L’annuale Rapporto ISMEA-Qualivita sul comparto delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP-IGP conferma che nel 2019 il sistema #DopEconomy, ha contributo al19% del fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e al 21% delle esportazioni nazionali di settore, e che pur piegato dal Covid-19 contiene in sé le forze per la ripartenza.
La solidità e la forza del sistema delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane (DOP, IGP, STG) è capace di promuovere lo sviluppo nell’intero territorio italiano e, in questa fase di difficoltà legata all’emergenza di Covid-19, può puntare sugli aspetti che si confermano pilastri strategici per il settore agroalimentare italiano.
È quel che emerge dalla presentazione il’11 dicembre 2020 in videoconferenza del XVIII Rapporto 2020 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane a denominazione di origine e a indicazione geografica (dati 2019) nato dall’integrazione delle competenze sviluppate dall’Osservatorio ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), l’ente pubblico che supporta la competitività del settore agricolo-alimentare italiano attraverso la fornitura di servizi interconnessi di natura informativa e di mercato, fondiaria, finanziaria e assicurativa , e dall’Osservatorio Qualivita, la Fondazione nata nel 2000 con l’obiettivo di valorizzare e tutelare le produzioni agroalimentari europee di qualità, e redatto con la collaborazione di OriGIn Italia (Associazione Consorzi Indicazioni Geografiche) e Federdoc, la Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle dei vini a denominazione di origine.
Il Rapporto fotografa la realtà del comparto italiano al 2019, con dati produttivi, economici, analisi sulle ricadute territoriali e sulle evoluzioni nel mercato nazionale ed estero, che contiene anche un’analisi sugli elementi strategici per l’evoluzione del comparto agroalimentare di qualità legata sfide emerse con la pandemia di Covid-19.
“Anche il sistema delle Dop e Igp è stato investito dalle ricadute dell’ondata pandemicatuttora in corso – ha dichiarato il Presidente ISMEA, Enrico Coralli – La crescita del comparto, confermata anche dai dati del 2019 in continuità con un trend ininterrotto negli ultimi dieci anni, ha subito pertanto una battuta di arresto, a partire dal primo trimestre del 2020, in molte delle sue filiere. Le criticità nel funzionamento delle catene del valore e le forti restrizioni alla mobilità di gran parte dei Paesi, conseguenti al diffondersi dell’emergenza sanitaria, hanno minato i pilastri su cui si è retto finora lo sviluppo della nostra Dop Economy ma, nonostante le difficoltà oggettive, si può ritenere verosimilmente che il settore contenga in sé le forze per la ripartenza e gli elementi per governare i cambiamenti richiesti dal mercato e dalla politica e di rispondere alle nuove priorità del consumatore che vanno dalla sicurezza alla sostenibilità”.
I dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, delineano infatti un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.
Il contributo all’economia agricola italiana
La #DopEconomy con il valore di 16,9 miliardi di euro della produzione certificata DOP-IGP agroalimentare e vinicola nel 2019 evidenzia un +4,2% rispetto all’anno precedente (che aveva segnato a sua volta un +6,0%), confermando un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni. La #DopEconomy fornisce un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie soprattutto alle grandi produzioni certificate, ma anche al contributo delle nuove filiere DOP IGP: solo nel comparto del Cibo, mezzo miliardo di valore alla produzione è da attribuire a Indicazioni Geografiche certificate dal 2010 in poi. L’agroalimentare DOP e IGP vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro.
Export dei prodotti DOP-IGP
Le DOP-IGP agroalimentari e vitivinicole consolidano il ruolo guida della qualità “made in Italy” agroalimentare all’estero. L’export del settore, pari a 9,5 miliardi di euro, ha messo a segno nel 2019 una crescita del +5,1% mantenendo una quota del 21% sul fatturato all’estero dell’intero agroalimentare. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del Cibo che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.
Impatto territoriale
L’analisi degli impatti economici delle filiere agroalimentari e vitivinicole DOP-IGP attesta la positiva ricaduta sull’intero territorio nazionale, con la crescita in 17 Regioni e il Nord Italia a far da traino con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica.
Cibo DOP-IGP -STG
Il Cibo italiano DOP-IGP-STG nel 2019 raggiunge i 7,7 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del +5,7% in un anno, con un trend del +54% dal 2009. Bene anche il valore al consumo pari a 15,3 miliardi di euro per un +63% sul 2009. Prosegue anche nel 2019 la dinamica positiva delle esportazioni: +7,2% in un anno, +162% dal 2009 e un valore che ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. I principali mercati si confermano Germania (786 milioni di euro), USA (711), Francia (525) e Regno Unito (273).
Vino DOP -IGP
Nel 2019 la produzione di vino IG certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le DOP (+6,2% grazie anche all’introduzione di nuove produzioni) e le IGP (-1%). Il valore della produzione di vini a IG sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato raggiunge i 9,2 miliardi di euro: di questi, 7,6 miliardi sono rappresentati da vini DOP, che ricoprono un peso economico pari all’82% del vino IG. Le esportazioni raggiungono 5,6 miliardi di euro (+4%) su un totale di 6,4 miliardi di euro (+3%) dell’export vitivinicolo italiano nel suo complesso.
DOP IGP STG nel mondo
Al 10.dicembre 2020 si contano complessivamente 3.123 prodotti DOP-IGP-STG nel mondo, di cui 3.093 registrati nei Paesi europei a cui si aggiungono le 30 produzioni DOP IGP riconosciute in Paesi extra comunitari. L’Italia conferma il primato mondiale per numero di prodotti certificati: 838 DOP, IGP, STG corrispondenti al 27% di tutti i prodotti a denominazione nel mondo. Nel 2020 sono state registrate 47 nuove IG nel mondo, 39 prodotti agroalimentari e 8 vini: anche in questo caso l’Italia detiene il primato con 14 nuove registrazioni, 12 nel comparto agroalimentare e 2 nel vitivinicolo DOP-IGP.
“Il Rapporto Ismea – Qualivita da 18 anni accompagna lo sviluppo del sistema italiano delle Indicazioni Geografiche, oggi assurto a esempio mondiale per la capacità di garantire qualità eccezionale ai prodotti, e al tempo stesso elemento di grande richiamo turistico, di mantenimento di valori economici, sociali, culturali, ambientali anche nei territori più isolati, favorendone lo sviluppo laddove si rischiava l’abbandono – ha sottolineato Cesare Mazzetti, Presidente Fondazione Qualivita – Nel mezzo di un’emergenza di proporzioni mondiali, che non lascia spazio a facili previsioni e che richiede azioni immediate e ben mirate per salvare l’economia di interi comparti dalla crisi, le valutazioni e i dati economici contenuti nel Rapporto, saranno di grande utilità per l’elaborazione delle necessarie strategie politiche ed economiche”.
E.B.