19 giugno 2020 dovrà decidere sul nuovo Bilancio UE per la ripresa dopo la pandemia, che prevede, tra l’altro, di elevare il Fondo per la transizione giusta da 7,5 a 40 miliardi di euro, di cui beneficerebbero soprattutto gli Stati dell’Est-Europa , ma anche l’Italia avrebbe  2 miliardi e 141 milioni di euro, anziché i 364 milioni previsti.

La transizione verso la neutralità climatica avrà un impatto differenziato sui settori e sulle regioni, in termini sia di opportunità che di sfide. Alcuni avranno maggiori opportunità immediate, alcuni dovranno affrontare più difficoltà di altri e non tutti avranno la stessa capacità di far fronte ai costi dell’adeguamento alla transizione climatica.

Per aiutare le regioni più vulnerabili ad affrontare l’impatto socio-economico della transizione, nel gennaio 2020 la Commissione UE ha proposto, nell’ambito del Piano di investimenti del Green Deal europeo, un meccanismo per una transizione giusta per un valore di 100 miliardi di euro, articolato su 3 fonti di finanziamento:
– un Fondo per una transizione giusta (JTF) di 7,5 miliardi di euro;
– un regime per una transizione giusta nell’ambito di InvestEU, che punta a mobilitare fino a 45 miliardi di euro di investimenti, con lo scopo di attrarre investimenti privati a beneficio delle regioni interessate;
– uno strumento di prestito per il settore pubblico, in collaborazione con la BEI, che dovrebbe mobilitare tra i 25 e i 30 miliardi di euro.

La crisi indotta dal nuovo coronavirus ha reso più urgente che mai non solo la necessità di una ripresa verde e sostenibile, ma anche l’esigenza di sostenere le regioni più vulnerabili. Per questo motivo la Commissione UE ha inteso rafforzare il meccanismo per una transizione giusta nel quadro del proprio meccanismo di risposta alle crisi e nella nuova proposta riguardante il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE.

Pertanto, oltre ai 7,5 miliardi di euro, la Commissione propone per il Fondo un finanziamento aggiuntivo considerevole, del valore di 2,5 miliardi di euro nel quadro del prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e di 30 miliardi di euro a carico di Next Generation EU ovvero il Piano per la ripresa economica dell’UE dopo la pandemia, elevando così a 40 miliardi di euro le risorse totali del Fondo per una transizione giusta.

Tali risorse saranno utilizzate per alleviare l’impatto socio-economico della transizione verde nelle regioni maggiormente colpite, ad esempio sostenendo la riqualificazione professionale dei lavoratori, aiutando le PMI a creare nuove opportunità economiche, diversificando le attività economiche nel complesso e investendo nel futuro delle regioni più colpite.

Alla fine di febbraio, prima dello scoppio della pandemia, con una Comunicazione la Commissione UE aveva fatto il punto dei progressi compiuti dagli Stati membri nel perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030, analizzando anche le sfide e le possibilità che la transizione climatica ed energetica apre a ciascun Paese. Nella stessa ottica aveva indicato le priorità a cui destinare il sostegno del Fondo per la transizione giusta e per l’Italia aveva individuato nel Sulcis-Iglesiente (Sardegna) e nell’area funzionale di Taranto, le aree su cui intervenire per la transizione verso la riduzione dell’uso del carbone.

Ovviamente, la situazione post-Covid determinerà un all’allargamento dei settori e delle aree su cui intervenire, anche in relazione alla maggiore disponibilità di finanziamenti. In base al meccanismo di distribuzione delle risorse, all’Italia sarebbero assegnati 2 miliardi e 141 milioni di euro, anziché i 364 milioni inizialmente previsti.

Ora si attende la decisione del Consiglio UE che ha all’OdG della riunione in videoconferenza del 19 giugno 2020 la proposta di bilancio pluriennale 2021-2027 della Commissione UE.

Può darsi che i Paesi dell’Est-Europa troppo dipendenti da un’economia ad alto tenore di carbonio e che non erano d’accordo sulla Strategia a lungo termine per la transizione dell’economia alla neutralità climatica, tanto che la Polonia aveva subordinato la sua decisione alla proposta di bilancio della Commissione UE, si convincano dell’importanza di rendere l’UE più resiliente e sostenibile, vista la ridistribuzione delle risorse del Fondo per una transizione giusta che li premia in modo evidente:
– Polonia
da 2 a 8 miliardi di euro;
Romania da 757 milioni a 4 miliardi e 449 milioni;
Repubblica Ceca da 581 milioni a 3 miliardi e 413 milioni;
Bulgaria da 458 milioni a 2 miliardi e 693 milioni.

Con la speranza che non si apra uno scontro con i 4 Paesi cosiddetti “frugali” (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia) ai quali questo ampliamento di budget non piace.

Ma non è più tempo di tentennamenti e lunghe discussioni, perché, come conclude la Commissione UE nella scheda riassuntiva della Comunicazione sul prossimo bilancio UE: “There is no time to lose” (Non c’è più tempo da perdere).

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