Con le modifiche delle regole per l’accesso agli incentivi per la realizzazione di impianti fotovoltaici in agricoltura intervenute con il Decreto del MASE (GU del 1° luglio 2023) che apre anche all’agrivoltaico di natura sperimentale la partecipazione al prossimo Bando Parco Agrisolare, assume rilievo l’iniziativa dell’ENEA che presiede l’AIAS di realizzare una mappa del potenziale agrivoltaico nazionale a scala regionale per supportare la pianificazione dello sviluppo del settore.
Sulla G.U. n. 152 del 1° luglio 2023 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) relativo a “Interventi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione2, componente 1, investimento 2.2 Parco Agrisolare”, che modifica le regole per l’accesso agli incentivi prevedendo contributi a fondo perduto per l’incentivazione dell’installazione di pannelli fotovoltaici con potenza di picco non inferiore a 6 kWp e non superiore a 1 MWp su tetti e coperture di fabbricati strumentali all’attività agricola, zootecnica e agroindustriale.
La modifica dei requisiti è il presupposto per la riapertura a breve del Bando Parco Agrisolare che aveva assegnato solo un terzo delle risorse disponibili per effetto delle condizioni poco vantaggiose, che con il nuovo Decreto sono rese più vantaggiosei.
Anche gli impianti agrivoltaici di natura sperimentale potranno concorrere al Bando. Il decreto chiarisce che sono tali, gli impianti che adottano congiuntamente:
– soluzioni integrate innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche eventualmente consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione;
– sistemi di monitoraggio, sulla base di linee guida adottate dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria-CREA in collaborazione con il GSE (di cui si attende emanazione), che consentano di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate. In aggiunta sarà monitorato lo stato del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici, secondo modalità che verranno definite da GSE-CREA.
Nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA e dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS), presieduta dall’ENEA, che promuove lo sviluppo virtuoso dell’agrivoltaico anche attraverso progetti, tecnologie innovative, protocolli di certificazione e percorsi di formazione, l’Agenzia ha realizzato una mappa del potenziale agrivoltaico nazionale su scala regionale in grado di supportare le PA nella pianificazione dello sviluppo del settore, elaborata da un team di ricercatori del Centro Ricerche ENEA di Portici su criteri di minimizzazione dell’uso del suolo e ottimizzazione della produzione energetica e agricola, la mappa è ora in fase di validazione e in futuro potrà essere accessibile online.
“Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili – ha spiegato Grazia Fattoruso del Laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro ricerche di Portici – La metodologia messa a punto nel nostro laboratorio di Geomatica considera sia i diversi fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di una determinata area, come quelli geofisici, tecnici ed ambientali, sia i fattori che possono condizionare la resa agricola, come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico”.
I criteri utilizzati per l’elaborazione della mappa del potenziale agrivoltaico sono stati selezionati sulla base dei risultati delle interviste effettuate a un team di esperti, scienziati, ricercatori e a soggetti portatori di diversi interessi come progettisti, sviluppatori e decisori in ambito energetico e agricolo.
A partire dalla mappa e grazie all’interazione con gli stakeholder di AIAS, sono stati elaborati indicatori del potenziale agrivoltaico a livello regionale e nazionale. Inoltre, è in fase di sviluppo l’elaborazione e integrazione di indicatori relativi a caratteristiche qualitative e quantitative del paesaggio per un connubio armonioso tra i sistemi agrivoltaici e i paesaggi in cui saranno inseriti.
L’AIAS conta 85 soci tra istituzioni, associazioni di categoria e imprese del settore, distribuiti in base a 5 priorità strategiche: soluzioni tecnologiche; energia; agroalimentare; ricerca, istruzione e consulenza; finanza, tutela legale e amministrativa. Il suo compito è di fornire un contributo alla transizione energetica supportando il settore agricolo nella sfida della neutralità climatica, producendo “di più con meno”. L’agrivoltaico, inoltre, consente agli operatori agricoli di trovare nuove risorse, accedere alle migliori tecnologie e a nuove pratiche di progettazione, in un Paese come l’Italia con colture e produzioni agricole di alta qualità.
Tra gli strumenti messi in campo per il raggiungimento degli obiettivi vi è anche l’istituzione e il coordinamento di 6 commissioni, veri e propri tavoli di lavoro permanenti, qualificati e interdisciplinari, per supportare gli organi preposti all’implementazione dell’agrivoltaico sulle seguenti tematiche:
– certificazione agrivoltaico sostenibile;
– normativa e attuazione;
– formazione;
– tecnologie dell’energia e dell’agricoltura;
– settore internazionale;
– paesaggio.
Tra le attività delle commissioni, ci sono lo scambio di informazioni e buone pratiche, la collaborazione a sperimentazioni per dare risposte a domande comuni di ricerca, la creazione di iniziative speciali, di documenti e linee guida e l’organizzazione di eventi per la condivisione dei lavori svolti. Altro obiettivo strategico di AIAS è la formazione, come esigenza cruciale per l’agrivoltaico sostenibile, un “campo ibrido” formato da due mondi distanti, quello energetico e quello agricolo, dove emerge la necessità di identificare specifiche esigenze formative e nuove figure professionali.
“È fondamentale sottolineare come la formazione sia cruciale per l’intero sistema agricolo, che negli ultimi anni è investito da cambiamenti che necessitano di innovazione – ha evidenziato Alessandra Scognamiglio, anche lei ricercatrice ENEA del Laboratorio Dispositivi innovativi presso il Centro ricerche di Portici e Presidente dell’ AIAS – In questo contesto l’agrivoltaico sostenibile si pone come un ‘aggregatore’ in grado di mettere a sistema le innovazioni partendo dalle esigenze espresse dagli operatori coinvolti. L’ambizione è quella di compiere una sintesi di conoscenze che possa tradursi in percorsi formativi specifici a supporto dell’implementazione di sistemi agrivoltaici sostenibili dove la bellezza del paesaggio si coniuga con la generazione di energia e di cibo”