Acqua Fiumi e laghi

Le disastrose alluvioni del fiume Amur: danni economici e perdite umane

Le disastrose alluvioni del fiume Amur: danni economici e perdite umane

Dopo un lungo periodo siccitoso, le eccezionali piogge dei giorni scorsi hanno fatto innalzare le acque del fiume a livelli record, ma è stata ancora una volta l’insipienza dell’uomo a rendere catastrofiche le conseguenze sia in Russia che in Cina.

In questi giorni le regioni russe dell’Asia orientale e quelle cinesi di Nord-est, nel bacino del fiume Amur (1.855.000 km²) che fa da confine tra Russia e Cina per un buon tratto del suo percorso (lungo 2.824 km), stanno sperimentando la peggior alluvione che abbia devastato quei territori negli ultimi 120. Se nella Regione Amur, il Territorio di Khabarovsk e la Provincia Autonoma degli Ebrei, tutti nel Distretto Estremo Oriente della Federazione Russa, si stanno valutando danni economici per 226 milioni di euro e 40.000 persone costrette ad abbandonare le loro abitazioni, nelle province di LiaoningJiling e Heilongjiang (Fiume del Drago nero, come viene chiamato l’Amur dai cinesi), oltre a danni economici per una stima di 194 milioni di euro e l’evacuazione di 840 individui, si contano già più di 200 morti e dispersi.

Il fiume Amur è uno dei maggiori fiumi del mondo con una portata media annua alla foce di 10.80 m³/s con un regime idrografico che risente dei monsoni, raggiungendo i suoi livelli maggiori nel periodo estivo-autunnale, mentre gela nel periodo da metà ottobre a marzo. Tuttavia, in luglio ed agosto lungo il suo medio corso si sono avute precipitazioni eccezionalmente abbondanti, tali che nella città-porto (il fiume è navigabile, meno che in inverno) di Nankouqian il 16 agosto si sono registrati 449 mm di pioggia ovvero la metà di quella che solitamente cade in un anno. Fushun nella provincia di Liaoning è stata particolarmente colpita dalle piogge intense che hanno causato la formazione di torrenti per le strade della città. Una falla si è aperta in una diga nella provincia dell’Heilongjiang. La breccia, prodottasi ieri alle 1,40 ora locale, A Chaibaotun, nel distretto di Luobei della provincia dell’Heilongjiang, dove si è aperta una falla in una delle 61 dighe che costellano il percorso del fiume Amur, si era raggiunto il livello di 997 cm, 19 cm più del suo record storico. In Cina, complessivamente le inondazioni hanno causato la perdita dei raccolti per più di 256.000 ettari di terreni che sono i principali granai del Paese.

Anche nell’Estremo Oriente della Russia si sono registrati livelli eccezionali, tant’è che a Khabarovsk, la principale città della regione alla confluenza del fiume Amur con l’Ussuri, il livello dell’acqua ha già raggiunto i 710 centimetri, superando il livello massimo storico del 1897 che era di 642 centimetri, e si teme, secondo quanto dichiarato dal Dipartimento della Protezione Civile del Governo locale, che possa raggiungere nelle prossime ore i 780 cm, secondo quanto dichiarato dal Dipartimento della Protezione civile del Governo locale, mentre gli argini hanno un’altezza di 800 cm.

Le autorità di Khabarovsk hanno dichiarato lo stato di emergenza e stanno procedendo all’evacuazione di 23 mila persone provenienti da diverse zone della città. Purtroppo si tratta di operazioni talvolta difficili, perché la gente non vuole abbandonare i propri beni. Quantunque siano stati creati 15 centri di accoglienza, si cerca di approntare strutture aggiuntive che possano ospitare i prossimi sfollati. “La gente è molto spaventata, molte persone hanno visto andare in fumo i sacrifici di una vita di duro lavoro – hanno dichiarato gli esperti del sistema russo di gestione delle crisi e della protezione civile – I nostri medici e psicologi stanno facendo il possibile per cercare di stabilizzare la situazione”.

Non sono mancate le polemiche, per i permessi di costruire abitazioni sul letto dei fiumi: “Trent’anni di siccità hanno fatto dimenticare che queste aree sono a rischio di inondazione – ha dichiarato al corrispondente della BBC Piotr Osipov, un ecologista del WWF per la regione dell’Amur, rammentando che, nonostante nel 1984 il fiume Zeya che si unisce all’Amur presso Blagovenshchensk, dove sono stati evacuati oltre 20.000 abitanti, avesse allagato le circostanti aree, si è permesso la costruzione di altri villaggi – Ci siamo spinti nel solco delle pianure alluvionali per oltre 15 km. Non ci si può sorprendere, quindi, che il fiume si sia ripreso il letto che aveva formato nel corso di migliaia di anni senza il coinvolgimento umano”. 

Ne abbiamo esperienza anche noi italiani, nevvero?

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.