Energia

ETO 2023 di DNV: limitare il riscaldamento a 1,5 °C è improbabile

Secondo l’Energy Transition Outlook (ETO 2023) di DNV, Ente di certificazione e Società di consulenza leader a livello globale, che offre una dettagliata proiezione della domanda e dell’offerta di energia al 2050, insieme ad un percorso strategico verso le emissioni nette zero, la transizione energetica non sarebbe ancora iniziata. Anche se le rinnovabili stanno soddisfacendo oltre la metà della nuova domanda di energia, non riescono ancora a sostituirsi ai combustibili fossili. Il ritmo della transizione è tale che non permetterebbe un sistema energetico a zero emissioni entro il 2050 e di questo passo alla fine del secolo il riscaldamento sarebbe di 2, 2 °C.

Limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C è improbabile. Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, le emissioni di CO2 dovrebbero dimezzarsi entro il 2030, ma ciò non accadrà nemmeno entro il 2050. Le emissioni di CO2 saranno inferiori solo del 4% rispetto a oggi nel 2030 e del 46% entro la metà del secolo. Le emissioni di CO2 legate all’energia stanno ancora a livelli record e probabilmente raggiungeranno il picco solo nel 2024, che è effettivamente il momento in cui inizierà la transizione energetica globale. 

Tali previsioni sono contenute nel Rapporto Energy Transition Outlook (ETO) 2023”, che DNV, uno dei principali Enti di certificazione a livello mondiale e Società di consulenza aziendale per i settori Energia, Petroli & Gas e Assicurazioni, ha lanciato l’11 ottobre 2023 nel corso di un evento in streaming , che offre una proiezione dettagliata dell’offerta e della domanda energetica globale fino al 2050, insieme a un percorso strategico verso il raggiungimento delle emissioni nette zero.

Dobbiamo decarbonizzare i nostri sistemi energetici, ma la transizione energetica sembra essere in fase di stallo. Gli elevati prezzi del petrolio e del gas stanno alimentando un’impennata delle esplorazioni, mentre allo stesso tempo molti progetti rinnovabili stanno registrando un aumento dei costi a causa dell’inflazione e delle pressioni sulla catena di approvvigionamento.

Secondo ETO 2023, giunto alla VII edizione, tra il 2017 e il 2022 le energie rinnovabili hanno soddisfatto il 51% della nuova domanda di energia, ma, nonostante le energie rinnovabili continuino la loro diffusione non riescono tuttavia a sostituire i combustibili fossili, la cui offerta continua a crescere.

A livello globale, la transizione energetica non è iniziata, se per transizione intendiamo in momento in cui l’energia pulita sostituisce quella fossile in termini assoluti – ha affermato Remi Eriksen, Presidente e CEO del Gruppo DNV – Chiaramente, la transizione energetica è iniziata solo a livello settoriale, nazionale e comunitario, ma a livello globale le emissioni record derivanti dall’energia fossile sono destinate a salire ancora di più l’anno prossimo”. 

Gli aspetti salienti di ETO 2023

1.La transizione è ancora ai blocchi di partenza
– Le emissioni globali legate all’energia sono ancora in aumento e probabilmente raggiungeranno il picco solo nel 2024.

– Negli ultimi cinque anni le fonti rinnovabili hanno soddisfatto il 51% della nuova domanda di energia e le fonti fossili il 49%. In termini assoluti, l’uso dei combustibili fossili è ancora in crescita.

– La “stretta sul gas” seguita all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha comportato prezzi elevati del gas e aumento negli ultimi 18 mesi della produzione di energia elettrica dal carbone, con conseguente incremento delle emissioni, mentre il gas naturale sta perdendo il suo status di “carburante ponte” per la transizione.

2. Dalla metà degli anni 2020 le energie rinnovabili supereranno quelle fossili
– Ci vorranno i prossimi 27 anni per spostare la ripartizione dal fossile a non fossile del mix energetico attualmente 80 contro 20, a 48 contro 52 entro la metà del secolo.

– Dal 2025 quasi tutta la nuova capacità aggiunta sarà non fossile. Eolico e solare, tra il 2022 e 2050 cresceranno rispettivamente di 10 e 17 volte.

– Nel corso del prossimo decennio, la nuova produzione fossile nei Paesi a basso e medio reddito sarà in gran parte compensata dalle riduzioni nei Paesi ad alto reddito.

– La produzione di energia primaria dal carbone passerà dall’attuale 26% al 10% nel 2050.

La transizione interesserà sia l’aggiunta di rinnovabili che l’abbandono delle fonti fossili (Fonte: DNV)

3. La sicurezza energetica sta diventando una delle priorità dell’agenda politica
– Negli ultimi 18 mesi, gli sviluppi geopolitici hanno enfatizzato la sicurezza energetica, dando priorità all’energia domestica rispetto alle importazioni. Questa tendenza sta favorendo le energie rinnovabili, l’energia nucleare e il carbone in tutte le regioni. Inoltre, i Governi sono ora disposti a pagare un premio compreso tra il 6% e il 15% per l’energia di origine locale.

– Le politiche di “reshoring” e “friendshoring” aumentano la complessità e i costi della catena di rifornimento. Il 2022 ha visto un aumento del costo livellato delle energie rinnovabili in diverse regioni, ma si prevede che le riduzioni dei costi torneranno ai tassi storici della “curva di apprendimento” entro il 2028.

