Alla vigilia la Commissione Ue ha organizzato una Conferenza ad alto livello per aggiornare la Direttiva END sul rumore ambientale e l’Agenzia Europea dell’Ambiente ha presentato un report di aggiornamento dei dati nei Paesi membri (mancano quelli sull’Italia) sugli effetti di un fenomeno che, secondo l’OMS, costituisce una delle principali preoccupazioni per la salute ambientale, secondo solo all’inquinamento dell’aria.
Oggi, 26 aprile 2017 nelle scuole italiane e del mondo si celebra l’International Noise Awareness Day (Giornata di sensibilizzazione sul rumore) sul tema “Sound of My Place“, per sensibilizzare i bambini e i ragazzi all’ascolto dei suoni che caratterizzano i paesaggi della propria vita e per trattare il tema dell’esposizione al rumore, dei rischi che essa comporta e delle possibili soluzioni.
In Europa ci sono più di 120 milioni di cittadini esposti a livelli di rumore superiore a 55 dB, limite oltre il quale possono essere rilevati effetti negativi sulla salute umana.
Questo significa che circa 14 milioni di persone subiscono effetti deleteri dall’inquinamento acustico e 6 milioni hanno disturbi del sonno. Si stima che ogni anno siano costretti a ricovero 70.000 individui e 16.000 muoiano per cause correlate.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che esistono prove scientifiche evidenti che collegano l’esposizione al rumore a effetti negativi sulla salute, indicando nell’inquinamento acustico una delle principali preoccupazioni per la salute dell’ambiente, secondo solo all’inquinamento dell’aria. Si stima che il peso delle malattie causate dal rumore ambientale in termini di anni di vita rapportati a disabilità (la somma dei potenziali anni di vita perduti a seguito di morte prematura e di quelli trascorsi in cattiva salute o disabilità) siano:
– 61.000 anni per malattia cardiaca ischemica;
– 45.000 per deterioramento cognitivo dei bambini;
– 903.000 per disturbi del sonno;
– 22.000 anni per acufene (ronzio o fischio che si sente nell’orecchio per infiammazione del nervo acustico);
– 654.000 anni per fastidi .
Queste cifre sono annuali e si riferiscono solo all’Europa occidentale.
Al fine di aggiornare la Direttiva 2002/49/CE sul rumore ambientale (END) alla luce degli ultimi risultati scientifici emersi e della Relazione, presentata il 30 marzo 2017 al Parlamento europeo e al Consiglio, la Commissione UE ha organizzato a Bruxelles il 24 aprile 2017 la Conferenza ad alto livello “Noise in Europe“.
“Il rumore ambientale rappresenta un problema reale per milioni di cittadini – ha dichiarato il Commissario UE per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella, aprendo i lavori – Esistono norme sulla protezione dai rumori eccessivi prodotti dai trasporti, ma gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per la loro applicazione, puntando ad allineare i livelli di rumore effettivi ai livelli raccomandati. Contribuiremo a tale obiettivo attraverso il nuovo Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali. La Conferenza di oggi costituisce il punto di partenza verso un più ampio dialogo con tutte le parti interessate per assicurare il giusto equilibrio tra i trasporti, di cui abbiamo tutti bisogno, e la vita in buona salute che tutti vogliamo“.
Contestualmente, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il briefing “Managing exposure to noise in Europe” che riporta i dati sull’esposizione al rumore di 33 Paesi europei (oltre ai Paesi membri dell’UE, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia).
Complessivamente, sono circa 100 milioni i cittadini del Paesi membri dell’AEA che sono esposti a rumore del traffico stradale superiore a 55 dB, di questi 32 milioni sono esposti a livelli di rumore molto elevati (superiori a 65 dB).
La seconda fonte di rumore sono le ferrovie, con 19 milioni di persone esposte al di sopra 55 dB. La terza fonte è il rumore degli aerei, vicino ai principali aeroporti, con più di 4,1 milioni di individui, seguita dal rumore delle industrie nelle aree urbane, con 1,0 milioni.
Il briefing dell’AEA fornisce non solo le stime aggiornate dei numero di persone esposte al rumore in Europa, con degli aggiustamenti previsionali in caso di mancanza di dati, ma anche un aggiornamento sulle misure adottate dagli Stati membri dell’UE per affrontare i problemi derivanti dal rumore. Quando vengono superati i limiti raccomandati per gli indicatori diurni e notturni, devono essere attuati, infatti, dei piani di azione, oltre che predisporre delle mappe acustiche per prevenire e ridurre l’esposizione nociva.
Sulla base degli ultimi dati trasmessi, l’AEA fornisce schede aggiornate sulla situazione nei singoli Paesi. Mancano le schede di 7 Paesi (mancata trasmissione di dati o assenza degli stessi?), tra cui quella dell’Italia che, peraltro, solo pochi giorni fa ha approvato due Decreti legislativi sulla materia di armonizzazione delle normative nazionali con quelle comunitarie.