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Scienza del clima: le 10 evidenze che i politici continuano ad ignorare

Le evidenze che la scienza del clima ha messo in risalto negli studi e nei rapporti pubblicati nel corso dell’anno sono state raccolte in un Dossier e presentati alla COP25 di Madrid dallo scienziato svedese Johan Rockström, Direttore del PIK e noto per aver elaborato insieme a colleghi la teoria degli “spazi operativi sicuri” (Planetary Boundaries).

Alla COP25 di Madrid è stato presentato “10 New Insight in Climate Science” un Rapporto approfondimenti sulle più importanti evidenze scientifiche della scienza del clima, pubblicate nel corso dell’anno.Il Rapporto è frutto dell’impegno di:
Future Earth, una piattaforma lanciata nel 2015 per fornire le conoscenze e il supporto per l’accelerazione verso un mondo sostenibile che comprende l’International Science Council (ISC), il Forum delle Agenzie di finanziamento Belmont, l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), l’UNEP Programma Ambiente delle Nazioni Unite) , l’UNU (Università delle Nazioni Unite) e la WTO (organizzazione Meteorologica Mondiale);
The Earth League, un’Alleanza internazionale volontaria di 21 eminenti scienziati di Istituti di ricerca di livello mondiale, che lavorano insieme per rispondere ad alcuni dei problemi più urgenti affrontati dall’umanità, come le conseguenze dei cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse naturali il degrado del suolo e la scarsità d’acqua.

Il Rapporto si è avvalso, inoltre, della collaborazione del Potsdam Institute for Climate Impact research (PIK), di Future Earth Health Knowledge-Action Network, Global Carbon Project (GCP), Global Mountain Biodiversity Assessment (GMBA) e Mountain Research Initiative (MRI).

La principale evidenza delle ultime scoperte della scienza è che l’obiettivo climatico di Parigi di limitare il riscaldamento globale a +1,5 °C, è un confine planetario che attraversiamo a nostro rischio e pericolo, mettendo a rischio tutte le generazioni future – ha affermato il co-autore del Rapporto Johan Rockström, Direttore del PIK e noto per aver elaborato insieme a colleghi la teoria degli “spazi operativi sicuri” (Planetary Boundaries), superati i quali si entra in una zona di incertezza e di pericolo – Le osservazioni terrestri mostrano che i punti di ribaltamento noti come tipping point stanno già avvenendo a +1 °C di riscaldamento globale, come lo scioglimento accelerato delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, la siccità delle foreste pluviali e lo scongelamento del permafrost artico”.

Di seguito in sintesi le 10 evidenze.
1. Il mondo non è su una buona strada
– Le emissioni di gas a effetto serra continuano ad aumentare e il divario tra le tendenze attuali e gli obiettivi climatici concordati si è ampliato.
– Le risorse fossili esistenti, se gestite durante l’intero ciclo di vita, porteranno il mondo a superare il riscaldamento globale di -+,5 °C.
– L’uso del carbone è in rallentamento e sta diminuendo in molti Paesi, ma il consumo di petrolio e gas naturale continua a crescere.
– La riduzione dell’anidride carbonica in qualche forma è probabilmente necessaria ma non dovrebbe essere vista come un sostituto della mitigazione

2. I cambiamenti climatici sono più veloci e più forti del previsto
– Le osservazioni mostrano segni di continuo riscaldamento, mentre l’innalzamento del livello del mare sta accelerando.
– La Groenlandia e le aree delle calotte glaciali antartiche mostrano segni di destabilizzazione molto prima del previsto.
– Ulteriori impatti sulle calotte glaciali e l’innalzamento del livello del mare sono stati probabilmente sottostimati nell’ultimo rapporto di valutazione IPCC.
– Gli eventi meteorologici estremi che accadevano ogni 100 anni potrebbero essere vissuti ogni anno nelle megalopoli di tutto il mondo entro il 2050.

3. I cambiamenti climatici non risparmiano nemmeno le alte montagne
–  Si stima che i ghiacciai abbiano perso in media circa mezzo metro di spessore all’anno nel periodo 2006-2015.
– Le modifiche ai ghiacciai, alla neve e al ghiaccio delle montagne probabilmente influenzeranno la disponibilità di acqua per oltre un miliardo di persone a valle entro la metà del secolo.
– I cambiamenti climatici stanno influenzando irreversibilmente gli ecosistemi montani e la loro biodiversità, riducendo l’area dei punti caldi della biodiversità e facendo estinguere alcune specie.

