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Tecnologie verdi: garantire i benefici anche ai PVS

Il Rapporto su “Tecnologie e Innovazione 2023” dell’UNCTAD, pubblicato lo stesso giorno in cui la Commissione UE ha adottato il Regolamento sulle tecnologie net zero per fare dell’Europa il fornitore principale, l’Organismo intergovernativo delle Nazioni Unite chiede che anche i Paesi in via di sviluppo (PVS) possano trarre benefici dalle tecnologie verdi, per evitare che si acuiscano le disuguaglianze economiche.

Le tecnologie verdi, ovvero quelle utilizzate per produrre beni e servizi con un’impronta di carbonio minore, sono in crescita e offrono crescenti opportunità economiche, ma molti Paesi in via di sviluppo potrebbero perderle a meno che i Governi nazionali e la comunità internazionale non intraprendano un’azione decisiva.

È l’avvertimento che lancia il Rapporto Technology and Innovation 2023. Opening green windows”, dell’UNCTAD, l’organismo intergovernativo delle Nazioni Unite che si occupa di commercio e sviluppo, pubblicato il 16 marzo 2023, lo stesso giorno in cui la Commissione UE ha adottato Net Zero Industrial Act, la Legge che affronta il tema dello sviluppo in Europa delle tecnologie che daranno un contributo significativo alla decarbonizzazione.

Se l’UE si preoccupa di creare un quadro legislativo per fare dell’Europa il punto di riferimento per le tecnologie verdi, l’UNCTAD teme che le disuguaglianze economiche si acuiscano man mano che i Paesi sviluppati raccolgono la maggior parte dei benefici delle tecnologie verdi come l’Intelligenza artificiale, l’Internet delle cose e i veicoli elettrici.

Siamo all’inizio di una rivoluzione tecnologica basata sulle tecnologie verdi – ha affermato la Segretaria generale dell’UNCTAD, Rebeca GrynspanQuesta nuova ondata di cambiamento tecnologico avrà un impatto formidabile sull’economia globale. I Paesi in via di sviluppo devono catturare una parte maggiore del valore creato da questa rivoluzione tecnologica per far crescere le loro economie. Perdere questa ondata tecnologica a causa di un’attenzione politica insufficiente o della mancanza di investimenti mirati nella costruzione di capacità avrebbe implicazioni negative di lunga durata“. 

L’UNCTAD stima che le 17 tecnologie di frontiera analizzate nel Rapporto potrebbero creare un mercato di oltre 9,5 trilioni di dollari entro il 2030, circa tre volte la dimensione attuale dell’economia indiana. Ma finora sono le economie sviluppate che stanno cogliendo la maggior parte delle opportunità, lasciando più indietro le economie in via di sviluppo.

Maturità dei brevetti delle 17 tecnologie verdi

Le esportazioni totali di tecnologie verdi dai Paesi sviluppati sono passate da circa 60 miliardi di dollari nel 2018 a oltre 156 miliardi di dollari nel 2021. Nello stesso periodo, le esportazioni dai Paesi in via di sviluppo sono aumentate da 57 miliardi di dollari a solo circa 75 miliardi di dollari. In tre anni, la quota di esportazioni globali dei paesi in via di sviluppo è scesa da oltre il 48% a meno del 33%.

L’analisi dell’UNCTAD mostra che i Paesi in via di sviluppo devono agire rapidamente per beneficiare di questa opportunità e passare a una traiettoria di sviluppo che porti a economie più diversificate, produttive e competitive. Le precedenti rivoluzioni tecnologiche hanno dimostrato che i primi a cogliere queste opportunità vanno avanti più rapidamente e acquisiscono vantaggi duraturi.

Il “Frontier technology readiness index” (Indice di preparazione alle tecnologie di frontiera),  incluso nel Rapporto, mostra che pochissimi Paesi in via di sviluppo hanno le capacità necessarie per trarre vantaggi da queste tecnologie che includono blockchain, droni, editing genetico, nanotecnologie ed energia solare.

Secondo l’UNCTAD, alcune tecnologie di frontiera verdi come i veicoli elettrici, le energie rinnovabili, l’idrogeno verde dovrebbero raggiungere un valore di mercato di 2,1 trilioni di dollari nel 2030, quattro volte superiore al loro valore attuale. I ricavi del mercato dei veicoli elettrici potrebbero aumentare di cinque volte per raggiungere 824 miliardi di dollari entro il 2030 dal valore attuale di 163 miliardi di dollari.

