Cambiamenti climatici

Adattamento climatico: aumenta il divario tra esigenze e azioni

Pubblicato dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) il Rapporto che traccia il divario di finanziamenti assunti per l’adattamento climatico rispetto a quelli necessari, evidenzia che il mondo è tuttora impreparato, fa scarsi investimenti ed è privo della necessaria pianificazione, lasciando le persone esposte agli sconvolgimenti dei cambiamenti climatici, soprattutto quelle più deboli e svantaggiate.

Invece di accelerare per affrontare la sfida dell’aumento delle emissioni, i progressi sull’adattamento climatico stanno rallentando su tutta la linea.

È l’accorata constatazione che promana dall’edizione 2023 dell’Adaptation Gap Report che il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC-COP28), ha lanciato il 2 novembre 2023 nel corso di un evento in streaming.

Il Rapporto dal titolo “Underfinanced. Underprepared – Inadeguate investment and planning on climate adaptation leaves world exposed”, fornisce, come avviene per l’annuale Emissions Gap Report di prossima pubblicazione, un aggiornamento sugli sforzi nazionali e internazionali che vengono compiuti per l’adattamento climatico e il “divario” che rimane da colmare.

L’Adaptation Gap Report 2023 mostra che un divario in crescita tra le necessità e l’azione quando si tratta di proteggere le persone dagli eventi climatici estremi – ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres nel suo messaggio in occasione della presentazione del nuovo Rapporto – L’azione per proteggere le persone e la natura è più pressante che mai. Tempeste, incendi, inondazioni, siccità e temperature record stanno diventando più frequenti e intensi e sono destinati a peggiorare. Vite e mezzi di sussistenza vengono perduti e distrutti, e a soffrirne sono soprattutto i più deboli. E mentre i bisogni aumentano, l’azione è in stallo, Il Rapporto mostra che il divario nei finanziamenti per l’adattamento è il più alto mai registrato. Il mondo deve agire per colmare il divario di adattamento e garantire la giustizia climatica. Siamo in un’emergenza di adattamento. Dobbiamo agire di conseguenza, adottando misure per colmare il divario, ora“.

L’Accordo di Parigi prevede che tutti i Paesi firmatari pianifichino ed attuino misure di adattamento attraverso piani, studi e ricerchemonitoraggio degli effetti dei cambiamenti climatici, e investimenti per un futuro verde.
L’Adaptation Gap Report mira a rispondere a 3 fondamentali domande:
– Cosa stiamo facendo oggi per adattarci? 
– Di quanto stiamo attualmente riducendo i rischi climatici?
– In che misura l’attuale percorso di adattamento ci aiuterà a ridurre i rischi climatici futuri?

Sulla base di un importante aggiornamento rispetto agli anni precedenti, il rapporto ora rileva che i fondi necessari per l’adattamento nei paesi in via di sviluppo sono più elevati – stimati in un range centrale plausibile compreso tra 215 e 387 miliardi di dollari all’anno in questo decennio.

I costi modellati per l’adattamento nei Paesi in via di sviluppo sono stimati a 215 miliardi di dollari all’anno in questo decennio e si prevede che aumenteranno significativamente entro il 2050. I finanziamenti per l’adattamento necessari per attuare le priorità di adattamento nazionali, sulla base dell’estrapolazione dei costi determinati a livello nazionale e dei Piani di adattamento nazionali di tutti i Paesi in via di sviluppo, è stimato a 387 miliardi di dollari l’anno. 

Nonostante queste esigenze, i flussi pubblici di finanziamenti per l’adattamento multilaterali e bilaterali verso i Paesi in via di sviluppo sono diminuiti del 15% arrivando a 21 miliardi di dollari nel 2021. Questo calo avviene nonostante gli impegni presi alla COP26 di Glasgow di fornire circa 40 miliardi di dollari all’anno in sostegno ai finanziamenti per l’adattamento entro il 2025. e costituisce un precedente preoccupante.

Sebbene cinque paesi su sei dispongano di almeno uno strumento nazionale di pianificazione dell’adattamento, i progressi verso il raggiungimento della piena copertura globale stanno rallentando. E il numero di azioni di adattamento sostenute attraverso i fondi internazionali per il clima è rimasto stagnante negli ultimi dieci anni.

Un adattamento ambizioso può migliorare la resilienza –particolarmente importante per i Paesi a basso reddito e i gruppi svantaggiati – e prevenire perdite e danni.

Il Rapporto fa riferimento a uno studio che indica che solo le 55 economie più vulnerabili al clima hanno subito perdite e danni per oltre 500 miliardi di dollari negli ultimi due decenni. Questi costi aumenteranno vertiginosamente nei prossimi decenni, soprattutto in assenza di misure di mitigazione e adattamento efficaci.

Gli studi indicano che ogni miliardo investito nell’adattamento contro le inondazioni costiere porta a una riduzione dei danni economici di 14 miliardi di dollari. Nel frattempo, 16 miliardi di dollari all’anno investiti nell’agricoltura eviterebbero che circa 78 milioni di persone muoiano di fame o di fame cronica a causa degli impatti climatici.

Tuttavia, né l’obiettivo di raddoppiare i flussi finanziari internazionali del 2019 verso i paesi in via di sviluppo entro il 2025, né un possibile Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo per il 2030 riusciranno da soli a colmare in modo significativo il gap finanziario per l’adattamento e a fornire tali benefici.

Costi stimati di adattamento per i Paesi in via di sviluppo per settore (riquadro A), regione (B) e gruppo di reddito (C) per il 2030 (valore centrale indicativo).

Il Rapporto indica 7 modi per aumentare i finanziamenti, anche attraverso la spesa interna e i finanziamenti internazionali e del settore privato. Ulteriori vie includono le rimesse, l’aumento e l’adattamento dei finanziamenti alle piccole e medie imprese, l’attuazione dell’Art 2.1(c) dell’Accordo di Parigi sullo spostamento dei flussi finanziari verso percorsi di sviluppo a basse emissioni di carbonio e resilienti ai cambiamenti climatici, e una riforma dell’architettura finanziaria globale, come proposto dall’iniziativa Bridgetown, dal nome della capitale delle Barbados proposta dal primo Ministro del piccolo Stato caraibico Mia Mottley che propone di riformare l’attuale sistema finanziario globale per sostenere i Paesi in via di sviluppo che si trovano ad affrontare crescenti disastri climatici, aumentando i finanziamenti disponibili per combattere il cambiamento climatico. 

Anche il nuovo Fondo per perdite e danni (Loss & Damage) che dovrebbe divenire operativo con la prossima COP28, costituirà uno strumento importante per mobilitare risorse, ma, secondo il Rapporto, dovrà orientarsi verso meccanismi di finanziamento più innovativi per raggiungere la necessaria portata di investimenti.

Nel 2023, il cambiamento climatico è diventato ancora una volta più distruttivo e mortale: i record di temperatura sono crollati, mentre tempeste, inondazioni, ondate di caldo e incendi hanno causato devastazione – ha affermato Inger Andersen, Direttore esecutivo dell’UNEP – Questi impatti sempre più intensi ci dicono che il mondo deve ridurre urgentemente le emissioni di gas serra e aumentare gli sforzi di adattamento per proteggere le popolazioni vulnerabili. Nessuno dei due sta accadendo. Anche se la comunità internazionale smettesse di emettere tutti i gas serra oggi, lo sconvolgimento climatico impiegherebbe decenni per dissolversi. Quindi, esorto i politici a prestare attenzione all’Adaptation Gap Report, ad aumentare i finanziamenti e a fare della COP28 il momento in cui il mondo si impegna pienamente a isolare i paesi

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