Basilicata Beni culturali e turismo Regioni Sostenibilità Territorio e paesaggio Trentino Alto Adige Valle D'Aosta

Turismo di montagna: verso un percorso più sostenibile

Un Rapporto FAO e UNWTO evidenza l’importante ruolo che il turismo di montagna sostenibile può svolgere nella valorizzazione del patrimonio naturale, culturale ed enogastronomico delle comunità locali, mettendo in evidenza le best practice che si stanno attuando a livello globale. Tra le altre, le esperienze in Italia della Comunità turistica di Castelmezzano e Pietrapertosa (Basilicata), l’Associazione Naturavalp, di Valpelline (Valle d’Aosta) e l’Osservatorio Turismo Sostenibile dell’Alto Adige.

Il turismo sostenibile svolge un ruolo chiave nell’incrementare i mezzi di sussistenza, la riduzione della povertà e la conservazione dell’ambiente nelle aree di montagna.

A sottolinearlo è il RapportoMountain Tourism: towards a more sustainable pact” (Turismo di montagna: verso un percorso più sostenibile), presentato durante l’evento ad alto livello che si è svolto a Roma in occasione della Giornata Mondiale della Montagna (11 dicembre), istituita  dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2002 al fine di creare consapevolezza sull’importanza della montagna per la società, così come per evidenziarne le opportunità e i limiti nello sviluppo che portano un cambiamento positivo alle popolazioni e all’ambiente, il cui tema quest’anno è stato “Turismo sostenibile nelle aree montane”.

Il Rapporto è stato pubblicato congiuntamente da FAO, l’Agenzia ONU che coordina le attività celebrative della Giornata, e UNWTO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per il Turismo, in collaborazione con Mountain Partnership, l’alleanza volontaria internazionale dedicata al miglioramento della vita dei popoli di montagna e alla protezione degli ambienti montani in tutto il mondo.

Le destinazioni montane attraggono circa il 15-20% del turismo globale e tale scelta può contribuire a creare opzioni di sostentamento aggiuntive e alternative per la promozione della riduzione della povertà, l’inclusione sociale, nonché la conservazione del paesaggio e della biodiversità.

Per molte comunità montane, il turismo è fonte di sostentamento – ha sottolineato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu presentando il Rapporto – Promuovere l’ecoturismo sostenibile, l’agriturismo e il turismo del benessere può aiutare a generare nuovi posti di lavoro, diversificare il reddito, costruire solide microeconomie e rivitalizzare aree spopolate con prodotti e servizi locali. Dobbiamo lavorare tutti insieme per proteggere i fragili ecosistemi montani, ripensando e rimodellando il turismo di montagna a beneficio delle comunità montane, del benessere globale e della salute del pianeta”.

Secondo lo studio, i prodotti e i servizi del turismo montano sostenibile dovrebbero passare dal turismo ad alto impatto a quelli a basso impatto e sensibili al clima, creare nuove opportunità, portare benefici tangibili alle comunità locali, contribuendo al contempo a migliorare la conservazione della montagna unica. Inoltre, prodotti e servizi dovrebbero essere inclusivi, fornendo lavori di buona qualità e dignitosi.

Il Rapporto mette in evidenza l’importante ruolo che il turismo può svolgere nella valorizzazione del patrimonio naturale e spirituale delle montagne, della diversità culturale e delle pratiche tradizionali dei popoli di montagna. Soprattutto se legato alla natura e al turismo rurale, il turismo di montagna può dare un prezioso contributo alla promozione di sistemi alimentari sostenibili e alla valorizzazione dei prodotti locali.

Lo sviluppo del turismo sostenibile in montagna richiede di ridurre i suoi impatti ambientali e sociali negativi e affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici. La pandemia di COVID-19 ha già comportato grandi cambiamenti nel settore del turismo di montagna e perdite sostanziali per comunità e imprese. Tuttavia, l’appetito dei consumatori per le destinazioni all’aperto e meno affollate è aumentato a seguito della pandemia e questi cambiamenti aprono nuove opportunità per le destinazioni di montagna per ricostruire una forma di turismo più verde e sostenibile e ripensare ai loro prodotti e servizi.

Affinché ciò avvenga, saranno fondamentali;
innovazione e sviluppo di esperienze turistiche durante tutto l’anno;
investimenti in infrastrutture, in particolare per la digitalizzazione dei servizi turistici di montagna; 
– rafforzamento della governance multilivello
,
partenariati e la partecipazione attiva della comunità
garanzia di svolgere valutazioni periodiche dell’impatto del turismo sulla montagna;
gestione efficace dei rifiuti e delle risorse;
pratiche più chiare per la definizione e la gestione della capacità di carico delle destinazioni di montagna.

Nella pubblicazione sono riportati esempi da tutto il mondo di progetti che stanno facendo proprio questo. Tra le best practice evidenziate quella della Comunità turistica di Castelmezzano e Pietrapertosa (Basilicata), due splendidi borghi nelle “Dolomiti lucane” che sono riusciti ad arrestare la frana demografica e l’abbandono, grazie alle attività turistiche correlate al “Volo dell’Angelo” che dà lavoro a 22 dipendenti (tutti giovani) e permette di ospitare ogni anno circa 17mila persone.

(Fonte: Volo dell’Angelo)

L’altra buona pratica citata è l’Associazione Naturavalp, costituita da abitanti, allevatori, agricoltori, artigiani e operatori turistici di Valpelline  (Valle d’Aosta) che si sono aggregati per dare vita ad un progetto di largo respiro con l’obiettivo di sensibilizzare i visitatori sull’importanza della protezione dell’ambiente, di utilizzare i prodotti locali e il rapporto dei visitatori con la comunità per aumentare la consapevolezza del valore culturale e biologico del territorio. I membri dell’Associazione sono stati formati in pratiche sostenibili, che spesso coincidono con usanze tradizionali e della storia di quel territorio.

Viene anche citato, l’Osservatorio Turismo Sostenibile dell’Alto Adige (STOST) che fa parte della  Rete internazionale di osservatori del turismo sostenibile (INSTO) dell’UNWTO, e che ha condotto nel corso del 2020 3 sondaggi per comprendere gli impatti della pandemia di COVID-19 sul turismo in Alto Adige. I sondaggi che hanno coperto le imprese del settore turistico, gli ospiti e la popolazione locale, hanno contribuito a sviluppare una nuova visione per il futuro sostenibile del turismo in Alto Adige, a cura della Provincia Autonoma di Bolzano in collaborazione con il Centro Studi Avanzati di Eurac Research, in linea con le raccomandazioni dell’UNWTO di “ricostruire meglio”, cercando di cogliere dalla crisi del turismo internazionale gli elementi e le opportunità per una ripartenza sostenibile.

Ricordiamo che alla COP26 è stata lanciata la Dichiarazione di Glasgow, il cui obiettivo è di guidare e allineare l’azione per il clima tra le parti interessate del turismo e dei viaggi, che è già stata sottoscritta da oltre 300 organizzazioni e imprese del settore che si impegnano  entro 12 mesi dalla firma e a pubblicare i report che tracciano i progressi fatti. 

Il turismo sostenibile può fungere da importante volano di sviluppo socio-economico nelle aree montane – ha dichiarato nel corso dell’evento il Segretario generale dell’UNWTO, Zurab Pololikashvili Il turismo ben gestito e basato sulla comunità aumenta e diversifica i redditi delle famiglie, migliora le opportunità di lavoro e di sostentamento, supporta i sistemi tradizionali, crea resilienza e aiuta a conservare e promuovere il patrimonio naturale e culturale attraverso i paesaggi“.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.