Circular economy Sostenibilità

Sostenibilità competitiva: il nuovo paradigma dell’UE nel “Pacchetto d’inverno”

La Commissione UE ha pubblicato le relazioni per Paese dove vengono analizzate le grandi sfide socioeconomiche necessarie a realizzare la “sostenibilità competitiva” per la transizione verso la neutralità climatica e, più in generale, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030.

La Commissione UE ha presentato il 26 febbraio 2020 il “Pacchetto d’inverno” con la Comunicazione sul “2020 European Semester: Assessment of progress on structural reforms, prevention and correction of macroeconomic imbalances, and results of in-depth reviews under Regulation (EU) No 1176(2011)” (Semestre europeo 2020: valutazione dei progressi in materia di riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici e risultati degli esami approfonditi a norma del regolamento (UE) n. 1176/2011) che analizza le grandi sfide socioeconomico di ciascun Paese membro, per realizzare la sostenibilità competitiva.

Per ciascuno Stato membro è valutata inoltre l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, comprese le relative prestazioni evidenziate nel quadro di valutazione della situazione sociale che lo accompagna, concentrandosi su 4 dimensioni: sostenibilità ambientale; incremento della produttività; equità macroeconomia; stabilità macroeconomica.

Per la prima volta le relazioni fanno il punto dei progressi compiuti dagli Stati membri nel perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030, evidenziando le politiche macroeconomiche e occupazionali che possono contribuire a tal fine. Analizzano anche le sfide e le possibilità che la transizione climatica ed energetica apre a ciascun Paese. Nella stessa ottica indicano le priorità a cui destinare il sostegno del Fondo per una giusta transizione.

Buone notizie: gli squilibri diminuiscono nell’UE -ha sintetizzato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per “Un’economia al servizio delle persone” – Gli Stati membri dovrebbero muovere da questa tendenza positiva per proseguire le riforme che permetteranno alla nostra economia di reggere la prova del futuro. Devono ridurre il debito, stimolare la produttività e realizzare gli investimenti giusti per compiere una transizione equa a un’economia sostenibile e inclusiva. Oggi la Commissione espone anche un’analisi specifica delle sfide di sostenibilità ambientale, nell’intento di aiutare gli Stati membri a muovere verso un’economia a impatto climatico zero.”

Constatazioni fondamentali delle relazioni per Paese
Il Green Deal europeo punta a far sì che l’Europa diventi il primo continente climaticamente neutro entro il 2050. Le relazioni esaminano specificamente le questioni collegate alla sostenibilità ambientale. L’analisi che riportano in tema di riforme e di principali necessità di investimento in settori quali l’energia, i trasporti e l’edilizia può guidare l’azione politica degli Stati membri in linea con questa priorità.

Le relazioni per Paese (qui quella dell’Italia) rilevano che persistono livelli di disoccupazione sensibilmente diversi da uno Stato membro all’altro, mentre la povertà e l’esclusione sociale continuano a diminuire grazie alla situazione favorevole sul mercato del lavoro. Sarà comunque fondamentale l’attuazione concreta del pilastro europeo dei diritti sociali per garantire che, sia sul clima che nel digitale, la transizione avvenga all’insegna della giustizia e dell’equità sociale.

La crescita della produttività è ancora un problema, a maggior ragione a causa del cambiamento demografico. La crescita potenziale risulta frenata dalla scarsità di investimenti, dall’invecchiamento della forza lavoro e dalla carenza di competenze o il disallineamento tra domanda e offerta di competenze.

Gli Stati membri continuano ad avere posizioni molto diverse in termini di debito e di sfide legate alla sostenibilità. In media, i disavanzi pubblici nell’UE hanno ricominciato ad aumentare, invertendo la tendenza alla diminuzione degli ultimi anni. In alcuni Stati membri gli elevati livelli attuali del debito pubblico sono fonte di vulnerabilità.

Integrazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite
Una delle novità del semestre europeo è l’integrazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ciascuna relazione per Paese comprende ora una valutazione sintetica dei progressi compiuti dallo Stato membro verso il conseguimento di tali obiettivi, mentre un allegato specifico ne espone le relative prestazioni e la tendenza emersa negli ultimi cinque anni. Nel complesso si registrano progressi in quasi tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nei prossimi anni si approfondirà l’analisi per monitorare la realizzazione degli obiettivi e inquadrare la transizione verso un’economia climaticamente neutra ed efficiente sotto il profilo delle risorse.