L’Indice che classifica 166 Paesi in base a indicatori ICT, competenze, ricerca e sviluppo, capacità industriale e finanza, è dominato dalle economie ad alto reddito, in particolare Stati Uniti, Svezia, Singapore, Svizzera e Paesi Bassi. L’Italia si colloca in 25ma posizione, perdendo un posto rispetto al 2021.

Sebbene i Paesi in via di sviluppo siano i meno preparati a utilizzare le tecnologie di frontiera, diverse economie in Asia hanno apportato importanti cambiamenti politici che hanno consentito loro di ottenere risultati migliori del previsto in base al loro PIL pro capite (India, Filippine, Vietnam).

L’indice mostra che i Paesi dell’America Latina e Caraibica e dell’Africa subsahariana sono i meno pronti a sfruttare le tecnologie di frontiera e rischiano di perdere le attuali opportunità tecnologiche.

Per trarre vantaggio dalla rivoluzione della tecnologia verde, nei Paesi in via di sviluppo sono necessarie politiche industriali, innovative ed energetiche proattive mirate alle tecnologie verdi – ha affermato Shamika N. Sirimanne, Direttrice della divisione tecnologia e logistica dell’UNCTAD – I Paesi in via di sviluppo hanno bisogno di un organismo dedicato e di procedure urgenti per trovare le giuste risposte politiche. I Paesi in via di sviluppo oltre a rispondere alle urgenti crisi interconnesse di oggi, devono anche intraprendere azioni strategiche a lungo termine per costruire innovazione e capacità tecnologiche per stimolare una crescita economica sostenibile e aumentare la loro resilienza alle crisi future“.

L’UNCTAD invita i Governi dei Paesi in via di sviluppo ad allineare le politiche ambientali, scientifiche, tecnologiche, innovative e industriali, esortandoli a dare la priorità agli investimenti in settori più verdi e più complessi, a fornire incentivi per spostare la domanda dei consumatori verso beni più verdi e a stimolare gli investimenti in ricerca e sviluppo.

I Paesi in via di sviluppo dovrebbero inoltre rafforzare urgentemente le competenze tecniche e aumentare gli investimenti nelle infrastrutture TIC, colmando i divari di connettività tra piccole e grandi imprese e tra regioni urbane e rurali.

Ma i Paesi in via di sviluppo non possono trarre vantaggio dalle tecnologie verdi da soli. Gran parte del successo delle loro politiche interne dipenderà dalla cooperazione globale attraverso il commercio internazionale, che richiederebbe riforme delle regole commerciali esistenti per garantire la coerenza con l’Accordo di Parigi per affrontare i cambiamenti climatici.

Il Rapporto afferma che le regole del commercio internazionale dovrebbero consentire ai Paesi in via di sviluppo di proteggere le industrie verdi emergenti attraverso tariffe, sussidi e appalti pubblici, in modo che non solo soddisfino la domanda locale, ma raggiungano anche le economie di scala che rendono le esportazioni più competitive.

Anche il sostegno internazionale per trasferire le tecnologie verdi ai Paesi in via di sviluppo è fondamentale. L’UNCTAD propone l’applicazione dei principi che sono stati invocati contro la pandemia di COVID-19, quando ad alcuni paesi è stato consentito di produrre e fornire vaccini senza il consenso del titolare del brevetto. Ciò offrirebbe ai produttori dei Paesi in via di sviluppo un accesso più rapido alle principali tecnologie verdi.

Anche il Commercio internazionale e le relative norme sulla proprietà intellettuale dovrebbero fornire maggiore flessibilità ai Paesi in via di sviluppo per mettere in atto politiche industriali e di innovazione per alimentare le loro industrie nascenti in modo che possano emergere nuovi settori della tecnologia verde.

Infine, il nel Rapporto sollecita un Programma internazionale di acquisto garantito di prodotti verdi commerciabili, la ricerca coordinata sulle tecnologie verdi a livello multinazionale, un maggiore sostegno ai centri regionali di eccellenza per le tecnologie verdi e l’innovazione e un Fondo multilaterale per stimolare le innovazioni verdi e rafforzare la cooperazione tra Paesi.

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