Il periodo 2024-2033 è stato proclamato dalle Nazioni Unite il Decennio Internazionale delle Scienze per lo Sviluppo Sostenibile (IDSSD)con l’obiettivo di offrire un’opportunità unica per l’umanità di avvantaggiarsi delle potenzialità che le scienze, utilizzate in modo più collaborativo e pragmatico, svolgono per rispondere alle complesse sfide del nostro tempo, garantendo un futuro sicuro e prospero per tutti.
Dopo aver designato il 2022 come “Anno internazionale delle scienze di base per lo sviluppo sostenibile (IYBSSD)”, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il periodo dal 2024 al 2033 come “Decennio internazionale delle scienze per lo sviluppo sostenibile (IDSSD)” , sotto l’egida dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), con lo scopo di aumentare la consapevolezza dell’importanza per lo sviluppo sostenibile di tutte le scienze e contribuire a un approccio scientifico coordinato e collaborativo, fornendo ai politici analisi basate sull’evidenza e dati necessari per stabilire e attuare efficacemente le politiche in modo che nessuno venga lasciato indietro,
“Nell’ambito delle strutture esistenti e delle risorse disponibili – si legge nella Risoluzione -rappresenta un’opportunità unica per l’umanità utilizzare il ruolo fondamentale che le scienze svolgono nel perseguimento dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni come uno dei mezzi chiave di attuazione nonché nel rispondere alle complesse sfide del nostro tempo per garantire un futuro sicuro e prospero per tutti”.
Dall’emergenza climatica e dalla perdita di biodiversità alla salute globale, le complesse sfide che il nostro mondo deve affrontare richiedono approcci innovativi e olistici che trascendono i confini tradizionali. Nel perseguire una coesistenza sostenibile tra l’umanità e il Pianeta, il ruolo delle scienze è diventato più cruciale che mai.
Tuttavia, nonostante il notevole sostegno scientifico agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), i progressi sono stati scarsi. La mentalità lineare prevalente, che presuppone che la scienza generi naturalmente tecnologia e soluzioni mentre le varie discipline lavorano per lo stesso obiettivo, spesso a stretto contatto ma senza condividere informazioni, non è riuscita a creare le condizioni per un mondo più giusto e sostenibile.
Gli approcci business-as-usual alla scienza e al finanziamento della scienza non sono commisurati alla tempistica per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile o a quella per affrontare le nostre attuali crisi planetarie in modo umano, dignitoso ed equo. È necessario un grande cambiamento qualitativo e quantitativo nella scienza per sostenere le trasformazioni sociali cruciali verso un futuro più sostenibile, equo e resiliente.
Radicato nell’Agenda 2030, questo Decennio dovrà sfruttare un approccio globale più efficace e inclusivo alla sostenibilità basato sulla cooperazione sinergica di tutte le scienze e di tutte le forme di conoscenza in modo integrativo e trasformativo per informare il processo decisionale e l’attuazione degli SDG.
L’International Science Council (ISC) sostiene questo approccio e va oltre, sostenendo che la co-progettazione della ricerca e dell’azione dovrebbe essere abbracciata come pratica standard nella scienza della sostenibilità e considerata un’aggiunta essenziale e integrale al paradigma scientifico tradizionale. Questo quadro, denominato “Mission Science for Sustainability”, è stato esplorato ed evidenziato nel Rapporto “Unleashing Science: Delivering Missions for Sustainability”,
Per stabilizzare il sistema Terra in uno spazio operativo sicuro entro 10-20 anni, la scienza orientata alla missione deve concentrarsi su 5 grandi aree per renderle urgentemente più sostenibili, eque e resilienti: Acqua; Cibo; Salute e Benessere; Clima ed Energia; Aree urbane.

L’obiettivo delle missioni scientifiche non è solo quello di produrre nuova conoscenza, ma anche aprire la strada al cambiamento. Aumentare gli investimenti per sostenere le missioni scientifiche mirate in modo forte e sostenibile, unite attorno a un’agenda di sostenibilità comune, offrendo una reale opportunità per mobilitare e utilizzare la migliore scienza transdisciplinare per le trasformazioni sociali in modo orientato ai risultati, coordinato e integrato.
Dopo la pubblicazione di Unleashing Science, l’ISC ha istituito la Commissione globale sulle missioni scientifiche per la sostenibilità, co-presieduta da Irina Bokova, ex-Direttrice generale dell’UNESCO, e Helen Clark, ex Amministratore del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), che in vista del Vertice delle Nazioni Unite dello scorso settembre per fare il punto sullo stato di attuazione degli SDG, a metà percorso dalla loro adozione (2015), ha presentato il Rapporto “Flipping the Science model: A Roadmap to Science Missions for Sustainability”.
