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Auto elettrica: piace a tutti, ma la comprano ancora in pochi

Secondo l’Osservatorio Auto Findomestic che ha condotto un’indagine in 16 Paesi, fotografando punti di forza e di debolezza delle auto elettriche, la diffusione di massa dei veicoli elettrici che ancora non decolla è destinata ad imporsi nel prossimo futuro.

Findomestic (Gruppo BNP Paribas), con la collaborazione della società di ricerca e consulenza C-Ways, specializzata in Marketing predittivo, e di Harris Interactive che ha condotto l’indagine quantitativa sui consumatori di alcuni Paesi, ha fotografato i punti di forza e di debolezza dell’auto elettrica che non si dimostra l’auto del presente, ma sembra essere destinata ad imporsi nel prossimo futuro, con un’inversione di tendenza che potrebbe già manifestarsi nei prossimi esserci nei prossimi 5 anni.

Secondo l’Osservatorio Auto Findomestic http://www.osservatoriofindomestic.it/media/OSSERVATORIO_AUTO_2019_AGG_Singole2.pdf che ha interrogato un panel di oltre 10.600 automobilisti di 16 Paesi di età compresa tra 18 e 65 anni sono stati intervistati online, nei prossimi 5 anni il 57% del campione intervistato a livello mondiale dichiara che acquisterà un’auto ibrida, soprattutto in Messico (80%), Italia (76%), Spagna (75%) e Brasile (75%), mentre il 43% risponde che ne comprerà una tutta elettrica, con percentuali che si attestano intorno al 70% in Messico (72%), Brasile e Cina (68%). In Italia sono intenzionati più di 4 interpellati su 10.

Tutti dicono di volerla, ma in realtà in pochi la comprano: In Italia solo lo 0,4% delle auto nuove sono elettriche al 100%.
Secondo i dati di UNRAE – ha spiegato Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Auto Findomestic – su quasi 1 milione di auto nuove immatricolate in Italia da gennaio a maggio 2019 solo poco più di 3.500 sono 100% elettriche e circa 48.000 ibride, di cui appena 2.000 di tipologia PLUG-IN, cioè capaci di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2”.

A livello globale il principale freno alla diffusione dell’auto elettrica risulta essere il costo d’acquisto, ancora alto e poco concorrenziale.
L’86% del campione mondiale (il 91% degli italiani), è consapevole che il veicolo elettrico costi più dell’equivalente termico e il 42% (32% degli italiani) non è disposto a sostenere alcuno sforzo supplementare per acquistare un’auto elettrica. Gli unici Paesi in grado di offrire forme efficaci di incentivazione sono la Cina, che ha introdotto esenzioni fiscali comprese fra 5.100 e 8.700 dollari, e la Norvegia, la cui normativa prevede l’esenzione dall’imposta sull’acquisto e dall’IVA, uno sconto sull’acquisto dei veicoli ibridi ricaricabili e l’esenzione dalla tassa di circolazione, dai pedaggi e dalle spese di traghetto.

L’analisi di Findomestic si concentra sui punti di forza e di debolezza dei veicoli elettrici. L’86% degli intervistati (l’83% in Italia) afferma di apprezzare la fluidità della guida grazie anche all’accelerazione bruciante e all’assoluta silenziosità di marcia. Caratteristica, quest’ultima, che ha convinto la UE a rendere obbligatoria la presenza sui veicoli elettrici di un dispositivo sonoro AVAS (Audible Vehicle Alert System) che avvisa i pedoni del passaggio dell’auto.

Gli automobilisti sono allettati anche dai ridotti costi di utilizzo e di manutenzione. Curioso notare come i norvegesi, molto più avanti nella sperimentazione di modelli di auto elettriche, siano i più scettici (solo il 56% ritiene che la manutenzione di un’auto elettrica sia più economica rispetto alla media mondiale del 68%) su questo aspetto.

Il carattere ecologico delle auto elettriche costituisce un importante valore aggiunto per l’89% dei possessori di auto (il 93% in Italia), convinti che l’utilizzo delle e-car potrà ridurre in maniera significativa l’inquinamento. Tuttavia l’auto elettrica, paradossalmente, può anche aumentare le emissioni di CO2. Un automobilista su tre è attento a come viene prodotta l’elettricità che alimenta le automobili e a come vengono smaltite le batterie. Se da un lato le auto elettriche francesi e norvegesi riducono notevolmente le emissioni di gas serra, dall’altra quelle degli Stati Uniti e, in misura maggiore, della Cina risultano più inquinanti delle auto equivalenti a motore termico.

Uno dei talloni d’Achille è senza dubbio l’autonomia: il 54% (46% in Italia) del campione, acquisterebbe un’auto elettrica solo se l’autonomia superasse i 300 km, problema particolarmente sentito in Spagna (71%), Germania (67%) e Francia (62%).

Vera nota dolente della mobilità elettrica è la disponibilità delle colonnine di ricarica rapida la cui implementazione lungo la rete stradale e autostradale rassicurerebbe i due terzi degli automobilisti di tutto il mondo (71% in Italia) che reputano le attuali infrastrutture ampiamente insufficienti.

Il futuro dell’auto elettrica sarà molto legato alla capacità che le infrastrutture avranno di permettere agli utenti una ricarica continua, veloce, diffusa in maniera ampia sia domestica sia pubblica, sia nei luoghi dove lavoriamo – ha commentato il Presidente di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), Michele CrisciNon dobbiamo dimenticarci che il nostro Paese vive anche di turismo e quindi dobbiamo immaginarci un futuro in cui i turisti dovranno ricaricare le loro vetture. Dovremo adeguare velocemente le infrastrutture per permettere al nostro prodotto interno lordo di essere alimentato dai proventi del turismo. L’auto del futuro sarà sicuramente un’auto elettrica, connessa e condivisa. È inevitabile un periodo di transizione. Si devono tenere in considerazione i futuri sviluppi tecnologici ma anche la situazione presente, perché in Italia abbiamo 37 milioni di autoveicoli ‘antiquati’ rispetto a queste tecnologie”.

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