Efficienza energetica Energia

SEN 2017: la posizione della Conferenza delle Regioni

SEN 2017

Con l’approssimarsi della scadenza per la Consultazione pubblica sulla nuova SEN (Strategia Energetica Nazionale), inizialmente prevista per l’11 luglio 2017 ma differita poi al 31 agosto 2017 “data la rilevanza del tema e la complessità del documento in consultazione“, si fanno sempre più numerose le espressioni e le posizioni sul documento redatto dal MiSE e dal MATTM da parte di orgasmi e associazioni del settore energetico, come pure di gruppi di stakeholder e dell’associazionismo ambientalista. Tra questi merita citazione per il ruolo istituzionale ricoperto, la “Posizione” assunta il 27 luglio 2017 dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Il “Documento” che sarà inviato ai rappresentanti del Governo è suddiviso in 3 capitoli (per un totale di 49 pagine):

1. elementi di contesto (gli scenari europei e nazionali; scenario base; scenario policy);

2. approfondimento delle priorità d’azione (lo svilupoo delle rinnovabili; FER elettriche; idroelettrico; bioenergie; termodinamico; FER termiche;biomasse; solare termico; teleriscaldamento; pompe di calore; FER trasporti; mobilità elettrica; biometano; osservazioni sulla promozione delle fonti rinnovabili nel clean energy package); l’efficienza energetica (osservazioni generali; il punto di partenza per l’Italia al 2015; la declinazione degli obiettivi di riduzione dei consumi al 2030 per settore; le inziative principali; osservazioni sul pacchetto efficienza energetica nel clean energy package); la sicurezza energetica (gli obiettivi al 2030; interventi); competitività dei mercati energetici (competitività del Paese; mercato elettrico, interventi proposti sul mercato elettrico; le nuove configurazioni di autoconsumo; osservazioni sulle proposte in tema di mercato interno dell’energia elettrica contenute nel clean energy package); tecnologia, ricerca e innovazione;

3. percorso della SEN e la relativa governance (il patto dei Sindaci).

Riguardo al primo punto, le Regioni condividono:

– gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea al 2030 su emissioni (-40%), efficienza (-30%) e quota delle fonti energetiche rinnovabili su consumi finali lordi (27%);

– la proposta di estensione dell’Effort Sharing Decision al 2030, il quadro di regole condivise per il raggiungimento dell’obiettivo (-43% da ETS e -30% dai settori non-ETS, baseline 2005) che ha fissato nuovi target obbligatori di riduzione delle emissioni da settori non-ETS per gli Stati membri (per l’Italia : -33% rispetto al 2005). esprimendo un “giudizio positivo per l’inglobamento di tali obiettivi nella SEN“.

Le Regioni definiscono “confortante” lo scenario tendenziale di base, in quanto evidenzia la stabilizzazione dei consumi, la crescita delle FER e la riduzione dei gas serra, tuttavia osservano che i due scenari proposti indicano un aumento al 2020 dei consumi di energia primaria, una crescita non scontata per le FER (per le quali emergono differenze tra le previsioni dei due scenari) e un tendenziale aumento dei consumi relativi al settore residenziale nonostante le politiche sino qui adottate per ridurre i consumi energetici di tale settore.

Tali dati, insieme a quelli sull’andamento dell’installazione di impianti FER e ai consumi elettrici del settore terziario, portano a ritenere la riduzione dei consumi finali prevista nello scenario di policy per il 2020, non scontata in assenza di azioni che consentano un cambio di passo rispetto alle politiche sin qui perseguite.

Pertanto, tenendo conto della riconosciuta difficoltà di raggiungere la percentuale di riduzione dei consumi prevista per i settori non ETS e della conseguente necessità di sostenere politiche dispendiose, le Regioni chiedono di prevedere disposizioni che limitino il consumo di suolo e la dispersione urbanistica, dal momento che l’espansione dei confini urbani comporta l’estensione dei servizi a rete, con conseguente aumento dei consumi energetici necessari per il loro corretto funzionamento, e induce all’incremento degli spostamenti su gomma con mezzi individuali.

