Dai risultati della Consultazione indetta dalla X Commissione del Senato si evidenzia l’interesse di cittadini e imprese verso le opportunità di autoconsumo di energia elettrica da rinnovabili offerte dalla nuova RED II. Le novità per i prosumer condominiali.
La X Commissione industria, commercio e turismo del Senato ha presentato nei giorni scorsi i risultati della Consultazione pubblica che la stessa aveva indetto (1-31 ottobre 2018) per acquisire informazioni e valutazioni dei portatori di interesse per valutare le opzioni riguardo al recepimento della nuova Direttiva europea sulle Rinnovabili (RED II) che prevede la quota del 32% dell’energia verde prodotta e consumata nel nostro Paese al 2030, la riduzione del costo dell’energia elettrica e il diritto all’autoproduzione, all’autoconsumo e all’accumulo di energia.
I 480 partecipanti hanno discusso costi e benefici, ostacoli normativi e interventi necessari per raggiungere l’obiettivo previsto dalla RED II, che comporta per il nostro Paese di quintuplicare la produzione di energia rinnovabile rispetto ai livelli attuali. Su 277 questionari completati il 67% è stato presentato da cittadini singoli (185 contributi), mentre il 33% (92 questionari) è frutto della partecipazione di autorità pubbliche, imprese, università, centri di ricerca e soggetti governativi e non.
Le opinioni espresse e raccolte sono state sintetizzate in un report “Green Energy. Il sostegno alle attività produttive mediante generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica” nel quale sono state illustrate distintamente le 3 principali tematiche:
– Sistemi di distribuzione chiusi (SDC) ovvero “sistemi che distribuiscono energia elettrica all’interno di un sito industriale, commerciale o di servizi condivisi geograficamente limitato e, al netto di particolari eccezioni espressamente previste dalla regolazione dell’Autorità, non riforniscono clienti civili“.;
– Generazione, accumulo e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili all’interno di condomini e altri edifici;
– Comunità energetiche rinnovabili (LEC), “il cui obiettivo principale è fornire benefici ambientali economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui operano, piuttosto che profitti finanziari” che hanno il diritto di “produrre, consumare, immagazzinare e vendere l’energia rinnovabile, anche tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile; scambiare, all’interno della stessa comunità, l’energia rinnovabile prodotta dalle unità di produzione detenute da tale comunità produttrice/consumatrice di energia rinnovabile, fatti salvi gli altri requisiti di cui al presente articolo e il mantenimento dei diritti e degli obblighi dei membri della comunità produttrice/consumatrice di energia rinnovabile come clienti; accedere a tutti i mercati dell’energia elettrica appropriati, direttamente o mediante aggregazione, in modo non discriminatorio”.
Complessivamente dal report emerge che il pubblico è generalmente favorevole alla creazione di un sistema normativo che gli permetta di partecipare attivamente e in forma adeguata ai meccanismi del mercato dell’energia.
I cittadini sono sembrati interessati a prendere parte al sistema energetico sia dal punto di vista della domanda che dal punto di vista dell’offerta e il Presidente della Commissione, nel presentare pubblicamente i risultati della consultazione, ha spiegato come “dai dati GSE sappiamo che ogni TWh di energia autoconsumata abbiamo il 5,8% di perdite in meno, quindi quasi un 6% di aumento di efficienza immediato”, dimostrando ampiamente i vantaggi dell’autoconsumo.
“Confido che il lavoro di approfondimento e di indirizzo che la Commissione Industria del Senato sta portando a conclusione possa essere un contributo modesto ma utile per aprire un dibattito politico proficuo affinché il Legislatore e il Regolatore possano definire un quadro regolatorio coerente con i principi indicati nella Direttiva Comunitaria – ha affermato Gianni Girotto – Credo sia la cosa giusta da fare per il Paese e sento anche la necessità di rispondere al monito che recentemente hanno rilanciato milioni di giovani, non solo in Italia ma nel mondo, con le recenti manifestazioni”, riferendosi naturalmente alle Global Strike for Future a cui partecipato centinaia di migliaia di ragazzi in tutto il mondo.
Il recente Rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha messo in evidenza come la concentrazione annuale media globale di CO2 nell’atmosfera abbia raggiunto il massimo storico di 407,4 ppm nel 2018, lasciando intendere che non è rimasto più tanto tempo a disposizione per invertire il trend in crescita delle emissioni di gas serra, per le quali il settore energetico contribuisce per oltre i tre quarti.
Lo Studio “I Prosumer Condominiali” presentato lo scorso mese di marzo da “Energy@home ” l’Associazione che raccoglie alcune tra le principali aziende italiane nei settori energia, telecomunicazioni, elettrodomestici, elettronica, assicurazioni, ICT, insieme a diverse piccole medie imprese e istituti di ricerca, e realizzato con il contributo scientifico di Elemens, RSE e Kantar, ha analizzato le barriere allo sviluppo dell’autoconsumo condominiale e la possibilità offerta dalla nuova Direttiva RED II per i singoli condòmini di poter utilizzare l’energia autoprodotta per i propri consumi elettrici (luce, elettrodomestici, computer, ecc.).
Secondo lo Studio, oltre i vantaggi ambientali per l’utilizzo di energia rinnovabile e al considerevole apporto per il conseguimento del target del 32% al 2030, ci sarebbero benefici economici con il valore aggiunto incrementale generato dagli investimenti di nuova capacità fotovoltaica, la riduzione del prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso e i nuovi posti di lavoro.
L’analisi costi-benefici si tradurrebbe per il “sistema paese” in un saldo positivo compreso tra 1,4 miliardi e i 2 miliardi di euro, mentre i risparmi sulla bolletta elettrica per le famiglie coinvolte sarebbero di circa il 20%, con un potenziale di mercato che potrebbe coinvolgere circa 250.000 condomìni.