Acqua Agroalimentare

SUSHIN: mangimi più sostenibili per pesci allevati in Italia

Sono stati presentati i risultati finali del Progetto SUSHIN volto ad individuare mangimi di nuova generazione per le principali specie ittiche allevate in Italia, formulati con ingredienti sostenibili alternativi ai convenzionali alimenti di origine marina o agricola.

Come ha evidenziato la FAO nell’ultimo Rapporto biennale sullo Stato globale della Pesca e dell’Acquacoltura (SOFIA 2020) la pesca di cattura selvatica è stabilizzata a circa 90-95 milioni di tonnellate all’anno, mentre il consumo di pesce è previsto che raggiungerà 181 milioni di tonnellate entro il 2030. Per soddisfare le esigenze nutrizionali globali, l’acquacoltura diventerà essenziale, tant’è che nel nuovo quadro strategico 2022-2031 l’Organizzazione Mondiale per l’Alimentazione, attraverso il Programma prioritario Blue Transformation, ha posto l’obiettivo di sostenere una crescita del 35-40% dell’acquacoltura globale entro il 2030.

Con l’obiettivo di sensibilizzare sul ruolo fondamentale dei piccoli pescatori artigianali e dell’acquacoltura nel percorso di avvicinamento agli obiettivi stabiliti nell’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile al 2030, rafforzando l’interazione fra scienza e politica e incoraggiando gli investitori ad agire e a costruire nuove partnership e consolidare quelle esistenti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2022 Anno Internazionale della Pesca Artigianale e dell’Acquacoltura (International Year of Artisanal Fisheries and Aquaculture IYAFA).

In questo contesto, la scorsa settimana presso l’Accademia dei Georgofili in Firenze si è tenuto il Convegno finale di SUSHIN (SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients), il Progetto triennale sui mangimi di nuova generazione per le principali specie ittiche allevate in Italia, formulati con ingredienti sostenibili alternativi ai convenzionali alimenti di origine marina o agricola, per presentare e discutere i risultati “from farm to fork” con la comunità scientifica e gli stakeholders del settore, affrontando in una tavola rotonda finale anche le loro implicazioni per il consumatore e per la sostenibilità della filiera dell’Acquacoltura nella sua più ampia accezione. 

Con Strategia UE “Dal Produttore al consumatore” la Commissione UE ha proposto un nuovo approccio per una blue economy sostenibile, essenziale per conseguire gli obiettivi del Green Deal, adottando contestualmente i nuovi Orientamenti strategici, per gli Stati membri al fine  di rendere l’acquacoltura nell’UE  più competitiva e resiliente, e migliorare nel contempo i risultati sotto il profilo del clima e dell’ambiente.

SUSHIN, vincitore di un bando Ager (Agroalimentare e ricerca) progetto di collaborazione tra Fondazioni di origine bancaria unite per promuovere e sostenere la ricerca scientifica, ha avuto per partner l’Università degli Studi di Firenze, l’Università di Udine, l’Università Politecnica delle Marche,il Centro di ricerca per la produzione delle carni e il miglioramento genetico del CREA del MiPAAF, l’ISPRA, la Fondazione Edmund Machdi Trento e l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise  di Teramo.

L’obiettivo di SUSHIN è stato il miglioramento dell’alimentazione di branzino, orata e trota, le specie più allevate in Italia, con diete innovative più sostenibili, alternative alle farine e oli di pesce, con l’utilizzo di mangimi efficienti, economicamente sostenibili e con basso impatto sull’ambiente e sulle risorse, salvaguardando le caratteristiche di qualità e sicurezza alimentare del prodotto proprie delle produzioni d’acquacoltura “made in Italy”.

Molto è stato detto e scritto in merito a quest’attività, sul suo impatto sugli oceani, sulle condizioni di benessere degli animali, sulla qualità del prodotto ittico che ne derivaProblemi inevasi? – ha affermato Giulia Secci, ricercatrice di Zoocolture presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze – No, perché la ricerca da anni è al servizio dell’acquacoltura per trovare soluzioni alternative sostenibili”.

Spazio quindi alle farine di insetto (mosca soldato nera), di sottoprodotti della macellazione di avicoli (pollo e tacchino), di gambero rosso della Louisiana fino alle biomasse essiccate di microalghe e cianobatteri, con cui sono stati formulati e confrontati 23 nuovi prototipi di mangimi in 11 prove di alimentazione (per una durata complessiva di 860 giorni) e più di 50.000 analisi effettuate.

Il pesce d’allevamento sarà sempre di più un prodotto garantito sulle nostre tavole e, dati alla mano, dimostrano i grandi passi avanti fatti sotto il profilo della sostenibilità economica e ambientale per le principali specie provenienti da acquacoltura in Italia.

Siamo estremamente soddisfatti di essere riusciti a proporre un nuovo prototipo di dieta per le specie ittiche maggiormente allevate nel nostro paese, a basso contenuto di farina di pesce e dove le farine di insetto e avicole rappresentano i complementi ideali delle proteine vegetali per assicurare una migliore performance zooeconomica ed ambientale, senza compromissione del benessere e della qualità dei pesci allevati – ha sottolineato Emilio Tebaldi, Professore in Zoocolture presso il Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali (DI4A) dell’Università di Udine, responsabile scientifico e coordinatore di SUSHIN –  Anche se non è stato tutto rose e fiori, alcuni di questi ingredienti hanno dimostrato dei limiti, alcuni altri sono risultati interessanti solo come ingredienti “funzionali”, SUSHIN dimostra come sia possibile agire per rendere l’acquacoltura una pratica ancor più sostenibile e responsabile. SUSHIN ha generato nuove informazioni sul valore nutritivo, sulla sicurezza alimentare e sull’impronta ambientale di ingredienti proteici innovativi coerenti ai principi di bioeconomia circolare”.

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