Prendendo atto che i progressi sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e sull’Agenda 2030 sono inaccettabilmente lenti, nel Rapporto si indica la necessità di finanziare e coinvolgere la scienza per gli SDG in modo diverso se si vuole riportare l’umanità e il pianeta su un percorso verso la sostenibilità globale a lungo termine. Ciò richiederà di integrare e riequilibrare il nostro attuale modello scientifico, incentivando la collaborazione e i risultati tra gli scienziati e le altre parti interessate, in particolare la società civile, sulle sfide di sostenibilità su larga scala. Inoltre, il modello attuale dovrebbe passare da una competizione intensa e da una scienza a compartimenti stagni, sia in termini di discipline che di finanziamenti, alla costruzione di comunità scientifiche collaborative.
“Proprio come la comunità globale ha utilizzato grandi approcci scientifici per costruire infrastrutture come il CERN e lo Square Kilometer Array – hanno sottolineato nella Prefazione le co-Presidenti della Commissione Helen Clark e Irina Bokova – una mentalità simile dovrebbe essere applicata, in particolare nel Sud del mondo, per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile. Questo rapporto suggerisce le modalità per farlo”.
I 10 messaggi chiave del Rapporto.
1. Finanziare e intraprendere attività scientifiche per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile in modo diverso.
2. Oltre al modello scientifico tradizionale, prevalentemente caratterizzato da un’intensa concorrenza, dall’assenza di rapporti di fiducia con le parti interessate e da finanziamenti scientifici isolati, viene proposto un modello che incoraggi la scienza a soddisfare direttamente i bisogni della società
3. Il nuovo meccanismo è una scienza guidata dalla missione. Sebbene sia urgentemente necessaria, la scienza della sostenibilità deve essere fortemente ancorata nel portare avanti nuove teorie, metodi e nuovi concetti fondamentali, con investimenti continui nelle scienze di base, sia come approcci disciplinari che interdisciplinari, e con un’attenzione particolare ai risultati pratici.
4. Un nuovo modello per aumentare gli investimenti nella scienza, sostenendo in modo forte e sostenibile la scienza missionaria transdisciplinare e impegnata per la sostenibilità, con il potenziale di promuovere un benessere inclusivo e intergenerazionale sia delle persone che dei sistemi di supporto vitale planetario. Dopo aver sostenuto i grandi approcci scientifici nella scienza di base e nelle infrastrutture, era giunto il momento per la comunità globale di investire nelle infrastrutture umane, proponendo un investimento collettivo globale di 1 miliardo di dollari all’anno.
5. Le istituzioni finanziarie internazionali e i finanziatori scientifici filantropici sono invitati a riprogettare il modo in cui interagiscono con il settore scientifico e la società civile, per mobilitare la scienza missionaria attorno a soluzioni creative.
6. Le organizzazioni delle Nazioni Unite e i donatori sono invitati a sostenere e integrare la missione e la scienza transdisciplinare come un quadro d’azione ambizioso ma pragmatico.
7. I Paesi e il sistema multilaterale sono invitati a sviluppare processi per accelerare l’adozione di conoscenze fruibili per informare la politica e la sua integrazione nel processo decisionale.
8. Le nuove forme di scienza siano realizzate attraverso una rete di poli regionali di sostenibilità che saranno in grado di identificare e affrontare queste sfide con urgenza e su vasta scala, con fondi e tempo sufficienti, garantendo che la scienza della sostenibilità sia adatta allo scopo, inclusiva e orientata ai risultati.
9. Viene raccomandato il sostegno urgente di progetti pilota per dimostrare la validità e l’efficacia di questo nuovo paradigma per la scienza globale,
10. Tali proposte dovrebbero essere viste come un’evoluzione della ricerca di base applicata utilizzando modalità tradizionali, rispondendo alla necessità critica di una nuova modalità, attualmente non riconosciuta e in gran parte non finanziata, per produrre conoscenza utilizzabile.
“Il mondo deve usare la scienza in modo più saggio e creare sistemi per farlo, altrimenti le ambizioni del 2015 saranno sempre più sostituite dalla disperazione – ha concluso Sir Peter Gluckman, pediatra, scienziato biomedico ed esperto di politiche scientifiche, Presidente dell’ISC nel corso dell’evento di lancio del Rapporto – Lavorare con la scienza può portarci verso un futuro più ottimista”.