Indicazione delle priorità del Fondo per una transizione giusta
La transizione verso un’economia sostenibile e climaticamente neutra deve essere improntata all’equità e alla giustizia sociale. Le relazioni per Paese evidenziano le regioni e i settori che saranno maggiormente colpiti dalla transizione. Riportano un’analisi delle sfide che essa comporta ed illustrano le priorità a cui destinare il sostegno del Fondo per una transizione giusta per garantire che nessuno sia lasciato indietro negli sforzi messi in atto dall’UE per conseguire la neutralità climatica.

Andamento delle riforme
L’incertezza delle prospettive economiche evidenzia l’importanza delle riforme per rafforzare la crescita potenziale. Le relazioni per Paese valutano i progressi compiuti dagli Stati membri nell’attuazione delle raccomandazioni specifiche per Paese, ossia gli indirizzi politici mirati che la Commissione propone ogni anno.

Dalle relazioni l’attuazione delle raccomandazioni adottate nel 2019 risulta essere stata forte nei settori dei servizi finanziari e delle politiche attive del mercato del lavoro; sono invece proseguite a rilento le riforme in settori quali la concorrenza nei servizi e la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.

Nel complesso gli Stati membri hanno compiuto perlomeno alcuni progressi nell’attuazione di circa due terzi delle raccomandazioni dal 2011, anno in cui è stato istituito il semestre europeo.

Per la progettazione e l’attuazione delle riforme gli Stati membri possono contare sul supporto offerto dal Programma di sostegno alle riforme strutturali (SRSP), del quale contestualmente la Commissione ha adottato il Programma per il 2020, in base al quale per la prima volta tutti i 27 Stati membri riceveranno sostegno per la realizzazione di oltre 240 progetti di riforma.

Correzione degli squilibri macroeconomici
La Procedura per gli squilibri macroeconomici mira a individuare, prevenire e sanare l’emergere di squilibri macroeconomici potenzialmente pregiudizievoli in grado di compromettere la stabilità economica di un determinato Stato membro, della zona euro o dell’UE nel suo complesso. La relazione 2020 sul meccanismo di allerta, pubblicata lo scorso dicembre, ha individuato 13 Stati membri da sottoporre a esame approfondito al fine di stabilire se presentino o rischino di presentare squilibri, i cui esiti indicano che:
– Grecia, Italia e Cipro presentano ancora squilibri eccessivi;
– Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Francia, Croazia, Portogallo, Romania e Svezia presentano ancora squilibri;
– la Bulgaria non presenta più squilibri.

Aggiornamento degli orientamenti in materia di occupazione
Contestualmente, la Commissione ha pure adottato una Proposta di aggiornamento degli orientamenti in materia di occupazione, indicando le priorità comuni delle politiche nazionali dell’occupazione. Fortemente mirata all’obiettivo di realizzare un’economia sociale di mercato sostenibile, la proposta mette gli orientamenti in linea con le quattro dimensioni della strategia annuale di crescita sostenibile e con la Comunicazione Un’Europa sociale forte per transizioni giuste”. Gli orientamenti aggiornati introducono riferimenti a condizioni di lavoro eque, trasparenti e prevedibili, al miglioramento delle condizioni di lavoro per gli operatori delle piattaforme, al rafforzamento del ruolo delle parti sociali e alla necessità di prestare maggiore attenzione ai gruppi a basso e medio reddito ai fini di una retribuzione equa che permetta un tenore di vita dignitoso.

Muoviamo oggi il primo passo nel cammino che porterà la sostenibilità al centro della politica e dell’azione economica dell’UE – ha dichiarato Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia –  Le relazioni per Paese 2020 fanno il punto dei progressi compiuti nel perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e comprendono una sezione specificamente dedicata alla sostenibilità ambientale. Quest’aspetto va di pari passo con il tema centrale del semestre europeo: le questioni economiche e sociali e la correzione degli squilibri macroeconomici. Il ritmo di riduzione dei livelli di debito pubblico e privato non è omogeneo e, nonostante la correzione della maggior parte dei disavanzi delle partite correnti, restano preoccupazioni per le situazioni di avanzo ingente.”

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