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Sarajevo: quando l’arte diventa strumento di aggregazione

di Anna Rita Rossi

L’arte può essere portatrice di unità, consentendo di superare differenze religiose e culturali. Ne fornisce una tangibile testimonianza la città di Sarajevo con il progetto “Ars Aevi”, un museo d’arte contemporanea, esempio di convivenza e creatività.

Ars Aevi (“arte dell’epoca”, anagramma di “Sarajevo”) è un progetto unico di fondazione di un museo di arte contemporanea ed è l’espressione della volontà collettiva e della cooperazione etica non solo di importanti artisti internazionali, ma anche di curatori e di musei d’arte contemporanea.

Sarajevo non è stata scelta a caso per ospitare un simile Museo. Infatti, la capitale della Bosnia-Erzegovina è la città più multiculturale d’Europa, essendo portatrice di una lunga e ricca storia di diversità religiosa e culturale, dove la chiesa cattolica e quella ortodossa si trovano una accanto all’altra e la grande moschea è vicina alla sinagoga. Ma è anche il simbolo di una volontà di riconciliazione dopo le ferite della guerra scoppiata nel 1992 e culminata nell’assedio durato quasi 4 anni, alimentando il nazionalismo e le divisioni etnico-religiose.

Proprio durante l’assedio, per sostenere moralmente i suoi cittadini, artisti internazionali (Pistoletto, Kounellis, Castellani, Abramović, Kapoor, Viola, Kosuth, Boetti, Paladino e tanti altri) donarono alcune opere e, successivamente, a guerra finita, nel 1999 sotto il patrocinio dell’UNESCO e con il sostegno finanziario del Governo italiano, prese avvio il progetto della raccolta di un edificio in cui ospitare le opere raccolte fino ad allora.

Nell’occasione, l’architetto Renzo Piano, allora ambasciatore UNESCO, individuò con il Comune di Sarajevo il terreno dove far sorgere il museo permanente. Piano, oltre ad aver progettato e donato alla città il Museo, ha anche realizzato il ponte pedonale che attraversa il fiume Miljacka e porta i cittadini sul luogo, punto simbolico dove si incontrano le diverse anime storiche della città.

Proprio la rinnovata volontà di riaffermare il suo interculturalismo rende questa città il luogo ideale per avviare un vivace centro di arte contemporanea. Così, dopo un lungo lavoro, finalmente, il progetto del Museo, accompagnato dall’efficace slogan “Una visione diventa realtà”, è stato presentato il 30 ottobre 2023 nel municipio di Sarajevo (Vijećnica), e il Manifesto proclama che l’arte può vincere il male e la distruzione, che la cultura è la madre della tolleranza, che il dialogo interculturale arricchisce e che il linguaggio universale dell’arte unisce. Anche il logo di Ars Aevi intende sottolineare il movimento continuo verso il progresso e il rapporto tra forze positive e negative nel mondo spirituale e materiale.

Il museo di arte contemporanea a Sarajevo, inoltre, si prefigge di incoraggiare il ruolo dei musei nell’educazione e nello sviluppo sostenibile, eleggendo tali luoghi a spazi di dialogo e di promozione della diversità culturale, seguendo la Raccomandazione (2015) sui musei dell’UNESCO.

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