La Commissione UE ha presentato uno strumento che fornisce informazioni dettagliate sullo stato delle risorse idriche in oltre 40 città e regioni europee per aiutarle ad affrontare una delle più grandi sfide globali con soluzioni locali, mostrando come le diverse scelte effettuate, assieme ad altri fattori, quali la gestione dei rifiuti, i cambiamenti climatici e anche le abitudini alimentari, influenzano la sostenibilità a lungo termine di utilizzo delle acque.
Come possiamo gestire l’acqua nelle città? Dove viene la nostra acqua potabile? Dove vanno le nostre acque reflue? Quanta acqua consumiamo? Il nostro stile di vita influisce sulla disponibilità di acqua?.
Per dare risposte a queste domande a cui sono interessati cittadini, autorità locali, esperti di buone pratiche e sviluppatori in grado di contribuire a garantire che l’acqua sia utilizzata in modo più efficiente e sostenibile, salvaguardando questa preziosa risorsa, la Commissione UE ha pubblicato il 27 aprile 2017, in occasione della riunione dei Ministri responsabili della gestione delle risorse idriche dei 43 membri dell’Unione per il Mediterraneo, ospitata dal Governo maltese a La Valletta, “Urban Water Atlas for Europe“, frutto della collaborazione del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE con la Fundació CTM Centre Tecnològic, il KWR Watercycle Research Institute, il Partenariato europeo per l’innovazione relativo all’acqua e la Rete per le acque nelle regioni e nelle città europee (NETWERC H20).
Più che di un vero e proprio Atlante, si tratta di informazioni dettagliate sullo stato delle risorse idriche in oltre 40 città e regioni europee, insieme ad una serie di esempi d’oltremare per aiutarle ad affrontare una delle più grandi sfide globali con soluzioni locali, mostrando come le diverse scelte effettuate, assieme ad altri fattori, quali la gestione dei rifiuti, i cambiamenti climatici e anche le abitudini alimentari, influenzano la sostenibilità a lungo termine di utilizzo delle acque.
“La carenza idrica colpisce oltre il 10% della popolazione europea – ha dichiarato Tibor Navracsics, Commissario Ue per l’Istruzione, la Cultura, la Gioventù e lo Sport, e Responsabile del Centro comune di ricerca (JRC) – Per promuovere una gestione delle acque innovativa e la sua accettazione da parte dei cittadini, le conoscenze scientifiche e tecnologiche devono essere accessibili a tutti. L’Atlante delle acque urbane per l’Europa presenta informazioni scientifiche e tecniche in modo intuitivo e creativo in modo che tutti capiscano qual è la posta in gioco e agiscano di conseguenza“.
L’Atlante fornisce, inoltre, 2 strumenti online che possono aiutare le città a gestire le risorse idriche:
– il City Blueprint uno strumento interattivo per supportare il processo decisionale strategico, rendendo più facile l’accesso e la comprensione di risultati e conoscenze acquisiti, che può presentare fino a 25 diversi aspetti della gestione e fornisce opzioni su misura per rendere più sostenibili i servizi idrici urbani;
– la City Amberprint per valutare il progresso delle città verso l’uso sostenibile e intelligente della risorsa, tramite indicatori che prendono in considerazione l’impatto ambientale, la qualità della vita, i rischi (ad esempio l’interruzione dell’erogazione dei servizi) e le azioni intraprese dalla città per migliorare tutti e tre gli indicatori che possono anche essere utilizzati dai decisori politici ed amministrativi per essere informati sullo stato attuale della sostenibilità e, al contempo, rendere informati a loro volta i cittadini per facilitarne l’impegno pubblico.
“L’acqua è una risorsa insostituibile per la società, ma è rinnovabile solo se ben gestita – ha aggiunto a sua volta il Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella – Tre cittadini dell’UE su quattro vivono in città, per questo le città non hanno altra scelta se non iniziare a gestire le acque in modo responsabile e migliorare la gestione di questa preziosa risorsa. Una politica forte in materia di acque è indispensabile anche per conseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sia nell’UE che a livello internazionale“.
Infine, al suo interno l’Atlante contiene l’ “Urban Water Footprint“, per misurare il consumo domestico di acqua e quello conseguente all’assunzione dei prodotti agricoli, e accrescere la consapevolezza della grande quantità di acqua utilizzata per la produzione di alimenti e la differenza d’acqua necessaria per le varie diete. Ad esempio, le diete sane e basso consumo di carne potrebbero fare risparmiare il 30% – 40% di acqua attualmente utilizzata per la produzione di alimenti.