Inoltre, le Regioni chiedono la codifica di uno scenario policy definitivo aderente allo scenario EUCO30 per la quota FER sui consumi finali pari a 28,7% con le relative quote specifiche (FER-E~51.9%, H&C~31.2% e T~17.4%), valutando la possibilità di adottare lo Scenario EUCO30 anche relativamente al livello di consumo finali (107 MTep) ed al fabbisogno di energia primaria(136,3 MTep). Tale esplicitazione si combina con l’adesione allo scenario di phase-out completo dal carbone sulla generazione termoelettrica al 2030.

Dal Comunicato sembra emergere una quasi totale assonanza tra la posizione assunta dalle Regioni rispetto alla proposta di nuova SEN predisposta dal Governo, ma poi leggendo il Documento nel suo testo completo, si possono rinvenire dei distinguo non marginali.dei “distinguo”.

Per esempio, nel Capitolo II di approfondimento delle priorità d’azione, relativamente allo sviluppo delle rinnovabili, si trova che “Per sostenere l’effettiva perseguibilità degli obiettivi di sviluppo delle FER occorre porre con forza il tema dell’interesse pubblico prevalente (anche di natura ambientale) legato allo sviluppo delle FER, di contro alla prevalenza di aspetti frammentari di tutela ambientale e territoriale, che spesso nelle valutazioni dei progetti hanno finito per bloccarne la realizzazione. Le Regioni pertanto concordano con l’esigenza di riesaminare i contenuti delle linee guida nazionali (D.M. 10.09.2010) per il corretto inserimento degli impianti eolici nel paesaggio; si tratta di un segnale nella giusta direzione che, tuttavia, dovrebbe essere esteso anche ad altre fonti quali l’idroelettrico […], capace di riconoscere, sulla scorta di un’analisi costi-benefici, una valenza strategica agli impianti di maggiore capacità produttiva, anche prevedendo percorsi semplificati nelle procedure valutative, pur nel rispetto delle prescrizioni scaturenti dall’iter procedimentale. Al contrario, potrebbero essere rivalutati i progetti di scarso rilievo energetico e che, in ragione della loro numerosità, producono maggiori impatti al territorio e all’ambiente“.

Sempre in tema di rinnovabili, le Regioni chiedono di riservare attenzione al tema della produzione di biometanochiedendo di “inserire nella SEN una specifica considerazione al fine di rendere concreta la potenzialità da biometano, affrontando concretamente il tema della filiera ed approvando in tempi rapidi la normativa a supporto, anche per l’immissione nella rete di distribuzione del gas, al fine di valorizzarne anche gli impeghi a fini termici“.

In generale, le Regioni ritengono che per ridare slancio all’installazione di nuovi impianti occorra “riconquistare la fiducia dei potenziali investitori evitando però le distorsioni del recente passato con i conseguenti pesanti oneri sulle tariffe finali all’utenza, emissioni inquinanti e degradazione ambientale. che i nuovi impianti a rinnovabili “si innestino sul territorio in modo da creare sinergie positive con le peculiarità economiche locali, in modo da divenire un elemento propulsore della green economy“.

In sintesi, le Regioni chiedono che i nuovi impianti per la produzione di energia si innestino sul territorio in modo da creare sinergie positive con le peculiarità economiche locali, in modo da divenire un elemento propulsore della green economy, e che nella SEN siano esplicitati:
– il riconoscimento e la promozione delle nuove figure dell’Autoconsumatore di energia da fonti rinnovabili e delle Comunità produttrici/consumatrici di energia rinnovabile introdotte nella proposta di direttiva sulle fonti rinnovabili;

– le strategie di supporto ai piccoli impianti e ai relativi sistemi di accumulo per l’autoconsumo (SDC ed energy communities), assicurando una corretta correlazione tra fabbisogno e dimensionamento;

 l’obiettivo di contenimento del consumo di suolo, privilegiando le localizzazioni relative alle aree dismesse, alle coperture dei grandi edifici;
– l’attuazione della semplificazione dei procedimenti autorizzativi relativi agli interventi di revamping e di repowering mediante una norma che assicuri la salvaguardia del paesaggio e della salute pubblica d’Intesa con le Regioni.

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