Fonti rinnovabili Territorio e paesaggio

Agrivoltaico: pubblicata la prassi di riferimento

È stata pubblicata la Prassi di riferimento per l’agrivoltaico, sviluppata da Enea, Università Cattolica del Sacro Cuore, REM TEC e UNI per favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, promuovere la produzione agricola e tutelare il paesaggio, riducendo il consumo di suolo. Secondo il JRC della Commissione UE, applicando l’agrivoltaico all’1% della SAU dell’UE si produrrebbero circa 944 GW di capacità installata di energia elettrica, equivalente alla metà della capacità dei tradizionali pannelli fotovoltaici a terra.

Individuare i requisiti necessari affinché un impianto fotovoltaico possa essere definito un “sistema agrivoltaico”, indicando le condizioni per la sua ottimale integrazione nel paesaggio, in accordo con le Linee guida vigenti.

Sono questi i contenuti e gli obiettivi della Prassi di riferimento sviluppata nell’ambito di una collaborazione tra ENEA, Università Cattolica del Sacro Cuore, REM TEC, società leader nel fornire soluzioni avanzate nel settore delle energie rinnovabili, e UNI (Ente Italiano di Normazione), per favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili in linea con le direttive dell’UE, promuovere la produzione agricola e tutelare il paesaggio, riducendo il consumo di suolo.

 Le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi di norme tecniche, in assenza di norme o progetti di norma nazionali, europei o internazionali. In tal senso il documento è strutturato in modo da definire una panoramica delle tipologie e delle applicazioni dei sistemi agrivoltaici, classificandoli, definendone i requisiti e fissandone le best practice.

Grazie al know-how, alle competenze e professionalità pluriennali presenti nei suoi centri di ricerca di Casaccia e Portici, ENEA ha supportato la definizione delle tecnologie degli impianti fotovoltaici, alla luce dei più recenti sviluppi di celle e moduli commerciali, soprattutto in silicio. Per valutare in maniera oggettiva la scelta agrivoltaica rispetto ad altre soluzioni, ENEA è impegnata nell’individuare metodi di monitoraggio dei sistemi agrivoltaici, con particolare attenzione alla produzione e gestione di dati di entrambe le attività produttive. I ricercatori hanno inoltre definito le tecniche per l’integrazione dei sistemi agrivoltaici nel paesaggio, utilizzando le più recenti innovazioni nel settore dell’analisi del territorio.

L’agrivoltaico rappresenta una soluzione per coniugare la produzione di energia elettrica da fotovoltaico con quella agricola; tuttavia, ad oggi, gli impianti agrivoltaici installati non rispondono a criteri assestati e ciò rende difficile monitorarne nel tempo le prestazioni e valutare costi e benefici– ha evidenziato Girolamo Di Francia, responsabile del laboratorio Sviluppo applicazioni digitali, fotovoltaiche e sensoristiche del Centro Ricerche ENEA di Portici – In questo contesto la nuova prassi UNI/PdR 148 può fornire un valido punto di riferimento richiamandosi alle linee guida ministeriali e, come già accaduto in altri Paesi, suggerire norme e prassi per la realizzazione di impianti agrivoltaici in modo da standardizzarne la realizzazione e consentire, al contempo, il controllo delle produzioni sia di energia elettrica che di prodotti agricoli”.

L’ENEA ha realizzato una Mappa del potenziale agrivoltaico nazionale su scala regionale in grado di supportare le PP. AA. nella pianificazione dello sviluppo del settore, elaborata da un team di ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Portici su criteri di minimizzazione dell’uso del suolo e ottimizzazione della produzione energetica e agricola, che è in fase di validazione e in futuro accessibile.

Un Rapporto del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE, pubblicato la primavera scorsa, ha rilevato che applicando sistemi agrivoltaici nell’1% della superficie agricola utilizzata (SAU) dell’UE (157.621 ettari), potrebbero essere prodotti circa 944 GW di capacità installata di energia elettrica, equivalente alla metà della capacità dei tradizionali pannelli fotovoltaici a terra.

Il potenziale tecnico delle capacità installate di sistemi Agrivoltaici nelle SAU, con le diverse sottocategorie di superficie territoriale, includendo anche diverse percentuali di copertura dell’area per l’UE e si basa su un rapporto tra potenza e superficie del suolo di 0,6 MW/ha. (Fonte: JRC)

Anche se non si tratta di un concetto nuovo, l’interesse per questa forma di sviluppo del fotovoltaico è aumentato rapidamente negli ultimi anni, principalmente a causa della crescente necessità di produzione di elettricità e della disponibilità limitata di nuovi terreni a causa della crescente domanda alimentare globale – si legge nel Rapporto – La continua ricerca e sviluppo, in particolare studi trasversali che tengano conto degli aspetti legati all’energia, alla resa delle colture e alla biodiversità, saranno essenziali per superare le sfide tecniche e garantire soluzioni pienamente sostenibili per il futuro”.

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