4. Le foreste sono minacciate con conseguenze globali
– L’adattamento ai cambiamenti climatici è possibile, ma la sua efficacia è gravemente compromessa se le emissioni continuano ad aumentare.
– Le foreste del mondo sono importanti serbatoi di CO2, assorbendo circa il 30% delle emissioni antropogeniche di CO2, che gli incendi boschivi causati dal cambio di destinazione dei suoli per l’intervento umano, hanno ridotto.
– I cambiamenti climatici stanno amplificando gli incendi boschivi naturali.
– La “fecondazione della CO2” aumenta la capacità di fotosintesi delle foreste, ma è sempre più compensata dagli aumenti di temperatura che causano la mortte degli alberi.
– Combattere la deforestazione e incoraggiare la riforestazione, insieme alla gestione sostenibile delle foreste ead  altre soluzioni climatiche naturali sono opzioni importanti ed economiche per ridurre le emissioni nette.

5.Gli eventi climatici estremi: una “nuova normalità” del 2019
Alcune condizioni meteorologiche estreme continuano a diventare più probabili e più severe.
– Il numero di eventi estremi sono in crescita, ma gli impatti sono specifici in ogni regione.
– L’Europa ha visto un aumento particolarmente forte degli estremi di calore.
– Si prevede che la durata degli eventi meteorologici estremi aumenterà con il mondo a +2 °C.
– Gli eventi estremi sincronizzati sono rischiosi in un mondo connesso a livello globale.
– Le società spesso non hanno il tempo di riprendersi completamente da eventi estremi prima che ne segua un altro.
– Una mitigazione ambiziosa può ridurre i rischi, ma con un riscaldamento a +1,5 °C si raggiungeranno livelli pericolosi su base regionale.

6. Biodiversità: minacciato il custode della resilienza terrestre
Il 14% delle specie terrestri locali potrebbe andare perso già con un riscaldamento compreso tra 1 °C e i 2 °C, mentre continuando business-as-usual se ne perderebbe più un terzo
– Con il riscaldamento a +2 °C almeno il 99% delle barriere coralline scomparirà a causa dell’acidificazione degli oceani, delle ondate di calore e di altri impatti.
– In acqua dolce, i decessi dei pesci potrebbero raddoppiarsi entro il 2050 a causa delle elevate temperature estive.
– Le soluzioni naturali per il clima sono un contributo essenziale alla mitigazione, ma in nessun luogo sono in grado di garantire la stabilità climatica.

7. I cambiamenti climatici minacciano la sicurezza alimentare e la salute di centinaia di milioni di individui
La denutrizione sarà il maggior rischio per la salute umana con il calo della produttività agricola correlata ai cambiamenti climatici.
L’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica ridurrà la qualità nutrizionale della maggior parte delle colture di cereali, colpendo centinaia di milioni di persone.
– Si prevede che i cambiamenti climatici e l’aumento delle concentrazioni di biossido di carbonio determineranno una riduzione del 20% della disponibilità globale di proteine ​​entro il 2050.
– Gli stock ittici globali sono destinati a ridursi ulteriormente con i cambiamenti climatici, con un ulteriore riduzione del 10% della popolazione che deve affrontare le carenze di micronutrienti.

8. I paesi più vulnerabili e poveri saranno più duramente colpiti dai cambiamenti climatici
– La vulnerabilità agli impatti dei cambiamenti climatici è elevata nei Paesi con una popolazione a basso reddito.
– La mancata risposta di adattamento ai cambiamenti climatici avrà conseguenze disastrose per centinaia di milioni di persone e ostacolerà il progresso dei Paesi in via di sviluppo.
– La mancata mitigazione e adattamento potrebbe spingere 100 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà entro il 2030.
– Gli “hotspot” dei cambiamenti climatici spingeranno entro il 2050 da decine a centinaia di milioni di individui ad emigrare.

9. Equità e uguaglianza sono determinanti per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il successo e il fallimento delle politiche climatiche evidenziano l’importanza di affrontare le questioni sociali.
– La giustizia sociale è un fattore importante per la resilienza della società di fronte ai cambiamenti climatici, vitale per la cooperazione sia locale che globale per facilitare la mitigazione e l’adattamento.

10. Potrebbe essere giunto il momento di dare un “tocco” sociale all’azione climatica
Il tempo sta finendo
Un numero crescente di cittadini in vari Paesi è seriamente preoccupato per i cambiamenti climatici.
– La storia mostra che tra il 21% e il 25% di popolazione deve cambiare il proprio comportamento per attuare cambiamenti significativi a livello di sistema.
– Sono necessarie trasformazioni profonde e di lungo periodo guidate da una grande varietà di attori per soddisfare l’Accordo di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030.

Ma, come dice l’ambientalista svedese che ha ispirato il movimento giovanile “Friday for Future,  Greta Thunberg, “Persona dell’anno 2019” da Time: “La scienza è la chiara, ma i policy maker continuano ad ignorarla”.

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