– Nel lungo termine, la sicurezza energetica e la sostenibilità andranno nella stessa direzione, con un misto di decarbonizzazione energetica, tra cui eolico, solare e batterie, proteggendo i sistemi energetici nazionali dalla volatilità del commercio energetico internazionale.

4. Le politiche progressiste stanno avendo un impatto
– I grandi pacchetti di politiche di decarbonizzazione introdotti nell’ultimo anno stanno potenziando la transizione a livello regionale, spingendola avanti a livello globale. L’Inflation Reduction Act (IRA) con cui gli Stati Uniti hanno impegnato ingenti risorse per le tecnologie pulite e il conseguente Net-zero Industry Act dell’UE stanno accelerando la transizione e rendono l’obiettivo zero-netto dell’Europa più realistico.

– Il trasporto marittimo è destinato a una transizione più rapida grazie alla sua inclusione nel sistema di scambio delle emissioni dell’UE (EU-ETS) e alla nuova ambiziosa Strategia di decarbonizzazione dell’IMO.

– La “corsa al vertice” nel campo delle tecnologie pulite tra le economie avanzate porterà benefici globali in termini di apprendimento, ad esempio, nelle tecnologie dicattura e stoccaggio del carbonio (CCS), di rimozione della CO2 direttamente dall’atmosfera (DAC) e dell’idrogeno.

– Lo sviluppo delle tecnologie pulite nelle economie avanzate comporterà solo vantaggi parziali alle regioni a medio e basso reddito dove gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) svolgono un ruolo prioritario. Sono necessari finanziamenti a rischio ridotto per accelerare il ritmo della transizione oltre le regioni leader.

5. L’impasse che rallenta nel breve termine l’espansione delle tecnologie di decarbonizzazione
– Nonostante l’inflazione e gli ostacoli alla catena di approvvigionamento, le installazioni solari hanno raggiunto la cifra record di 250 GW nel 2022. L’energia eolica ha contribuito per il 7% all’elettricità globale connessa alla rete e la capacità installata raddoppierà entro il 2030.

– Le reti globali – linee di trasmissione e distribuzione combinate –raddoppieranno la lunghezza totale dei circuiti di trasmissione da 100 milioni di km-c nel 2022 a 205 milioni di km-c nel 2050 per facilitare il trasferimento rapido ed efficiente dell’elettricità. Tuttavia, nel breve termine, i vincoli della rete di trasmissione e distribuzione stanno emergendo come un collo di bottiglia chiave in molte regioni per l’espansione dell’elettricità rinnovabile e delle relative risorse energetiche distribuite, quali lo stoccaggio connesso alla rete e i punti di ricarica dei veicoli elettrici in molte regioni, compresi Stati Uniti, Canada ed Europa. 

Sia l’UE che gli Stati Uniti stanno portando avanti politiche per affrontare i ritardi nelle autorizzazioni, ma è necessaria una risposta politica più profonda, che potrebbe comprendere espropri e finanziamenti per allentare i vincoli di produzione nella produzione di cavi.

– L’espansione della rete è importante per la produzione di idrogeno, che a sua volta dipende da misure più robuste sul lato della domanda per incentivare il prelievo e incoraggiare gli investimenti a monte nella produzione.

6. Le emissioni globali diminuiranno, ma non abbastanza velocemente
– DNV prevede che le emissioni globali di CO2 legate all’energia nel 2050 saranno inferiori del 46% rispetto a oggi, ma entro il 2030 le emissioni saranno inferiori solo del 4% rispetto a oggi. Secondo le previsioni di DNV alla fine del secolo il riscaldamento globale sarà di 2,2 °C rispetto ai livelli pre-industriali.

– Dal 2024, la quota di energie rinnovabili nel mix energetico primario crescerà di oltre un punto percentuale all’anno, arrivando a una quota non fossile del 52% entro il 2050, rispetto al 20% di oggi.

Il ritmo della transizione è lungi dall’essere abbastanza rapido per un sistema energetico a zero emissioni entro il 2050. Ciò richiederebbe di dimezzare all’incirca le emissioni globali entro il 2030, ma le previsioni di DNV suggeriscono che l’ambizione non sarà raggiunta nemmeno entro il 2050.

Limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C è quindi assai improbabile. Mentre le emissioni aumentano, le conseguenze dei cambiamenti climatici stanno diventando sempre più visibili e di impatto, con eventi meteorologici estremi che diventano più frequenti e dannosi.

I budget del carbonio in relazione alle previsioni delle emissioni di DNV (Fonte: DNV)

Ci sono battute d’arresto a breve termine dovute all’aumento dei tassi di interesse, alle sfide della catena di approvvigionamento e ai cambiamenti nel commercio energetico dovuti alla guerra in Ucraina, ma la tendenza a lungo termine per la transizione energetica rimane chiara: il sistema energetico mondiale passerà da un mix energetico che è per l’80% basato su combustibili fossili a uno che è per circa il 50% non fossile nell’arco di una singola generazione – ha aggiunto Eriksen – Si tratta di un processo veloce, ma non abbastanza veloce da raggiungere gli obiettivi di Parigi. In vista della COP 28, DNV pubblicherà il suo rapporto ‘Pathway to Net Zero’ in cui si evidenzia che la sfida principale non è la tecnologia, ma piuttosto la carenza di incentivi per promuovere una rapida diffusione delle energie rinnovabili e dello stoccaggio e di disincentivi per ridurre le emissioni dei combustibili fossili”.

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